Georgia, proteste in piazza: dopo gli scontri revocata la legge pro-Putin sugli agenti stranieri. Cosa sta succedendo

La legge era osteggiata dalle opposizioni e dalla Ue, che la considerano come un mezzo per limitare le attività dei media e delle ong, sul modello di quella analoga varata nel 2012 in Russia

Giovedì 9 Marzo 2023 di Claudia Guasco
Georgia, proteste in piazza: dopo gli scontri in piazza revocata la legge pro-Putin sugli agenti stranieri

Il Parlamento georgiano ha revocato la legge sugli agenti stranieri. Lo riferisce Sputnik Georgia. «Da partito responsabile di governo abbiamo preso la decisione di ritirare senza condizioni la proposta di legge che avevamo sostenuto», ha detto il partito Sogno Georgiano, che detiene la maggioranza assoluta in Parlamento. La decisione fa seguito a due notti di scontri a Tbilisi, dove migliaia di manifestanti che chiedevano la revoca della legge si erano radunati davanti al Parlamento. Secondo il bilancio fornito dal ministero dell’Interno, la polizia ha fermato 133 persone mentre decine di agenti e civili sono rimasti feriti. Il testo della norma revocata prevedeva che le organizzazioni non governative e i media indipendenti che ricevono oltre il 20% dei loro finanziamenti dall’estero si dichiarassero «agenti stranieri», circostanza che avrebbe limitato la loro libertà d’azione. La legge era osteggiata dalle opposizioni e dalla Ue, che la considerano come un mezzo per limitare le attività dei media e delle ong, sul modello di quella analoga varata nel 2012 in Russia.

Riforme a favore della Ue

«Accogliamo con favore l’annuncio del partito al governo di ritirare il progetto di legge sull’influenza straniera. Incoraggiamo tutti i leader politici georgiani a riprendere le riforme a favore dell’Ue, in modo inclusivo e costruttivo e in linea con le 12 priorità della Georgia per ottenere lo status di candidato», è il tweet pubblicato dalla rappresentanza dell’Unione europea in Georgia dopo che il partito di governo ha annunciato il ritiro del controverso progetto di legge, che secondo i critici minerebbe tra l’altro le speranze di adesione all’Unione europea del Paese del Caucaso meridionale. Le drammatiche immagini di una donna che davanti al parlamento di Tbilisi sventola una bandiera della Ue resistendo agli idranti della polizia hanno fatto il giro del mondo. La donna agita il vessillo blu con le stelle, colpita dal getto del cannone ad acqua della polizia antisommossa mentre altri dimostranti la affiancano cercando di farla desistere. Un simbolo dell’anima europeista di un movimento che potrebbe richiamare le proteste di Euromaidan a Kiev nel 2013-2014, con la conseguente caduta del presidente filorusso Viktor Yanukovich.

Ma le differenze con quell’esperienza sono radicali, perché anche il partito di governo Sogno Georgiano, sostenitore della nuova legge, aspira all’ingresso nella Ue e nella Nato, pur cercando di seguire una linea pragmatica nelle relazioni con Mosca, con cui la Georgia ha combattuto una guerra nell’estate del 2008.

 

Le proteste

Era da giorni che nella capitale del Paese, Tbilisi, erano in corso forme di protesta, culminate nella notte di mercoledì quando decine di migliaia di persone sono scese in piazza nel centro della città. La polizia ha brutalmente disperso la manifestazione usando cannoni ad acqua, spray al peperoncino e gas lacrimogeni, rispondendo al lancio di bottiglie incendiarie e pietre contro il Parlamento che una parte dei dimostranti ha cercato di prendere d’assalto. Negli scontri sono rimasti feriti 50 tra agenti e civili, ha informato il ministero. Ma Giorgi Vashadze, del partito di opposizione Strategia Aghmashenebeli, ha denunciato «un uso sproporzionato della forza contro una dimostrazione pacifica» e ha comunicato che tra gli arrestati figura Zurab Japaridze, capo di un altro partito di opposizione, il Girchi. Levan Khabeishvili, leader del partito di opposizione Movimento unito nazionale, ha lanciato un appello alla popolazione esortandola a scendere in piazza ogni giorno fino alla revoca della normativa. Quindi ha bruciato pubblicamente dei fogli con il testo della legge, la quale impone alle società non commerciali che ricevono oltre il 20% dei propri finanziamenti dall’estero di registrarsi appunto come «agenti stranieri».

Le consultazioni

Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha tuttavia precisato che l’adozione della legge «non è compatibile con il percorso dell’Ue auspicato dalla maggioranza dei georgiani». Anche l’Alto rappresentante per la politica Estera Josep Borrell ha osservato che la normativa potrebbe ostacolare l’ingresso nella Ue della Georgia, che ha avanzato la sua candidatura un anno fa. Gli Stati Uniti auspicano inoltre che il governo di Tbilisi non soffochi le proteste. Il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price, ha sottolineando che Washington «si schiera dalla parte del popolo della Georgia, esortiamo il governo a rispettare la libertà di tenere manifestazioni pacifiche. Siamo dalla parte del popolo georgiano e delle sue aspirazioni». I membri del Parlamento europeo Maria Kaljurand e Sven Mikser, figure di spicco nelle relazioni con la Georgia, hanno dichiarato che la proposta di legge «va direttamente contro l’ambizione dichiarata dalle autorità georgiane di ricevere lo status di candidato all’adesione alla Ue». E alla fine la presidente della Georgia, Salome Zurabishvili, ha annunciato che avrebbe posto il veto alla legge. Troppe pressioni per andare avanti. Così i parlamentari hanno spiegato che «si sono tenute consultazioni tra il consiglio politico di Sogno Georgiano, Forza del Popolo e i deputati della maggioranza parlamentare» e hanno riconosciuto che il disegno di legge, che ha superato la prima lettura all’inizio di questa settimana, «ha suscitato polemiche nella società». Per questo motivo è stato deciso di ritirare incondizionatamente la norma «senza alcuna riserva». Con una precisazione. L’iniziativa, rimarcano, è stata presentata «in una luce negativa» e «una certa parte della popolazione» è stata fuorviata: «Il progetto di legge è stato falsamente etichettato come una “legge russa” - si legge nel comunicato - e la sua adozione in prima lettura è stata presentata agli occhi di una parte dell’opinione pubblica come un allontanamento dal corso europeo».

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Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 16:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA