Da Mariupol arrivano messaggi disperati, ma Kiev avverte: sono voci false, non stiamo perdendo il controllo della città. Eppure, il giorno della caduta appare vicino. C’è anche una denuncia: i russi stanno usando armi chimiche. «Questa sarà la nostra ultima battaglia.
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Mariupol, «il giorno dell’ultima battaglia»
Questo post è apparso nel profilo Facebook dei sopravvissuti della trentaseiesima brigata dei Marines ucraini, gli ultimi, insieme ai pochi rimasti della discussa brigata Azov, che stanno difendendo la cittadina portuale a sud-est, ormai quasi completamente controllata dall’esercito russo. Quando queste parole sono state diffuse sui social e riprese dai media come l’Ukraine Pravda, è arrivata la risposta del vicesindaco di Mariupol, Serhy Orlov, che parlando con la Bbc, ha detto: è una fake news, la pagina Facebook dei Marines è stata hackerata.
ASSEDIO
E anche il comandante in capo delle Forze armate, Valery Zaluzhny, ha fatto sapere: «La difesa di Mariupol continua. I collegamenti con le unità che presiedono eroicamente la città è stabile ed è mantenuto». Ancora: «Stiamo facendo il possibile e l’impossibile per vincere e salvare la vita dei nostri uomini e dei civili». Ieri sera, sempre sui social, il battaglione Azov (milizia di estrema destra che combatte dalla parte degli ucraini) ha diffuso un messaggio in cui spiega: «Le forze di occupazione russe hanno usato una sostanza velenosa di origine sconosciuta contro militari e civili ucraini nella città di Mariupol, che è stata lanciata da un drone. Le vittime hanno insufficienza respiratoria, sindrome vestibolo-atattica. Le conseguenze dell’uso di questa sostanza sconosciuta devono essere chiarite». Resta una certezza: Mariupol è allo stremo, in buona parte è già stata presa dai russi, visto che i pochi dell’esercito ucraino che stanno resistendo sono circondati negli stabilimenti delle acciaierie Azovstal. Sottolinea l’Ukrainska Pravda: «I soldati della trentaseiesima brigata della marina intitolata al contrammiraglio Mykhailo Bilynsky sono rimasti fedeli al giuramento nel 2014, hanno lasciato la Crimea e hanno continuato a svolgere compiti per difendere l’Ucraina».
Per le autorità dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, fedele a Mosca, le forze russe hanno ormai preso il controllo del porto. Ed Eduard Basurin, militante russo del Donetsk, ha affermato: i difensori ucraini di Mariupol «dovrebbero essere colpiti nello stabilimento di Azovstal utilizzando le armi chimiche». La tragedia della caduta di Mariupol non è solo dei militari, ma anche di chi ci abitava. Una parte è riuscita a fuggire, ma secondo il presidente ucraino Volodymyr Zalensky «la città è stata distrutta, decine di migliaia di persone sono morte, ma nonostante questo i russi non fermano la loro offensiva». La Cnn ha detto che 9 autisti, che lavorano come volontari per un’associazione che porta cibo e medicine alla popolazione, sono stati sequestrati dai russi. E secondo Lyudmila Denisova, commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino, 33.000 abitanti di Mariupol «sono stati deportati con la forza in Russia e nei distretti temporaneamente occupati della regione di Donetsk». Prendere Mariupol, nell’estremità meridionale del Donbass, per l’esercito russo significa cementare la nuova offensiva che sta concentrando le forze a Est per poi arrivare, a Sud, fino a Odessa. Ha confermato Zelensky, in video collegamento con il Parlamento della Corea del Sud: la Russia sta portando decine di migliaia di soldati a Est, la nuova offensiva nel Donbass è cominciata, ci servono sistemi di difesa aerea, caccia, carri armati, veicoli corazzati, sistemi di artiglieria e munizioni. Il Pentagono: i russi stanno spostando sempre più uomini nel Donbass.
E proprio a oriente, a 400 chilometri a Nord di Mariupol, ieri pomeriggio è stata bombardata Kharkiv, terza città come dimensioni dell’Ucraina (1,4 milioni di abitanti prima dell’invasione russa). Ha detto il sindaco Ihor Terekhov: «Ci sono stati pesanti bombardamenti, abbiamo numerose vittime, tra cui un bambino». Più nel dettaglio: l’area di Kharkiv in 24 ore è stata bombardata 66 volte, in totale ci sono stati undici morti. L’assalto al Donbass dei russi passa anche da Izium e Dnipro, dove è stato già distrutto l’aeroporto. Il feroce presidente ceceno e capo delle milizie, Ramzan Kadyrov, ha avvertito: «Ci sarà un’offensiva. Non solo su Mariupol, ma anche su altri luoghi, città e villaggi. Luhansk e Donetsk, in primo luogo, le libereremo completamente. E poi prenderemo Kiev e tutte le altre città».
MINACCE
Le minacce di Kadyrov non rispecchiano per forza le reali intenzioni del Cremlino, ma il fatto che si torni a minacciare Kiev, dopo la ritirata ma anche dopo la scoperta delle brutalità commesse dai russi nelle cittadine a ridosso della Capitale, non è rassicurante. Il portavoce di Mosca, Dmitry Peskov, non ha smentito lo scenario delineato da Kadyrov, ha semplicemente commentato: «Tradizionalmente non parliamo dello stato dell’operazione militare speciale». All’orizzonte ci sono altri giorni bui. Sima Bahous, direttrice dell’Agenzia delle Nazioni unite per le donne, parlando al Consiglio di sicurezza a New York, ha dato l’allarme: «Sentiamo sempre più spesso parlare di stupri e di violenze sessuali. Questa accuse devono essere indagate in modo indipendente per garantire giustizia e responsabilità. La presenza di coscritti e mercenari e la brutalità mostrata contro i civili ucraini rappresentano un motivo di grande allarme». Ieri sera lo stato maggiore ucraino ha però provato a rassicurare: stiamo fermando l’offensiva dei russi a Est. Ha spiegato in una nota: «In direzione di Donetsk e Tavriya il nemico ha cercato di assaltare la città di Severodonetsk, ma senza successo. Durante il bombardamento di Popasna, ha utilizzato il sistema missilistico tattico Point-U. I tentativi di avanzare in profondità in Ucraina per migliorare la situazione tattica non hanno avuto successo». Secondo Kiev «i russi continuano a bloccare parzialmente la città di Kharkiv, sparando da più lanciarazzi, artiglieria e mortai. Nella zona della città di Izium, gli occupanti stanno cercando di mantenere i confini che erano stati catturati in precedenza». Inoltre, i russi - secondo l’intelligence ucraina - usano i bambini e gli adolescenti, promettendo loro del denaro, «per ottenere informazioni e conoscere le posizioni delle forze armate che stanno difendendo il Paese». Ma non c’è possibilità di una tregua? No, dice il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov: «Non intendiamo fermare l’operazione militare durante la trattativa, fino a quando non sarà raggiunto un accordo».