«Una donna su tre subisce violenze», rapporto dell'Oms: oltre 700 milioni le vittime

Mercoledì 10 Marzo 2021 di Francesco Padoa
un flashmob nel chiostro dell Abbazia di San Giuliano, per dire no alla violenza contro le donne

A due giorni dalla giornata internazionale dei diritti delle donne, l'Oms comunica un dato agghiacciante: una donna su tre nel corso della sua vita subisce violenze. «Ovvero circa 736 milioni in tutto il mondo, subisce violenza fisica o sessuale da parte di un uomo», un numero «invariato negli ultimi dieci anni» ma che sta peggiorando con la pandemia Covid.

Questo problema rimane «devastantemente pervasivo e inizia in modo allarmante in età giovanile», tanto che una donna su 4 avrà già subito violenza da parte di un partner quando raggiungerà i 25 anni.

A lanciare l'allarme è l'Organizzazione Mondiale della Sanità, che presenta i dati del più grande studio condotto sulla violenza contro le donne, attinge ai dati di 161 paesi e aree su donne e ragazze dai 15 anni in su raccolti tra il 2000 e il 2018. Quindi non tiene conto dell'impatto della pandemia. I blocchi e le relative restrizioni ai movimenti hanno portato a diffuse segnalazioni di una "pandemia ombra" - un'ondata di violenza contro donne e ragazze in tutto il mondo, poiché molte si sono trovate intrappolate a casa con i loro aggressori. Dai nuovi dati Oms che aggiornano le stime precedenti rilasciate nel 2013, emerge come quella da parte del partner sia di gran lunga la forma più diffusa di violenza e colpisce circa 641 milioni di donne nel mondo. Tuttavia, il 6% delle donne a livello globale riferisce di essere stata violentata da qualcuno che non sia il marito o il partner ed è probabile che la cifra reale sia molto più alta, perché l'abuso sessuale è ancora altamente stigmatizzato e sottovalutato, secondo l'analisi. 

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I dati

A esserne colpite sono soprattutto le donne tra 15 e 49 anni che vivono in Paesi a reddito medio-basso. Le regioni dell'Oceania, dell'Asia meridionale e dell'Africa subsahariana hanno i tassi di prevalenza più elevati e vanno dal 33% al 51%. Mentre i tassi più bassi si trovano in Europa (16-23%), Asia centrale (18%), Asia orientale (20%) e Asia sud-orientale (21%). Le cifre «mettono davvero in evidenza quanto fosse già diffuso questo problema» anche prima della pandemia, ha affermato la dottoressa dell'Oms Claudia Garcia-Moreno, una delle autrici del rapporto. Spiegando che i ricercatori non conosceranno il vero impatto della pandemia sulla violenza contro le donne fino a quando non potranno condurre di nuovo nuove indagini basate sulla popolazione in futuro. «So che questo rapporto presenta un quadro molto desolante e che i numeri sono molto scioccanti - osserva ancora Garcia-Moreno -  Questi dati forniranno una linea di base che le Nazioni Unite possono utilizzare per monitorare i progressi futuri. Quantificare il problema è spesso un primo passo per l'azione e per il dialogo sia a livello politico che nella società».

«La violenza contro le donne è endemica in ogni Paese e cultura ed è stata aggravata dalla pandemia», commenta Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell' Oms. «Ma a differenza del Covid non può essere fermata con un vaccino. Possiamo combatterla solo con sforzi radicati per modificare gli atteggiamenti dannosi, migliorare l'accesso alle opportunità e ai servizi per donne e ragazze e promuovere relazioni sane e rispettose». «Sappiamo - ha detto Phumzile Mlambo-Ngcuka, direttore esecutivo UN Women - che i molteplici impatti del Covid-19 hanno innescato una pandemia ombra di maggiore violenza di tutti i tipi contro donne e ragazze», i cui effetti sono già evidenti dall'aumento delle segnalazioni a polizia e operatori sanitari. «La violenza di genere fa parte di ciò che deve essere affrontato quando si esce dalla pandemia. È parte integrante della ricostruzione».

Il rapporto chiede interventi come la riforma delle leggi che discriminano l'istruzione, l'occupazione e i diritti legali delle donne e il miglioramento dell'accesso delle donne all'assistenza sanitaria, compresa l'assistenza post-stupro. «La prevenzione include anche la sfida agli stereotipi di genere, a partire dal modo in cui istruiamo i bambini fin dalla tenera età», conclude la dottoressa Nothemba Simelela, vicedirettore generale dell'OMS.

Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 12:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA