Elezioni in Germania, Spd in lieve vantaggio sulla Cdu in caduta libera: in due chiedono l'incarico

Lunedì 27 Settembre 2021 di Flaminia Bussotti
Germania, Spd in vantaggio sulla Cdu in caduta libera: Scholz in testa ma per il governo strada in salita

I socialdemocratici conquistano di misura il primo posto e Olaf Scholz sente odore di cancelleria. Ma i cristiano democratici tallonano la Spd a un punto di distanza e Armin Laschet non demorde e annuncia anche lui di colloqui di governo. Le prime elezioni senza Angela Merkel mostrano un quadro di grande incertezza, con Spd e Cdu-Csu sotto il 30%, un frazionamento del Parlamento e una voglia di cambiamento presente, ma non travolgente. I risultati provvisori delle elezioni di ieri in Germania indicano una rimonta spettacolare della Spd, una batosta storica della Cdu-Csu e due partiti, Verdi e liberali (Fdp), arbitri della situazione, entrambi indispensabili per un nuovo governo che, per la prima volta sarà tripartito. 

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Secondo i primi dati dalle urne, la Spd arriva al 26%, contro il 20,5% nel 2017, la Cdu-Csu 24,2%, che quattro anni fa con la Merkel arrivava al 32,9%, Verdi al 14,3%, un risultato inferiore rispetto al sogno della cancelleria ma sempre un successo rispetto al 2017 (8,9%), i Liberali (Fdp) all’11,5% (10,7%), l’estrema destra AfD 10,5 (12,6%) e la Linke (Sinistra) in bilico al 5% (9,2).

Le possibilità di coalizioni si restringono di fatto a due: la cosiddetta Semaforo fra Spd, Verdi e Fdp (rosso-verde-gialla) guidata a Scholz, o una Giamaica fra Cdu-Csu, Verdi, Fdp (nero-verde-gialla) guidata da Laschet. 

 

Le coalizioni

Sulla carta sarebbe possibile anche una riedizione Grande coalizione ma né l’Unione né la Spd la vogliono. Se i risultati definitivi saranno confermati, Scholz riceverà il mandato per la formazione di un nuovo governo. Se però i colloqui dovessero fallire, la parola passerebbe a Laschet. Il leader Cdu ha già annunciato che comincerà subito i colloqui per sondare la possibilità di formare un governo. Tanto Scholz quanto Laschet dovranno fare offerte appetibili per convincere Verdi e Liberali ad allearsi: vince il miglior offerente e sia Verdi che Fdp cercheranno di vendere cara la pelle. Nella campagna elettorale Scholz e la verde Annalena Baerbock (che ieri ha ammesso che «volevamo di più») non avevano fatto mistero che avrebbero preferito formare assieme un governo “Semaforo”. Ma ieri sera, l’altro co-leader dei Verdi, Robert Habeck, che aveva lasciato il passo alla Baerbock per la corsa alla cancelleria, non ha escluso un’alleanza “Giamaica” con la Cdu-Csu: dipende dalle migliori possibilità di attuare il programma dei Verdi. Il leader Fdp Christian Lindner ha ribadito di preferire una coalizione Giamaica: con la Cdu-Csu c’è la maggiore vicinanza di contenuti, ha detto. Per Scholz, ministro delle finanze e vice cancelliere nell’attuale governo di Angela Merkel, il risultato è un grande successo personale: in primavera la Spd languiva al 15% e nessuno prendeva seriamente la sua candidatura alla cancelleria. 

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Gli errori

Poi, grazie ai tanti errori di Baerbock e di Laschet e a una azzeccata campagna di Scholz, che si è presentato come il più credibile erede della Merkel, è riuscito a staccare gli altri concorrenti e piazzarsi da settimane in testa nei sondaggi con consensi sul 25% e suoi personali sul 47%. Una serie di scandali che lo hanno riguardato come ministro delle finanze e, prima come borgomastro di Amburgo, gli sono scivolati addosso. Per i tedeschi, uscita di scena la Merkel, e con un successore Laschet poco convincente, Scholz è risultato più affidabile per guidare il Paese. «Gli elettori hanno detto di volere un cambiamento e mi hanno dato un chiaro mandato per diventare il prossimo cancelliere», ha detto. La sua Spd ha vinto anche a Berlino, dove l’ex ministra della Famiglia Franziska Giffey si è aggiudicata la poltrona di sindaco, succedendo a Michael Mueller.

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Per Laschet la strada è in salita e forse al capolinea: gli resterà addosso il marchio di avere guidato la Cdu nella sua peggiore débâcle dopo 16 anni al potere con la Merkel. Le forze distruttive nell’Unione avranno libero corso: un assaggio sarà già domani quando si riuniranno i nuovi gruppi parlamentari. «La Germania ha bisogno di una coalizione del futuro che modernizzi il Paese», ha detto Laschet. Ma all’indomani del voto, la sola cosa sicura è che Angela Merkel non c’è più e che le trattative per il prossimo governo saranno lunghe e incerte. 

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Ultimo aggiornamento: 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA