La polizia dell' Ecuador ha confermato che più di 50 prigionieri sono morti come conseguenza di rivolte esplose in tre carceri del Paese.
Il ministro dell'Interno ecuadoriano, Patricio Pazmiao, ha dichiarato ai media che si tratta di «un'azione concertata di organizzazioni criminali per generare violenza nelle carceri». Oltre alle vittime fatali, i media parlano anche di una ventina di feriti e di una quarta rivolta nel carcere di Lacatunga, con un altro bilancio imprecisato di vittime. Da parte sua, riferisce il portale di notizie Primicias, il presidente della Repubblica, Lenn Moreno, ha menzionato «una lotta di mafie organizzate» e ha raccomandato «un uso progressivo e prudente della forza da parte della polizia per garantire la sicurezza dei detenuti». Il capo dello Stato ha definito «strano» l'accaduto e ha assicurato che nell'ottobre 2019 sostenitori dell'allora presidente Rafael Correa «assoldarono dei criminali che erano in libertà per provocare disordini e contrastare le legittime aspirazioni delle popolazioni indigene che protestavano. Non mi sorprenderebbe - ha concluso - se anche oggi si trattasse di una loro manovra. Comunque la polizia e il ministero dell'Interno stanno lavorando per riprendere il controllo delle carceri di Guayaquil, Cuenca e Latacunga».