Elezioni in Germania, Tajani: «Adesso un'Europa più bilanciata non solo a trazione franco-tedesca»

Lunedì 27 Settembre 2021 di Marco Conti
Voto in Germania, Tajani: «Adesso un'Europa più bilanciata non solo a trazione franco-tedesca»

Onorevole Tajani, quanto dovremmo aspettare per sapere che tipo di governo avrà la Germania?
«Era prevedibile, servirà qualche mese e nel frattempo la Merkel resterà alla Cancelleria».
Da europarlamentare di lungo corso ed ex presidente del Parlamento europeo, è in grado di fare previsioni sulle alleanze?
«E' ancora presto. Sottolineo però due cose. Ovvero che la Cdu-Csu ha ottenuto un grande risultato e che purtroppo, con l'uscita di Angela Merkel, perderemo in Europa un insostituibile punto di riferimento».
Eppure Laschet, leader dell'Unione Cdu-Csu, si è detto non soddisfatto.
«Solo qualche giorno fa era dato al 22%.

Certo non era facile ereditare il consenso di cui gode ancora Angela Merkel».

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A parte il sorrisino con Sarkozy qual è stato il vostro rapporto con la Cancelliera?
«Abbiamo avuto sempre un ottimo rapporto, a parte la vicenda che ricordava, nel Ppe, in Europa e anche nelle questioni rapporti bilaterali. Spetta però ora all'Italia assumersi qualche responsabilità in più per avere un'Europa più bilanciata che non sia soltanto quella franco-tedesca».
Questi tempi lunghi a Berlino produrranno uno stallo in Europa sui tanti dossier aperti?
«Certamente, è stato così anche le ultime volte ma ora il tutto rischia di aggravarsi per l'assenza della Merkel. Però, diceva Sant'Agostino, ex malo bonum».
Ovvero?
«Dalla mancanza della Merkel come punto di riferimento dell'Europa c'è spazio per l'Italia di Mario Draghi e la credibilità che ha il nostro presidente del Consiglio. Draghi è quello che ha guidato la Bce in un momento molto delicato e ora sta governando spingendo il nostro Paese verso la ripresa. Berlusconi ha compreso per primo quale occasione abbiamo e continua a sostenere la linea fortemente europeista di Draghi».
Dalla filosofia che è alla base del Next Generation Ue è possibile che il nuovo governo tedesco possa tornare indietro?
«Non credo proprio. Ormai la decisione di messa in comune del debito è stata presa e la Merkel ha avuto il merito di passare da una politica rigorista ad un'altra di solidarietà. Qualunque coalizione si formerà a Berlino, non si può e non si deve tornare indietro. Draghi ha la credibilità giusta per frenare eventuali spinte».
In Germania si tratterà per mesi sul nuovo governo e la Francia si avvicina a nuove elezioni presidenziali. In Italia riusciremo ad evitare elezioni anticipate?

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«Prima affrontiamo l'appuntamento con l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Penso che comunque vada Draghi resterà a lungo protagonista della politica italiana. Sottolineo anche la spinta europeista che continua a dare Berlusconi».
Forza Italia certamente, meno i vostri alleati di centrodestra.
«Ma noi ci siamo e contribuiamo non poco all'impronta del governo e all'affidabilità che l'Italia ha ora a Bruxelles».
Tra i dossier che l'Europa si rimpalla da tempo c'è anche l'armonizzazione fiscale, l'unione bancaria e l'immigrazione. Che accadrà ora?
«L'uscita della Merkel non agevola. Occorrerà rimettere insieme i tasselli e dovremmo anche vedere come questi argomenti verranno declinati nel programma di governo. C'è anche il tema della difesa comune che va affrontato con urgenza come ha dimostrato la vicenda afghana».
Sulla difesa comune i tedeschi sono freddini?
«Non direi, hanno fatto notevoli passi in avanti rispetto al passato. Anche Macron ha compiuto aperture importanti e l'europeismo del nostro governo può dare una spinta decisiva».
Afd scende e la sinistra della Linke potrebbe non entrare in Parlamento. Che ne pensa?
«Due buone notizie. Afd è il partito più anti-italiano che c'è a Bruxelles e la Linke il più comunista».

 

Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 11:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA