Amnesty International e Humans Right Wathc denunciano violenze e stupri sistematici sulle ragazze iraniane che sono state arrestate in questi mesi.
Sono bastate due bombolette spray nella sua borsetta per finire in cella. E' stata bendata e portata in un edificio e poi separata dalla sorella che ha subito la stessa sorte: prima ha dovuto firmare una confessione in cui affermava di aver protestato, poi è stata ripetutamente picchiata e abusata. Una infermiera ha ammesso di avere curato almeno cinque manifestanti che presentavano gravi infezioni vaginali dopo essere state tenute in custodia dalla polizia.
«Mi hanno coperto il viso con la sciarpa e non ho potuto vedere nulla. Mi hanno spogliata e mi hanno detto che una dottoressa sarebbe entrata nella stanza per visitarmi. Pochi minuti dopo, qualcuno è entrato nella stanza e quando mi ha toccato ho capito che era un uomo. Ha continuato a toccarmi dappertutto e poi ha preso un oggetto e l'ha inserito nella mia vagina. Ha continuato a penetrarmi con l'oggetto, mentre con l'altra mano mi massaggiava tutto il corpo. Mi sono bloccata ed ero ancora dolorante per i pugni ricevuti durante l'interrogatorio. Sono rimasta sdraiata per non so quanto tempo. Poi se n'è andato» ha raccontato la ragazza al quotidiano inglese.
Iran, deputati chiedono la pena di morte per i manifestanti: «Sono nemici di Dio»
A più di quattro mesi dalla morte di Mahsa Amini, in Iran sono state uccise più di 500 persone, tra cui 70 bambini. Quattro manifestanti sono stati giustiziati dallo Stato e molti altri rischiano la condanna a morte. Secondo l'ultimo rapporto degli attivisti per i diritti umani ben 19.603 persone sono state arrestate in relazione alle proteste e sono tuttora detenute.
Le organizzazioie per i diritti umani hanno affermato che le violenze sessuali riguardano sia detenuti maschi che femmine.
Il Guardian ha parlato con 11 manifestanti, donne e uomini, che affermano di aver subito stupri, violenze sessuali, percosse durante la detenzione da parte delle forze di sicurezza. Alcuni dicono di essere stati aggrediti in un furgone della polizia o per strada, altri durante la detenzione in stazioni di polizia o prigioni.
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