Guerra Ucraina, bomba planante “lancia e dimentica”: la superbomba russa che distrugge i bunker. le ha anche Kiev, ma mancano gli aerei Video

Sistema giù usato nella seconda guerra mondiale dai tedeschi. I Su-34 russi possono lanciare queste bombe restando lontani dai sistemi di difesa di Kiev

Lunedì 8 Maggio 2023
Guerra Ucraina, bomba planante “lancia e dimentica”: la superbomba russa che distrugge i bunker. le ha anche Kiev, ma mancano gli aerei

Bomba planante, ovvero bomba "lancia e dimentica": per gli osservatori internazionali si tratta di un’arma che potrebbe cambiare il corso della guerra in Ucraina.

Da circa due mesi i russi usano una nuova potente bomba teleguidata, planante e ad alta precisione del peso di 1,5 tonnellate: si tratta della bomba UPAB-1500B, mostrata per la prima volta in Russia nel 2019, durante la fiera della difesa MAKS-2019. L’ordigno è lungo più di 5 metri, ha un diametro di 0,4 metri ed è progettato per colpire obiettivi altamente protetti essendo in grado di caricare oltre mille chili di esplosivo ad alto potenziale. Dotato di un sistema di navigazione inerziale e satellitare, può essere lanciato da un’altitudine di 15 chilometri fino a una distanza massima di 70 chilometri, con un raggio di errore fino a 10 metri. Di bombe simili, che usano un sistema di volo già usato dai tedeschi nella seconda guerra mondiale, se sono state fornite dalla Nato anche agli ucraini che però non hanno abbastanza caccia bombordieri come i Su-35 russi.  

Distruzione

La notizia dell’utilizzo della bomba planante è stata confermata anche dal portavoce dell’aeronautica di Kiev, Yuriy Ihnat, il quale ha ribadito che per l’Ucraina è fondamentale ricevere i caccia occidentali: «I russi possono usare missili a distanza, ma possono anche usare bombe aeree guidate. Perché abbiamo bisogno degli F-16 o di altri aerei? Per contrastare questa minaccia, per proteggere le nostre città e i nostri villaggi». Ihnat ha inoltre sottolineato che le bombe UPAB-1500B possono causare più distruzione dei razzi e che i sistemi Patriot possono aiutare a difendersi dagli aerei che sganciano tali bombe, ma sono necessari molti sistemi di questo tipo. La bomba teleguidata è stata usata per la prima volta nella regione di Chernihiv, nel nord dell’Ucraina. Non si conosce quale sia stato l’obiettivo, ma parlando al MAKS 2019 il direttore generale della regione Igor Krylov ha affermato che l’UPAB-1500B-E ha superato i test. Questi sistemi sono in fase di consegna ai militari e sono già stati firmati i primi contratti di esportazione.

Le undici bombe plananti sganciate nella notte del 24 marzo hanno confermato l’analisi degli esperti secondo cui, dopo aver esaurito i missili da crociera e non essere riuscita a prendere il controllo dei cieli sopra l’Ucraina, l’aviazione russa sta rivedendo i suoi piani. Le bombe plananti sono dotate di “ali” per fornire loro una portata extra, volano basse per eludere alcune difese aeree controllate dal radar. Il colonnello Yuriy Ihnat ha dichiarato al Telegraph che le bombe rappresentano una «minaccia molto seria. Al momento il nemico sta usando l’aviazione tattica per missioni di combattimento lungo il confine con la Russia, la linea del fronte e la costa. In tutte queste regioni ha utilizzato massicciamente per circa un mese bombe plananti».

Modifiche ai piani

I funzionari ucraini stimano che le forze di Mosca stiano sganciando almeno venti bombe plananti al giorno sul campo di battaglia e mentre il mondo attende la controffensiva ucraina, gli analisti sottolineano che l’introduzione dell’arma potrebbe costringere Kiev ad apportare modifiche dell’ultimo minuto alla sua pianificazione operativa. Sembra che le bombe alate, più economiche e facili da produrre rispetto ai missili balistici e da crociera, siano diventate l’arma preferita dalla Russia poiché, secondo quanto riferito, sta esaurendo le munizioni di precisione ad alta tecnologia. L’arma offre ai piloti di caccia russi la possibilità di utilizzare efficacemente la forza aerea per appoggiare le operazioni di terra con risultati che prima faticavano a raggiungere. Le informazioni raccolte dall’Ucraina, scrive il Telegraph, mostrano che la maggior parte degli attacchi con bombe plananti vengono lanciati da 25-30 miglia all’interno del territorio russo e Kiev si ritrova con un piccolo numero di sistemi a medio-lungo raggio per difendersi: la maggior parte è in prima linea, mentre i sistemi missilistici a lungo raggio sono molto arretrati rispetto al fronte, per proteggere le città e tenerle fuori dalla portata dell’artiglieria russa e degli attacchi dei droni. Nelle ultime settimane la Russia ha aumentato il numero dei suoi attacchi a lungo raggio, utilizzando droni kamikaze di fabbricazione iraniana e missili balistici e da crociera lanciati sulle città, come la capitale Kiev. «Perché dovrebbero usare questo tipo di missili, visto che ne sono rimasti pochi? Ecco perché stanno utilizzando bombe plananti o missili terra-aria S-300», spiega Ihnat. «Gli S-300 a volte possiamo intercettarli, ma queste bombe plananti sono un problema».

Radar

Esperti militari occidentali affermano che le bombe plananti offrono meno ritorno radar rispetto a un’arma convenzionale a lungo raggio e dunque per le forze ucraine sono più difficili da tracciare. I radar non sempre segnalano oggetti che volano a bassa quota e le piccole dimensioni delle bombe plananti le rendono meno intercettabili. Gli attacchi con questo tipo di arma sollevano anche interrogativi da parte di Kiev sull’opportunità di spostare i sistemi di difesa aerea dai centri abitati per sostenere l’imminente controffensiva. Una ipotesi potrebbe essere quella di contrastare le bombe plananti con i Patriot o altri sistemi missilistici di difesa aerea, ma queste unità sono preziose, i loro razzi costosi e devono quindi essere tenuti lontani dalla linea del fronte per proteggerli dagli attacchi russi. La soluzione migliore, secondo il colonnello Ihnat, sarebbero i moderni caccia occidentali: «Ne basterebbero uno o due per dissuadere i russi ed evitare che si avvicinino». Tra l’altro Mosca sarebbe a corto di armi. Il sito di intelligence open source con sede nei Paesi Bassi, Oryx, afferma di avere prove secondo cui la Russia ha perso più di 1.900 carri armati dall’inizio dell’invasione, quasi i due terzi di una flotta iniziale di circa 3.000 mezzi. Tanto da essere costretta a tirare fuori dai depositi attrezzature militari vecchie, inclusi i carri armati T-55, un modello commissionato per la prima volta dall’Armata Rossa dell’Unione Sovietica nel 1948, poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Sono così vecchi che si possono trovare nei musei, sostiene la Cnn che ha analizzato immagini satellitari. «L’Y 55 è stato il carro armato principale utilizzato dall’Unione Sovietica nell’era della Guerra Fredda», ha detto lo storico John Delaney, curatore senior presso l’Imperial War Museum (IWM) a Duxford, Cambridge. Quando la Russia iniziò a smantellare i propri T-55 negli anni ‘80, ce n’erano ancora più di 28.000, ha detto Delaney, aggiungendo che erano stati messi fuori servizio e non demoliti. «I sovietici non hanno mai buttato via niente», ha spiegato. «Probabilmente ce n’è un numero significativo nei capannoni in attesa di essere riconfigurato». Le immagini satellitari indicano che la Russia ha prelevato dozzine di carri armati dal deposito di una base ad Arsenyev, nell’estremo oriente della Russia. Le foto disponibili al pubblico mostrano che uno dei carri armati immagazzinati alla base è il T-55. «Saranno lì da un decennio o più», dice Delaney. «Avranno bisogno di una notevole quantità di lavoro per riportarli in buone condizioni di funzionamento». La Russia non ha confermato che sta schierando il T-55 in prima linea e il Ministero della Difesa di Mosca non ha risposto alla richiesta di commento della Cnn. Ma, nelle ultime settimane, blogger pro-Cremlino ben informati hanno condiviso fotografie che mostrano questi carri armati nei territori occupati dai russi in Ucraina.

Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA