Crisi del gas, corsa al carbone. Terza proroga al taglia-bollette. Oggi Cdm sui sostegni

Il comitato di emergenza non alza l'allarme ma spinge sull'uso del fossile

Mercoledì 22 Giugno 2022 di Andrea Bassi
Crisi del gas, corsa al carbone. Terza proroga al taglia-bollette

Parte la corsa al carbone. E l'Italia dovrà fare di tutto per non restare indietro. Il governo ha chiesto a Enel e Eph, le società proprietarie delle quattro principali centrali ancora in funzione nella Penisola (altre due sono in Sardegna), di comprare tutto il carbone necessario per farle funzionare prima che in agosto scatti l'embargo alle importazioni dalla Russia. È questa una delle principali misure decise ieri dal Comitato per l'emergenza gas convocato dal ministro per la Transizione energetica Roberto Cingolani.

Dopo oltre quattro ore di riunione, il Comitato ha deciso di non dichiarare lo stato di allerta.

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Oggi il ministro vedrà le società del settore e deciderà se confermare le indicazioni del comitato. Ma la decisione di lasciare inalterato il livello di attenzione è ormai presa. La domanda di gas è più alta che rispetto al passato in questa stagione, ma l'offerta ancora tiene. Il taglio del 50 per cento delle forniture dalla Russia è stato coperto dal raddoppio delle importazioni del gasdotto Transmed che attraverso l'approdo di Mazara del Vallo in Sicilia, porta in Italia il gas algerino. Più gas sta arrivando anche dall'Arzebaijan tramite il Tap e persino i rigassificatori hanno iniziato a viaggiare quasi a pieno regime. Anche il nodo del riempimento degli stoccaggi è stato per adesso risolto. Per raggiungere il target di giugno mancano all'appello ancora 800 milioni di metri cubi. Sarà Snam a comprarli.

 

Il proprietario e gestore della rete di trasmissione si era già fatto carico di iniettare nelle riserve 700 milioni di metri cubi di metano pur non essendo un compito della società riempire gli stoccaggi. Adesso è stato deciso che immetterà tutta la quantità che ancora manca a centrare l'obiettivo di giugno. Questo in attesa che gli altri operatori del settore inizino a fare la loro parte. Per questo durante il Comitato, sarebbe stata prospettata la possibilità nelle prossime settimane di attivare una linea di credito garantita dallo Stato, probabilmente attraverso la Sace, per fornire alle imprese del settore la liquidità necessaria a comperare il gas da immettere nelle scorte. «Un anno fa», ha spiegato Cingolani, «un metro cubo di gas costava 20 centesimi, adesso costa un euro. Dobbiamo immagazzinare 10 miliardi di metri cubi: un anno fa ci volevano 2 miliardi di euro, ora ce ne vogliono 10. Siccome le linee di credito rimangono quelle», ha aggiunto, «per gli operatori è un rischio».


Le ultime quotazioni registrate ieri al mercato olandese Ttf sono ancora più alte: 125 euro a megawattora, in crescita del 4% sul giorno precedente. Il ministro ha anche annunciato l'aumento, a breve, della produzione nazionale. Poi Mario Draghi e lo stesso Cingolani, continueranno a battersi in Europa per un tetto al prezzo del gas (battaglia condivisa da Confindustria), per sganciare il costo delle rinnovabili da quello del metano e per una nuova regolamentazione dei mercati. Intanto, come detto, si andrà a tutto carbone. Mandare al massimo le centrali ancora in funzione farà risparmiare 5 miliardi di metri cubi di metano. Ma per trovare il carbone necessario bisognerà battere la concorrenza di Germania e Austria, altri due Paesi che hanno deciso di tornare a bruciare il fossile come non mai per compensare la mancanza di gas. Una parentesi nelle politiche spinte di decarbonizzazione. Oggi intanto dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri il decreto con la proroga delle misure sulle bollette, con una proroga anche per il terzo trimestre del taglio dei prezzi di luce e gas, dal bonus sociale all'azzeramento degli oneri di sistema.
 

Ultimo aggiornamento: 16:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA