Ucraina, guerra in stallo. La delusione di Zelensky: «Non mi aiutano a vincere»

Controffensiva a rilento. E il presidente si sfoga: «Il mondo si è abituato alla nostra lotta»

Venerdì 3 Novembre 2023 di Francesca Pierantozzi
Ucraina, guerra in stallo. La delusione di Zelensky: «Non mi aiutano a vincere»

PARIGI La "stanchezza ucraina" è la nuova sindrome che da qualche tempo colpisce l'Occidente e i cui sintomi cominciano a manifestarsi anche tra i belligeranti, che siano a Mosca o a Kiev. Se l'ha evocata la premier Meloni nella telefonata truffa con i comici e la paventa la Casa Bianca, ne ha seriamente parlato - pur se tra le righe - il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ne mostrano segni sempre più evidenti le truppe in campo, la auspica ormai anche il Cremlino, quasi a farne un trampolino di lancio per futuri, eventuali, immaginabili negoziati, come ha lasciato intendere il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, grande amico di Putin.

Dopo la risposta lampo dell'Ucraina al momento dell'invasione russa ormai venti mesi fa, dal giugno scorso la nuova controffensiva delle forze ucraine non sta dando i risultati sperati - almeno in base alle aspettative forse troppo ottimiste degli alleati a Ovest - e gli analisti militari parlano ormai di una guerra di "logoramento", una guerra di posizione che rischia di fiaccare le motivazioni di tutti oltre che la determinazione delle opinioni pubbliche occidentali.

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LA NUOVA FASE

In un intervento sull'Economist, il comandante delle forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny ha ammesso per la prima volta che le cose potrebbero non andare nel migliore dei modi possibili e che «il conflitto è entrato in una nuova fase, che i militari chiamano "guerra di posizione", statica, come durante la prima guerra mondiale, in contrasto con la guerra di manovra, fatta di movimento e velocità. Questo andrà a vantaggio della Russia, perché le consentirà di ricostruire la sua potenza militare fino a minacciare le forze ucraine e forse anche l'esistenza stessa del paese». Zaluzhny non pensa naturalmente ancora a nessuna tregua e ha approfittato della sua analisi della situazione per far sapere cosa serve - e non è poco - agli Ucraini per vincere: «guadagnare la superiorità aerea, creare brecce nelle barriere di mine, aumentare l'efficacia della nostra controbatteria, creare e addestrare i riservisti, rafforzare le capacità della guerra elettronica».

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D'altra parte, anche se a est, nel Donbass, i russi hanno ripreso ad attaccare a ondate, incuranti delle grandi perdite umane e materiali che subiscono, la resistenza degli ucraini continua a metterli a dura prova. A Kiev, la figura del "presidente-eroe" Zelensky comincia però a incrinarsi sotto il peso del tempo che passa. Il "Time" - che lo ha incontrato - parla di un leader isolato e criticato, che alcuni collaboratori considerano ormai come «il solo a credere ancora nella vittoria» . «Nessuno crede nella nostra vittoria come ci credo io, nessuno» ha infatti ammesso col "Time" Zelensky, senza nascondere di essere stanco di continuare a dover convincere gli alleati che, con il loro aiuto, l'Ucraina potrà sconfiggere la Russia. Uno sforzo, ha detto il presidente ucraino, che «toglie tutta l'energia, la forza, toglie così tanto di tutto». Zelensky teme soprattutto il fatto che la mobilitazione internazionale a sostegno di Kiev si stia facendo più debole: «la cosa più paurosa è che una parte del mondo si è abituata alla guerra in Ucraina - afferma - la stanchezza per la guerra si diffonde come un'onda, lo vediamo negli Stati Uniti e in Europa». Una percezione ovviamente aumentata da quando è esplosa la guerra in Medio Oriente.

 

LA VERSIONE RUSSA

Ufficialmente Mosca rifiuta di parlare di un conflitto "in stallo", con il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che assicura che «la Russia continua incessantemente la sua operazione militare speciale e tutti gli obiettivi fissati devono essere raggiunti». Toni diversi arrivano però dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko, alleato di Mosca, secondo il quale «nessuno ormai può rafforzare o migliorare la sua posizione in modo significativo». Per Lukashenko è arrivato il tempo del negoziato: «bisogna sedersi attorno a un tavolo e raggiungere un accordo» ha detto in un video pubblicato dall'agenzia di stampa bielorussa BeIta: «come ho già detto diverse volte, nessuna condizione è necessaria, la cosa più importante è che cessino i combattimenti». Un'assenza di condizioni generalmente considerata in realtà come una condizione favorevole per Mosca. Come si evince dalle recenti dichiarazioni del ministro della Difesa russa Serghiei Shoigu, secondo il quale Mosca è «pronta ad avviare negoziati» sul post-conflitto in Ucraina e la coesistenza con l'Occidente, ma solo «quando i paesi occidentali smetteranno di cercare la sconfitta strategica della Russia».
 

Ultimo aggiornamento: 06:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA