Doppio suicidio, star di Netflix muore a 23 anni: la mamma si uccide 5 mesi dopo

Martedì 8 Dicembre 2020
Doppio suicidio, star di Netflix muore a 23 anni: la mamma si uccide 5 mesi dopo

Non ha retto al dolore, Melinda Coleman, e al senso di impotenza e di ingiustizia davanti alla storia tragica di sua figlia Daisy, violentata a 14 anni a una festa e morta suicida ad agosto dopo anni di depressione e dopo aver scoperto che, in seguito allo stupro, non poteva più avere figli.E quindi si è tolta la vita anche Melinda, domenica scorsa, come annunciato su Instagram dall’associazione creata dalla figlia per aiutare le vittime di violenza.

Poco prima aveva postato numerose foto di Daisy con frasi tenere e struggenti. «Siamo sconvolti e increduli nel condividere con la nostra famiglia di Safe Bae la notizia della morte di Melinda Coleman per suicidio questa sera», si legge in un post dell’organizzazione su Instagram. «Era una brava veterinaria, unamadre e una moglie devota e una body builder di talento», si legge. «Non ci sono parole per esprimere la nostra tristezza, ma vogliamo dire che se hai un problema con un trauma e con la depressione, non sei solo. C’è sempre aiuto e sostegno».

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Della sua esperienza, Daisy aveva parlato apertamente in un documentario uscito su Netflix nel 2016 e intitolato “Audrie & Daisy”, che raccontava anche la vicenda di Audrey Potts, una ragazza californiana che si uccise a quindici anni nel 2012, giorni dopo essere stata violentata a una festa a casa da tre adolescenti che avevano ripreso e messo in rete l’aggressione. In comune le due ragazze avevano sia l’abuso che la violenta campagna di cyberbullismo seguita al tentativo di portare i colpevoli davanti alla giustizia. Una mentalità ben illustrata dallo sceriffo di Maryville, Darren White, che nel documentario afferma che «le ragazze hanno la stessa colpa dei ragazzi» nei casi di stupro. Nella storia di Daisy, non c’era neppure mai stata una condanna nei confronti di Matthew Barnett, giocatore di calcio di diciassette anni e figlio di un senatore repubblicano,che l’aveva violentata mentre un amico riprendeva la scena e un altro amico stuprava la sua amica Paige, tredicenne, dalla cui casa erano scappate per andare alla festa. Tutto questo succedeva tra Albany, dove viveva la famiglia di Daisy, eMaryville, dove si è svolta la festa, in Missouri. Barnett aveva ammesso di aver avuto un rapporto con Daisy, che a 14 anni aveva appena l’età del consenso, e aveva dichiarato che la ragazza aveva bevuto solo inseguito. Secondo la versione di Daisy le era stato offerto subito un bicchiere piccolo, di quelli usati per gli shot di alcol, seguito da un altro e di aver completamente perso la memoria di quello che era successo dopo. Il video fatto sul cellulare di un amico era circolato per la scuola, ma poi era stato fatto sparire e le autorità non ne avevano mai trovato traccia. Quando lei aveva denunciato la violenza, era stata attaccata dai bulli e dai trolls in una campagna violentissima che l’aveva lasciata sfiduciata, depressa e che l’aveva condotta ai primi tentativi di suicidio. Barnett aveva scontato solo quattro mesi di condanna per un reato minore. Al suo corso di danza, Daisy si trovava davanti gente con addosso una maglietta con la scritta “Matt1 - Daisy 0”.

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