La Germania ha inaugurato in Lituania la sua prima missione militare permanente all’estero dalla Seconda guerra mondiale, segnando un punto di svolta epocale nella politica di difesa del Paese. Un dispiegamento che, pur avvenendo in tempo di pace, riflette un clima di profonda tensione e incertezza in Europa orientale, legato alla crescente aggressività della Russia e al futuro incerto del supporto USA all’Alleanza Atlantica.
Il nuovo 45° brigata corazzata tedesca – forte di 4.800 soldati e 200 civili – sarà pienamente operativa entro il 2027. Dislocata a soli 30 km da Vilnius, la capitale lituana, la brigata si trova in prossimità del corridoio di Suwałki, il tratto di terra tra Kaliningrad e la Bielorussia ritenuto uno dei punti più vulnerabili della NATO in caso di un conflitto con Mosca.
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Perché proprio ora?
Il dispiegamento tedesco è parte di una strategia di deterrenza credibile. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, la percezione di minaccia nei Paesi baltici è cambiata radicalmente. Lituania, Lettonia ed Estonia – tutte ex repubbliche sovietiche – temono di essere le prossime nel mirino del Cremlino, nel caso in cui Mosca dovesse testare i limiti dell’articolo 5 della NATO.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato: “Difendere la Lituania significa difendere la Germania e l’intera Europa.
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Una mossa contro Putin e il messaggio a Trump
Il rafforzamento della presenza tedesca in Lituania ha anche una forte valenza diplomatica: vuole rassicurare i partner baltici ma anche inviare un messaggio chiaro agli Stati Uniti. Con il ritorno di Donald Trump sulla scena politica americana e i suoi frequenti attacchi contro i “freeloader” europei della NATO, Berlino vuole dimostrare che l’Europa è pronta ad assumersi maggiori responsabilità.
A tale scopo, Merz ha annunciato l’obiettivo di portare le spese militari tedesche al 5% del Pil entro il 2032: 3,5% per l’equipaggiamento e il personale, 1,5% per le infrastrutture militari. Un impegno ben oltre il 2% richiesto formalmente dalla Nato.
Una nuova realtà militare in Lituania
Il dispiegamento tedesco sta anche cambiando il volto della Lituania: nuove scuole di lingua tedesca, alloggi per famiglie di militari e persino una radio in lingua tedesca sono in fase di sviluppo. La cooperazione militare è affiancata da quella industriale: aziende come Rheinmetall stanno aprendo impianti per la produzione di munizioni e mezzi corazzati in Lituania e altri Paesi dell’Est Europa.
Il rischio di escalation
La decisione tedesca riflette una valutazione strategica condivisa da Berlino e Vilnius: la Russia potrebbe essere in grado di attaccare un Paese Nato entro i prossimi cinque anni. Non si tratta di una previsione, ma di una possibilità per la quale si vuole essere pronti. Lo ha detto chiaramente anche il ministro della Difesa lituano: “Ogni lituano sa che se i russi arrivano, nessuno sarà risparmiato”.
Ecco allora che il dispiegamento della Bundeswehr non è una provocazione, ma un tentativo di prevenzione. Una deterrenza solida e visibile è il miglior modo, secondo i leader tedeschi e baltici, per evitare un’escalation che coinvolga direttamente il territorio Nato e trascini l’Europa in una guerra imprevedibile.