Guerra, alleati con Ucraina o Russia? Il mondo si divide: dall'India a Cuba all'Africa, gli schieramenti campo. Mappa interattiva

All'indomani dell'invasione del 24 febbraio c'è chi condanna e chi supporta le azioni di Putin. E il mondo si divide, dall'Oriente al Sudamerica chi sono gli amici e i nemici di Kiev

Martedì 1 Marzo 2022
Ucraina, il conflitto divide il mondo: quali sono gli schieramenti in gioco

Quella tra Russia e Ucraina non è solo una crisi regionale. Il rumore delle bombe che cadono su Kiev risuona nei quattro continenti, costringendo gli stati ad abbandonare le posizioni ambigue e sfumate della diplomazia e a schierarsi in modo più o meno netto tra le parti in campo. Nel conflitto lo spazio della neutralità si assottiglia, svelando mire di controllo regionale, interessi e alleanze nascoste, indicibili in tempi di pace. Non a caso c'è chi guardando appoggi e condanne all'indomani dell'invasione del 24 febbraio ha parlato dell'inizio di una "nuova guerra fredda", del ritorno di una cortina di ferro a dividere in due il mondo, tra l'asse occidentale guidata da Washington e dalla Nato, e lo schieramento capeggiato da Mosca e Pechino che sembrano sfidare l'ordine del "mondo a stelle e strisce" avanzando nuove pretese di influenza regionale se non globale. Così mentre l'occidente compatto si stringe al fianco dell’Ucraina, la Russia non è sola nello scacchiere internazionale. Ma quali sono gli schieramenti in campo?

L'asse Mosca - Pechino 

Il più prezioso alleato di Mosca nel conflitto ucraino è la Cina.

Sebbene questa sia stata prudente nell'assumere una posizione troppo minacciosa nei confronti degli occidentali - per non danneggiare i rapporti con il mercato europeo - in realtà il supporto cinese è strategico per Mosca: è grazie al suo impegno nell'acquisto di gas e altri beni che la Russia spera di resistere economicamente alle pesantissime sanzioni occidentali. 

Sebbene il 28 febbraio il portavoce del ministero degli Esteri cinese abbia detto che «Cina e Russia non sono alleati, ma partner strategici e che «La Cina non interferirà in questioni terze», in realtà si è rifiutata di parlare di «invasione russa». Una non-condanna che di fatto è stata percepita come una scelta di campo. Dal 2001 il trattato di "buon vicinato e cooperazione amichevole" sancisce la vicinanza tra Russia e Cina, fondata sulla cooperazione economica, diplomatica e l’armonia geopolitica. La Russia ha sempre sostenuto le mire di Pechino su Taiwan definendo l'isola una «parte inalienabile». La Cina dal canto suo, è un buon alleato, ma nei limiti dei suoi interessi: non ha mai riconosciuto l'annessione della Crimea, e difficilmente riconoscerà quella di Lugansk e Donetskla, inoltre, la scelta di votare contro la risoluzione Onu di condanna all'invasione è comunque in linea con il principio di non interferenza negli affari esteri da sempre adottato da Pechino. Questo perchè se la Russia è ancorata a una situazione "bipolare" di amici e nemici, la Cina si muove in un mondo interconnesso e globale con interessi diversificati. La sua posizione è sempre «selettivamente ambigua e distaccata». 

Gli altri alleati di Putin 

Tra gli altri alleati  più fedeli di Putin c’è Alexander Lukashenko, leader della Biellorussia, considerato lo "stato cliente" di Mosca che ha consentito ai russi di sferrare l'attacco da nord in direzione Kiev. Supportano l'invasione anche gli stati dell'asia centrale, naturale sfera di influenza russa sin dai tempi dell'Unione Sovietica: l'Azerbaijan, Armenia, Kazakistan, e Kirghizistan. Gli ultimi tre sono parte dell'Unione Economica Euroasiatica, una sorta di "Unione Europea dell'asia centrale" costruita dal 2011 proprio dal presidente Putin e malvista dagli Stati Uniti ai cui occhi appare come un tentativo di resuscitare l'ex Urss.

 

 

Il fronte occidentale, chi sostiene Kiev 

Dall'altro lato dello schieramento, Kiev non è sola. Al suo fianco ha gli storici "buoni vicini", i paesi confinanti Polonia, Slovacchia e UngheriaRomania e Moldavia, mentre Lettonia, Estonia e Lituania sono state tra le prime a fornire armi e aiuti materiali. C'è poi l'Unione Europea, che nonostante le prime reticenze di Francia e Germania - principalmente a causa del timore di perdere forniture di gas - ora si è schierata compatta contro Putin, chiudendo lo spazio aereo ai voli russi e varando una serie di sanzioni senza precedenti nella storia mirate a far crollare l'economia russa insieme agli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Canada. A capeggiare la coalizione anti-Putin c'è naturalmente Washington, con Biden che ha ribadito più volte la volontà di sostenere l'Ucraina, sostenuta dagli storici alleati Giappone, Australia e Nuova Zelanda, che hanno annunciato sanzioni economiche contro Mosca.

In Europa il conflitto ha mobilitato persino la Finlandia, dichiaratamente neutrale dalla fine della seconda guerra mondiale, che ha condannato l'atto di aggressione russo e inviato 2.500 fucili d'assalto, 150.000 munizioni, 1.500 lanciarazzi a Kiev. Al suo fianco anche la Norvegia, che ha supportato il governo Ucraino con 2.000 armi anticarro M72. Armi sono arrivate anche dai paesi dell'Unione: la Germania ha autorizzato l'export di 1.000 armi anticarro e 500 missili terra-aria "Stinger" e i Pesi Bassi hanno inviato 200 missili Stinger, radar e munizioni. Tuttavia, tutti gli stati europei e della Nato si guardano bene dall'invio di uomini propri sul campo, come ha detto il ministro della Difesa di Londra Ben Wallace negando categoricamente l'intervento aereo inglese richiesto da Kiev: «Significherebbe che la Nato dichiara guerra alla Russia». 

Europa Orientale, la condanna degli ex alleati di Putin Orban e Zeman 

La mossa di Putin ha indebolito la sua sfera di influenza nell'est europeo in cui ora stati tradizionalmente allineati a Mosca si sentono minacciati dalle mire espansionistiche russe che risvegliano vecchi fantasmi.  Il presidente della Repubblica Ceca Milos Zeman ha criticato l'invasione russa: il ricordo del 1968 quando i carrarmati sovietici marciarono su Praga è ancora una ferita aperta. Ha fatto lo stesso anche il primo ministro ungherese Viktor Orbán - invasa dai russi nel 1956 -  il cui ministro degli Esteri Peter Szijijarto ha espresso sostegno alla Nato: «Stiamo con l’Ucraina, con l’integrità territoriale e con la sovranità». Anche la Bulgaria, tradizionalmente alleata di Mosca ha definito «inammissibile» l'invasione dell'Ucraina da parte di Putin.

Medio Orientale e Asia: Israele con la Nato, l'India "neutrale"

Nella guerra tra Kiev e Mosca una posizione difficile e strategica ce l'ha la Turchia. Nell'area mediorientale Israele ha condannato Putin, anche perchè in Ucraina vive una delle comunità di ebrei più popolose d’Europa. 

Specularmente la Siria di Bashar al-Assad è al fianco di Putin, che gli ha garantito aiuti militari e protezione politica durante il conflitto. Più neutrali l'Egitto e il Qatar, che ha chiesto di trovare un’intesa attraverso la diplomazia.

L'India può essere considerata una potenziale alleata di Kiev, ma al momento si è dichiarata "neutrale"  Appello alla diplomazia anche dal vicino Pakistan, mentre l'Iran si schiera timidamente al fianco della Russia con un tweet del ministro degli esteri che attribuisce la causa della crisi "alle provocazioni della Nato". Ancora più a est, la Corea del Sud si è unita alle sanzioni internazionali contro la Russia.

L'Ucraina divide il Sudamerica e Africa 

In Sudamerica Mosca fa alleati tra gli anti-americani  Cuba, Venezuela e Nicaragua che accusano gli Stati Uniti per aver “provocato la crisi” mentre il Messico ha condannato timidamente l'aggressione. In Africa, sostegno all'Ucraina dal Kenya dal Ghana e dal Gabon. Il Sudafrica è rimasto neutrale.

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 09:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA