Donbass, la strategia della fame per piegare la regione: bombe su acquedotti e depositi di cibo

Il capo della Croce rossa ucraina: «Una tecnica di guerra ben studiata»

Venerdì 22 Aprile 2022 di Mauro Evangelisti
Donbass, la strategia della fame per prendere la regione

Affamare la popolazione. Anche questo è un tassello della strategia militare dell’esercito russo per conquistare il Donbass, l’est dell’Ucraina. «Ci aspettiamo che le prossime settimane saranno le peggiori - racconta Maksym Dontsenko, direttore generale della Croce rossa ucraina - Lasciare i civili senza cibo e senza acqua è una scelta che i militari russi hanno fatto fin dall’inizio.

L’obiettivo è chiaro e purtroppo lo abbiamo visto anche con le atrocità di Bucha: mantengono gli ucraini in una situazione di paura costante, perché sperano che in questo modo si arrendano, che spingano anche l’esercito ucraino alla resa».

Mariupol, la nuova Bucha: lo sterminio dei civili gettati nelle fosse comuni scoperto dalle immagini satellitari

Dontsenko è originario di Okhtyrka, una piccola città della regione di Sumy, non lontana da Kharkiv. «Lì non c’erano militari, eppure fin dall’inizio i russi hanno bombardato anche i depositi di generi alimentari. Da quando è cominciata l’invasione hanno attuato questo metodo. Non vogliono solo affamare l’esercito nemico, vogliono affamare i civili».

 


RICATTO


L’analisi coincide con quella di Oleg Synegubov, leader della Regione di Kharkiv, che in una intervista all’Ukraina Pravda, spiega: «I russi stanno assediando la città, portandola a una catastrofe umanitaria. Non consentono né corridoi umanitari per l’evacuazione né corridoi per inviare gli aiuti umanitari. Quando le persone cominciano a morire di fame, i russi iniziano a fare la parte dei “poliziotti buoni” e offrono una via d’uscita». Che non di rado è sì la possibilità di essere evacuati, ma in Russia. Il governatore di Lugansk, Sergey Gaidai, racconta che a Severordonetsk, «con i bombardamenti hanno distrutto tutti i magazzini alimentari», non ci sono più depositi di cibo e i cittadini possono mangiare solo grazie agli aiuti umanitari. Non solo: ormai numerose città non hanno luce, gas e acqua. «Ora nella regione di Lugansk è più difficile trovare un’area di una città o di un villaggio dove ci sia gas, luce o acqua - non tutti insieme, ma almeno una di queste forniture - che il contrario».


Ora che la grande avanzata dell’esercito russo sul Donbass è cominciata, la situazione è destinata a peggiorare. Si rischia di replicare in altre città l’orrore di Mariupol, dove, come ricorda Donstenko, «ormai da settimane è impossibile portare aiuti umanitari, le persone faticano a trovare da mangiare e da bere». Ieri l’esercito di Putin ha cominciato a spostare le forze speciali da Mariupol - che considera ormai presa con l’unica eccezione dei resistenti delle acciaierie - verso Nord, nel Donbass. Dal punto di osservazione della Croce rossa e di chi deve inviare aiuti umanitari l’attenzione e le preoccupazioni ora sono rivolte su città come Lisichansk e Severodonetsk nella regione del Lugansk; come Slovyansk, Kramatorsk nel Donetsk (oltre ovviamente a Mariupol); come Kharkiv, Izium e Barvenkovo nella regione di Kharkiv. Per i civili che hanno deciso di restare però non c’è una vita normale. Tubature e acquedotti sono stati distrutti dai bombardamenti. Prima si ricavava dalla neve l’acqua da bere, ora ci si affida, in molti casi, all’acqua piovana. Certo, la parte più consistente di profughi proviene dalla zona orientale dell’Ucraina, ma un numero molto alto di persone, nonostante tutto, ha scelto di restare. Sono spinte dall’orgoglio, dall’attaccamento alle proprie radici, dalla volontà di difendere le proprie case. Ma ora all’orizzonte c’è l’incubo della scarsità di cibo. «Non vi deve sorprendere che i russi attacchino i depositi di generi alimentari - insiste Donstenko - è avvenuto fin dall’inizio». Mosca punta anche a isolare il Donbass: ieri un raid missilistico ha distrutto il sistema ferroviario nella zona di Dnipro, nel centro dell’Ucraina, alle porte della regione orientale.


BATTAGLIA

A cosa punta l’avanzata del Donbass? Dopo il fallimento del blitz su Kiev e dopo l’umiliazione dell’affondamento dell’ammiraglia Moskva sul mar Nero che ha, per ora, fermato gli attacchi a Odessa, per Putin è urgente consegnare un risultato ai russi. Si cita sempre il 9 maggio come data da rispettare: quel giorno ha una valenza particolare per la Russia, visto che tradizionalmente si celebra la vittoria contro i nazisti nella seconda guerra mondiale. Mosca vuole organizzare la parata militare a Mariupol. Un’analisi del Kyiv Indipendet osserva: «Con la drastica intensificazione delle ostilità nel Donbass e nelle aree limitrofe, il 18 aprile il presidente Zelensky ha confermato l’inizio dell’offensiva su larga scala della Russia negli oblast di Donetsk e Lugansk. L’Ucraina e la Russia sono ora impegnate in quella che è probabilmente la più grande battaglia in Europa dalla seconda guerra mondiale». L’obiettivo dell’esercito russo è avanzare da Nord, Est e Sud, intrappolando il grosso dell’esercito ucraino. Si calcola che Mosca abbia concentrato nel Donbass quasi 60.000 soldati, gli ucraini ne hanno 44.000. In questa grande battaglia si decide tutto. E chi ha deciso di restare, tra i civili (almeno 3 milioni di persone), ora rischia di essere condannato anche alla fame e alla sete.

Ultimo aggiornamento: 17:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA