Ecuador, il terrore degli italiani: «Se esci qui, ti sparano. Nessun luogo è sicuro»

Ancora scontri tra gruppi di Narcos e governo

Venerdì 12 Gennaio 2024 di Raffaella Troili
Ecuador, il terrore degli italiani: «Se esci qui, ti sparano. Nessun luogo è sicuro»

«C'è l'angoscia che ti sparino addosso». E le città sono deserte, tutti al riparo in casa. «Nessun luogo pubblico è più sicuro». Salvatore Foti, presidente del Comitato italiano all'estero Ecuador (Comites) è a Quito, la capitale.

Sono 30mila gli italiani nel Paese. Racconta: «Tutto è cambiato, da quando l'altro ieri gruppi armati hanno preso d'assalto Tc television la gente ha capito, ma già prima sospettava, che i delinquenti qui comandano». La paura è montata. Con fuggi fuggi, nessuno che rispetta i semafori, uffici, scuole, negozi chiusi. Un flashback: «La sensazione è quella dell'epoca del covid, si evita di uscire, si aspetta, assetati di notizie, sperando finisca tutto». Mentre continua il braccio di ferro tra Narcos e Stato, gli attentati all'ordine del giorno, dalle piccole stazioni di polizia ai passaggi pedonali, ai mezzi pubblici «noi dobbiamo stare attenti a spostarci». Non è un fulmine a ciel sereno. Si poteva esser rapinati, sequestrati anche prima. Ora basta essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato: un papà è stato colpito a morte mentre correva a prendere il figlio a scuola. «Da due, tre anni c'era la paura di uscire la sera, i locali chiudevano prima, i sequestri di persona, ordinari. Estorsioni, attentati, i commercianti sono stati presi di mira dai criminali, molti hanno chiuso». Ora tutto è fermo. Coprifuoco dalle 23 alle 5, stato di emergenza nel Paese. Il conflitto armato interno con i gruppi criminali (22 cartelli legati al narcotraffico) vede ogni giorno saccheggi, rapine, attentati, rivolte, un'esplosione mercoledì in una discoteca. Ieri esercito e polizia hanno arrestato 329 membri di bande criminali, eliminati altri 5, riportato 28 in prigione. Ma almeno 139 persone sono tenute in ostaggio da bande armate nelle carceri. «Il Paese è unito ed è per questo che usciremo vincitori», ha detto in un videomessaggio il presidente dell'Ecuador Daniel Noboa. Un altro video è stato diffuso da un gruppo di criminali, uno ha letto un comunicato: «Salutiamo il Paese e ci scusiamo per i disordini, soprattutto a voi poveri, i più colpiti». Poi un attacco a Noboa: «ragazzo ricco con il suo ego da supereroe» e un cenno a possibili negoziati con il governo su esempio della Colombia. Si dice fiducioso Sebastian Passarello, arrivato domenica a Cuenca da Parma per montare un pastificio per conto dell'azienda Italpasta. «Già nell'hotel mi hanno spiegato che c'era il coprifuoco perché era scappato un leader dei Narcos e che era meglio non uscire. Lunedì sono iniziati i disordini, si è sparsa la voce che potevano esserci auto bomba, c'è stato un fuggi fuggi dalla piazza centrale, hanno chiuso il centro, la paura e l'agitazione hanno preso il sopravvento più dell'allarme e gli spari».

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«SE PEGGIORA, ME NE VADO»

Anche il suo albergo ha chiuso, «sono riuscito a riavere le mie cose, mi sono attivato con il console per capire se ripartire o no. Il presidente si sta muovendo bene, in strada ci sono esercito e forze speciali, sono tranquillo. Dovrei stare qui un mese, siamo sempre attenti, c'è un volo al giorno, appena c'è una "bombetta" parto, se non si arrendono me ne vado, non voglio rischiare. Cuenca è più tranquilla, ma nessuno sa come andrà a finire». Eliseo Moscoso, milanese, segretario Comites si rammarica: «Vivo qui a Guayaquil da 10 anni, sono venuto per lavoro poi ho conosciuto la mia compagna, sono parte attiva della comunità italiana. Era un'isola felice, ora il caos. Sembra di esser tornati al 2020, alla pandemia, c'è il deserto. Si rischia un attentato anche a prendere bus e taxi». Moscoso si rammarica, «la situazione economica ne risentirà, molti sono emigrati all'estero, si è soggiogati dalla criminalità più spicciola, ti puntano una pistola per rubare il cellulare, chiunque può esser sequestrato. Ora siamo ancor più limitati, anche a fare una gita al mare questo fine settimana, uno ci pensa».

Ultimo aggiornamento: 07:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA