Gran Bretagna, i contagi Covid crollano del 40% in una settimana: oggi registrati "solo" 84mila casi

Lo scorso lunedì i contagi erano 142 mila. Il portavoce di Johnson: «Segnali incoraggianti»

Lunedì 17 Gennaio 2022
Regno Unito, i contagi Covid crollano del 40% in una settimana: oggi registrati "solo" 84 mila casi

Il progressivo rallentamento nella curva del Covid nel Regno Unito, che in Europa ha anticipato tutte le ondate del virus, autorizza a intravedere una «luce in fondo al tunnel».

La stima arriva dall'Oms, in un trend che sembra essere confermato anche in America, con il picco dei contagi vicino a New York ed in altri Stati. Allo stesso tempo l'organismo Onu predica cautela nell'abbandonare le restrizioni, come si appresta a fare Londra. Avvertendo che la pandemia «è tutt'altro che finita» e porterà «probabilmente altre varianti» dall'impatto sconosciuto. Oltremanica, nell'ultima settimana c'è stato un calo di quasi il 42% dei contagi, dopo un mese di crescita esponenziale alimentata da Omicron. I casi quotidiani si sono stabilizzati sotto i 100mila e c'è una lieve ma graduale discesa anche dei ricoveri. Secondo gli esperti ci sono le condizioni perché il Paese sia il primo del continente a uscire dalla pandemia, dopo essere stato il primo a venirne travolto ed a subire le successive ondate (ma anche a partire con le vaccinazioni).

 

Regno Unito, contagi in calo del 40%

Così, proprio «guardando le cose dal punto di vista del Regno Unito, sembra ci sia luce in fondo al tunnel», ha rilevato l'emissario speciale dell'Oms per il Covid David Nabarro, sottolineando che gli ultimi dati britannici «ci offrono basi per sperare». Ma non per cantare vittoria, ha avvertito il funzionario, evocando un percorso «ancora accidentato per arrivare alla fine» vera e propria della pandemia. Il numero uno dell'Oms, in seguito, è stato ancora più categorico. Il virus circola ancora «troppo intensamente» e la probabilità che si evolva in nuove varianti è alta, ha rilevato Tedros Adhanom. Giudicando «fuorviante la narrativa secondo cui Omicron sia lieve», perché anche se «in media è meno grave», sta provocando «ricoveri e decessi e anche i casi meno gravi stanno inondando le strutture sanitarie». Segnali incoraggianti sul fronte della curva arrivano anche dal Paese europeo più investito dalla nuova ondata, la Francia. «Ci sono motivi per essere ottimisti», ha spiegato il portavoce del governo Gabriel Attal.

«L'onda della Delta», la variante più pericolosa per la salute, è «regredita», mentre le regioni in cui Omicron si è diffusa per prima registrano un «inizio di declino» della curva. Mentre «le terapie intensive si stabilizzano». Guardando ad altri quadranti il trend è positivo negli Stati Uniti. New York e altri Stati della costa nordorientale hanno visto un rapido calo dei casi di Covid e, secondo gli esperti, si avviano a raggiungere il picco di Omicron. Nella Grande Mela la media settimanale è scesa dai 40.000 contagi del 9 gennaio ai 28.000 di domenica, con i ricoveri rimasti stabili. Anthony Fauci «spera» che questo sia il preludio del passaggio ad una fase endemica. A meno che, ha chiarito il consigliere della Casa Bianca, non compaiano nuove varianti in grado di «eludere la risposta immunitaria a quella precedente». La cautela è d'obbligo anche nella misura in cui il rallentamento dei contagi è tutt'altro che generale. Tornando all'Europa, la Germania ha registrato un nuovo picco dell'incidenza. E nell'est, ancora in ritardo con le vaccinazioni, Omicron continua a bruciare record, come nel caso di Serbia e Bulgaria. Sul fronte del Pacifico, colpisce il picco di decessi in Australia. Dove c'è una pressione sugli ospedali talmente forte che il governo ha spostato decine di migliaia di infermieri e personale sanitario privato negli ospedali pubblici. 

Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 14:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA