Emiliano Sala, il manager: «Ho organizzato io il volo». L'aereo finito in una bufera di ghiaccio

Mercoledì 23 Gennaio 2019 di Paolo Ricci Bitti
Emiliano Sala, l'inquientate messaggio del pilota dell'aereo caduto: «Sono arrugginato»

«Sono stato io ad organizzare il volo di Emiliano Sala». Con la chiusura definitiva delle ricerche del calciatore argentino e del il pilota inglese Dave Ibbotsen, il cui aereo è precipitato lunedì sera nelle acque della Manica, arriva almeno una risposta a una delle domande di questa vicenda che ha visto terminare senza esito anche il terzo giorno di ricerche in un'area di quasi 3.300 chilometri quadrati a nord di Guernsey, come reso noto dalla polizia dell'isola. Perlustrazioni finite data la mancanza di ogni risultato finora e l'impossibilità che i due siano sopravvissuti all'impatto con il mare. 


 


Ad allestire il volo è stato Mark McKay, scozzese, fra i più noti agenti del calcio europeo che ha dichiarato di essersi attivato, insieme a Meissa N'Diaye, agente di Sala, quando il calciatore argentino ha chiesto di tornare per il finesettimana a Nantes dopo aver superato venerdì scorso le visite mediche a Cardiff per il club della capitale gallese che l'ha ingaggiato dalla società francese per 17 milioni di sterline. McKay chiarisce che l'accordo prevedeva che l'aereo privato avrebbe trasportato Sala da Cardiff a Nantes sabato mattina, 19 gennaio, e che l'avrebbe atteso fino a lunedì per il rientro in Galles. Sala intendeva salutare, in questi giorni, gli amici e gli ex compagni di squadra della città francese. L'agente scozzese spiega infine di aver solo adesso chiarito la questione per non deviare l'attenzione da uno scenario che non fosse quello delle ricerche.

Del resto il Cardiff aveva subito affermato che il volo privato con il monomotore Piper PA 46 Malibu non era stato organizzato del club che aveva invece inutilmente offerto un volo di linea al calciatore.

Dichiarazioni che salteranno fuori nelle future cause per risarcimento danni legate alla scomparsa di un giocatore di 28 anni appena passato da un club all'altro e che aveva davanti ancora molti anni di carriera.

IL METEO
Fra le altre circostanze chiarite c'è anche quella delle condizioni meteo nella sera dell'incidente. La polizia di Guernsey ha ricordato che era in atto una forte perturbazione, con visibilità assai ridotta, temperature rigide e con onde di due metri. Difficile resistere a lungo in quelle acque in caso si sia sopravvissuti all'impatto del  Piper PA-46 Malibu con il mare in condizioni per di più che rendevano quasi impossibile un ammaraggio.

LO SCENARIO 
Nel terzo e ultimo giorno di ricerche non resta così che ripercorrere le tappe della vicenda, mercoledì segnata soprattutto dalla notizia che il pilota dell'aereo precipitato lunedì nella Manica si sentiva
«arrugginito nell'uso dell'Ils» ovvero dell'Instrument landing system, il sistema elettronico di atterraggio strumentale, un aiuto determinante soprattutto in avverse condizioni meteo.  

E poi il messaggio vocale del neoingaggiato dal Cardiff che si diceva, più con le parole che nei toni, «impaurito da un aereo in pezzi» con un messaggio vocale whatapp inviato agli amici prima del decollo di Nantes. Senza dimenticare l'ex fidanzata che spinge a indagare sulla "mafia del calcio" ipotizzando un attentato dietro la caduta dell'aereo.

Un passo indietro in queto scenario ora contrastato ma che, nelle prossime settimane, una volta completati gli accertamenti, potrebbe in realtà chiudersi come la gran parte degli incidenti aerei con le cause che oscilleranno tra l'errore umano, magari facilitato dal maltempo, e l'avaria del mezzo, con l'aereo che in entrambe le situazioni precipita in mare senza lasciare scampo a equipaggio e passeggeri. Da attendere anche l'eventuale ritrovamento dei rottami dei velivolo, per nulla scontato.  

Intanto già ieri nel primo pomeriggio di mercoledì era giunta dalla Manica la dichiarazione: «Non c'è alcuna speranza di trovare vivo l'attaccante del Cardiff e il pilota dell'aereo» aveva detto da John Fitzgerald di Channel Islands Air Search, una delle unità impegnate nelle ricerche dell'aerotaxi, un Piper Malibu, sparito nei pressi dell'isola di Alderney, a bordo del quale, oltre al pilota, viaggiava l'argentino di 28 anni partito dall'aeroporto Nantes Atlantique e diretto a Cardiff. Fitzgerald ha sottolineato che «anche la persona più in forma al mondo» resisterebbe  poche ore nelle acque gelide del canale.

Ai comandi l'esperto pilota inglese Dave "Dibbo" Ibbotsen, ingegnere di 60 anni, sposato, tre figli, di Crowle: un comandante ritenuto assai affidabile anche dai tanti paracadutisti che portava spesso in quota per i lanci. Il velivolo Piper PA-46 Malibu N264DB risulta registrato allo scalo di Norfolk 

Secondo siti gallesi, il pilota, lunedì verso le 19, causa il maltempo avrebbe tentato tre volte il decollo dalla pista dell'aeroporto francese prima di riuscirsi ad alzarsi in volo in sicurezza. Un segno dell'esperienza del pilota, che avrebbe staccato le ruote da terra solo quando ne ricorrevano tutte le condizioni? Oppure il segno che le condizioni meteo avrebbero dovuto sconsigliare il rientro a Cardiff? 

Domande destinate probabilmente a restare senza risposte.

Nel pomeriggio di mercoledì, tuttavia, uno scambio di messaggi whatspp diffuso da un amico di Ibbotsen e pubblicato dal Mirror aveva lanciato nuovi interrogativi: il 19 gennaio il pilota inglese, appena atterrato al Nantes Atlantique,  ha scritto all'amico di «sentirsi arrugginito con l'Ils». L'amico, evidentemente un altro pilota, sembra scettico: «Non ti credo». «Ci puoi scommettere, soprattutto nell'approccio iniziale (high side, ovvero in alto, nella fase di approccio iniziale rispetto al profilo verticale di discesa indicato dell’Ils, sistema elettronico di atterraggio strumentale, ndr)», insiste Ibbotsen.



Insomma, il pilota inglese si era sentito un po' incerto per la fase di atterraggio in Francia. Che influenza può avere questo suo sentirsi "arrugginito" in fase di atterraggio strumentale nell'incidente di due giorni dopo, avvenuto in tutt'altra fase del volo, la "crociera"? Un'altra domanda dalla difficile risposta. 



LEGGI ANCHE: Sala, i messaggi dall'aereo: «Cade a pezzi, ho paura». Ex fidanzata: «Indagate sulla mafia del calcio»


LA POLIZIA
«Tre aerei e un elicottero sono stati impegnati nella ricerca. Stiamo anche esaminando le immagini satellitari e i dati dei telefoni cellulari per vedere se possono essere di aiuto nella ricerca. Fino ad oggi, nulla è stato individuato dell'aereo scomparso», ha detto il portavoce della polizia.  Assai poco credibile anche l'ipotesi a cui si aggrappano i familiari, ovvero che l'aereo sia riuscito ad ammarare con il pilota e il calciatore ora alla deriva su un canotto oppure approdati in qualche zona remota. In questo casi il pilota di solito ha il tempo di lanciare il mayday. 

IL MESSAGGIO WHATSAPP DEL CALCIATORE
​«Sono qui sull'aereo che sembra che sia sul punto di cadere a pezzi e sto andando a Cardiff - le parole inviate da Sala lunedì pomeriggio attraverso un audio agli amici riportate dal Clarin - Se entro un'ora e mezza non avete mie notizie, non so se manderanno qualcuno a cercarmi perché non mi troveranno ma... lo sai. Che paura che ho»​.



Un messaggio che fa scalpore tanto quanto la dichiarazione della fidanzata Berenice Schakir che chiama in causa la mafia del calcio ipotizzando di fatto un attentato. 





Resta il fatto che difficilmente un passeggero non esperto di velivoli può giudicare le effettive condizioni dell'aereo che invece vengono valutate prima di ogni decollo dal pilota che certo non rischia la propria vita e quella dei passaggeri se rileva anomalie. 
 


IL VELIVOLO
Si tratta di un Piper PA-46 Malibu, velivolo in linea, in varie versioni, da oltre 30 anni: costruito dalla Piper Aicraft, con un costo che può arrivare fino a 1,5 milioni di dollari, è un monomotore a turboelica che può trasportare fino a 5 passeggeri nella cabina pressurizzata con possibilità di raggiungere quasi gli 8mila metri di quota e una volocità di crociera di 400 kmh. Il volo da Nantes a Cardiff è considerato di routine per un velivolo come questo abilitato al volo ognitempo. Il monomotore risulta costruito nel 1984 ed immatricolato a Bungay, Norfolk, per la compagnia Southern Aircraft Consultancy.



LE IPOTESI DELL'AVARIA E DEL GHIACCIO
Il portavoce della polizia di Guernsey ha affermato che il Piper PA-46 Malibu con a bordo due passeggeri e decollato da Nantes alle 19.15 (del 22 gennaio), stava volando a meno di 2mila metri di altezza (una quota assai bassa, ndr) quando il pilota, sulla verticale dell'Isola, ha chiesto di diminuire ancora la quota. Il personale del radar dell'Atc (Air traffic control) hai poi dato l'allarme dopo aver perso la traccia del velivolo sceso ad appena 700 metri a circa 20 chilometri a nord di Guernsey.




Uno scenario che fa ipotizzare un'avaria meccanica che ha ridotto bruscamente le prestazioni dell'aereo. Oppure a una strategia del pilota che cercava di evitare il maltempo, in quelle ore effettivamente avverso: da temere, in particolare, le basse temperature che possono portare alla formazione di ghiaccio sulle ali. E sia pure con l'aiuto degli strumenti, volare a bassa quota sul mare al buio e con meteo sfavorevole non è mai facile, soprattutto se non si è abituati a farlo. Proprio la formazione di ghiaccio sulle ali potrebbe infine emergere fra le ipotesi più credibili sulle cause dell'incidente.

Da chiarire, in questo caso, se quella versione di Piper PA-46 fosse dotata di un efficiente sistema antighiaccio sulle ali. Di solito questa dotazione non manca. Di sicuro il velivolo era usato regolarmente nei cieli inglesi in cui le basse temperature non mancano di sicuro.  
  



L'EQUIPAGGIO
Infine la questione dell'equipaggio. Inizialmente si temeva che a bordo del Piper vi fossero tre persone: i media francesi hanno riportato appunto che tre persone hanno superato i controlli alle barriere dell'aeroporto di Nantes, tutte e tre sono arrivate sulla pista ma soltanto un pilota è salito sul Piper, Dave Ibbotson "inizialmente non previsto dalla documentazione del volo". Il terzo uomo è Dave Henderson, ugualmente un pilota molto esperto, che non è però salito a bordo all'ultimo minuto. Henderson ha poi postato su Facebook un messaggio per far sapere di essere in vita, poco dopo ha disattivato il suo account. Un'altra situazione grigia di questa vicenda perché è certo che ai comandi all'andata vi fosse Ibbotsen, come attestano i suoi whatsapp sulle incertezze sull'uso dell'Ils.
 

Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 17:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA