Coronavirus, Trump: Oms sino-centrica. In Francia superati i 10mila morti. In Gran Bretagna il picco europeo: 854 vittime. Allarme lavoro nel mondo

Martedì 7 Aprile 2020
Coronavirus diretta: in Usa altri 1.150 morti in 24 ore. Cina, per la prima volta nessun decesso

Coronavirus, mentre negli Stati Uniti si contano altri 1.150 morti in 24 ore, la Cina non registra per la prima volta alcun decesso. Negli Usa, dunque, sono morte 1.150 persone a causa del coronavirus in un giorno: è quanto emerge dai dati della John Hopkins University.

La Svezia registra oltre 100 morti in un giorno legate al coronavirus. Lo comunicano le autorità sanitarie. Finora la Svezia ha mantenuto una strategia del «tutto aperto», ma a fronte di un aumento dei contagi e soprattutto dei morti, potrebbe presto allinearsi agli altri Paesi imponendo blocchi. Precisamente si tratta di 114 decessi, una parte dei quali scaturiti dalle cifre aggiornate su dati relativi ai giorni scorsi. In tutto la Svezia - che conta 10,3 milioni di abitanti - registra 7.693 casi positivi al Covid-19 e 591 decessi.

Oltre 607 morti in 24 ore in Francia. Sono 607 i decessi per Coronavirus in Francia nelle ultime 24 ore, per un totale di 7.091 negli ospedali.

Aggiungendo gli oltre 3.000 morti del censimento effettuato negli ospizi, la Francia ha superato le 10.000 vittime e fa segnare questa sera un totale di 10.328 decessi. 

Trump attacca l'Oms: «È sino-centrica». L'Organizzazione mondiale della sanità «ha sbagliato. Finanziata in larga parte dagli Stati Uniti è per qualche motivo Sino-centrica. Fortunatamente ho respinto il loro consiglio di tenere aperti i confini alla Cina all'inizio. Perché dare una raccomandazione così sbagliata?», ha twittato Donald Trump, assicurando che guarderà attentamente all' Oms e ai finanziamenti americani. 

«Impatto devastante su 195 milioni di lavoratori nel mondo». Il Coronavirus cancellerà il numero di ore lavorate nel mondo del 6,7% nel secondo trimestre del 2020, pari a 195 milioni di lavoratori a tempo pieno. Lo scrive l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo, l'agenzia specializzata delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la giustizia sociale e i diritti umani internazionalmente riconosciuti, con particolare riferimento a quelli riguardanti il lavoro in tutti i suoi aspetti) in un rapporto pubblicato sul proprio sito. «Il peggioramento della crisi avrà effetti devastanti» sul mondo del lavoro, sottolinea l'Ilo. Più di 4 persone su 5 (81%) nella forza lavoro globale, che ammonta a 3,3 miliardi di lavoratori, sono attualmente interessate dalla chiusura totale o parziale delle attività produttive. I settori più a rischio sono quelli degli alloggi, della ristorazione, delle manifatture, della vendita al dettaglio e delle attività commerciali e amministrative.

«I lavoratori e le imprese si trovano di fronte a una catastrofe, sia nei Paesi con un'economia avanzata che in quelli in via di sviluppo», ha detto il direttore generale dell' Ilo, Guy Ryder. «Dobbiamo muoverci velocemente, in modo deciso e congiunto. L'adozione tempestiva di misure efficace potrebbe fare la differenza tra la sopravvivenza e il collasso», ha sottolineato. L' Ilo definisce la crisi innescata dal Covid-19 come «la peggiore crisi globale dopo la Seconda guerra mondiale», e sono circa 1,25 miliardi i lavoratori impegnati nei settori identificati come ad alto rischio di incremento «drastico e devastante» dei licenziamenti e delle riduzioni dei salari e dell'orario di lavoro.

«Molti svolgono lavori poco retribuiti e poco qualificati, dove un'improvvisa perdita di reddito può rilevarsi devastante», sottolinea l' Ilo, spiegando che occorre adottare misure integrate e su larga scala, incentrate su quattro pilastri: sostenere le imprese, l'occupazione e il reddito; stimolare l'economia e l'occupazione; proteggere i lavoratori; e instaurare un dialogo sociale tra governi datori di lavoro e lavoratori per trovare soluzioni a questa crisi. «Questa è la più grande prova per la cooperazione multilaterale da oltre 75 anni», spiega Ryder. «Se un Paese fallisce, allora falliamo tutti. Dobbiamo trovare soluzioni a livello globale che aiutino tutti i segmenti della nostra società, in particolare quelli che sono maggiormente vulnerabili o meno in grado di aiutare se stessi». Per cui «le scelte che facciamo oggi avranno un impatto su come questa crisi evolverà e sulle vite di miliardi di persone», ha aggiunto Ryder, sottolineando quindi che «adottando misure efficaci possiamo limitare l'impatto di questa crisi e attenuare le cicatrici che lascerà».


Stati Uniti oltre gli 11mila morti. Sono 11.004 i morti a causa del Covid-19 registrati negli Stati Uniti dall'inizio dell'emergenza. È quanto evidenzia il calcolo della Johns Hopkins University, secondo la quale lo Stato di New York con oltre 4.700 decessi è il più colpito dal coronavirus. I casi confermati negli Usa sono al momento 368.373, con un aumento rispetto a ieri finora di 1.759 contagi. (

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Gran Bretagna, crescono i morti. Torna a impennarsi il numero di morti e di contagi da coronavirus nel Regno Unito, dopo il rallentamento del livello d'incremento degli ultimi giorni, secondo il dato aggregato diffuso oggi dal servizio sanitario nazionale nelle 4 nazioni del Paese: i decessi in particolare toccano un record di 854 in più in 24 ore, stando al calcolo fatto dal Guardian online, fino a ben oltre 6.000 totali.

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Spagna: 743 vittime in più.  ll numero delle vittime del coronavirus in Spagna è salito a 13.798 rispetto ai 13.055 di ieri. Si registrano quindi 743 nuovi decessi nelle ultime 24 ore. Lo ha annunciato il ministero della Salute spagnolo. I casi confermati di Covid-19  sono 140.510, 43.000 i pazienti dimessi. L'incremento del numero dei morti, dopo quattro giorni nei quali invece si è registrata una diminuzione, è da prendere con cautela. Secondo El Pais infatti dall'inizio della crisi ogni martedì si segnala un aumento dei morti di coronavirus perchè sono quelle del weekend inviate dalle diverse comunità al ministero della Salute lunedì sera.

75mila morti nel  mondo. Sono quasi 75mila le persone che nel mondo hanno perso la vita a causa del Covid-19. I dati sono della Johns Hopkins University e parlano di 74.816 vittime a livello mondiale per il nuovo coronavirus. Il Paese più colpito resta l'Italia, con 16.523 morti, seguita da Spagna con 13.341 vittime. Sono invece 1.348.628 le persone che hanno contratto il Covid-19 nel mondo. Il maggior numero dei contagiati, 368.449, si trova negli Stati Uniti.



Cina: per la prima volta nessun decesso. La Cina ha registrato lunedì 32 casi di contagio da coronavirus, tutti importati, e per la prima volta nessun decesso dallo scoppio della pandemia. È quanto emerge dagli aggiornamenti quotidiani della Commissione sanitaria nazionale (Nhc).

I decessi zero sono emersi per la prima volta dal 23 gennaio, data di inizio del conteggio su base quotidiana della pandemia e dell'annuncio della chiusura della provincia dell'Hubei e del suo capoluogo Wuhan, l'epicentro del contagio, negli sforzi per contenere il Covid-19. Se i nuovi casi di contagio interno sono azzerati, quelli importati sono saliti, coi 32 di lunedì, a quota 983. Sono stati poi 89 i dimessi dagli ospedali, mentre i casi gravi sono scesi di 54 unità, a 211. Le infezioni complessive sono aumentate a 81.740, di cui 1.242 pazienti ancora in cura, 3.331 decessi e 77.167 dimessi dagli ospedali, pari a un tasso di guarigione del 94,4%.

La Commissione ha spiegato che 89 persone sono sospettate ancora di essere contagiate, mentre sono 14.499 quelle rimaste sotto stretta osservazione. I nuovi casi di asintomatici aggiornati a lunedì si sono attestati a 30, comprensivi di 9 importati: allo stato, sono 1.033 le persone sotto osservazione medica, di cui 275 riconducibili a casi importati.

Wuhan, via le restrizioni. Dopo 76 giorni, Wuhan, il focolaio della pandemia del coronavirus, vedrà domani cadere la serie di restrizioni più vincolanti decise il 23 gennaio negli sforzi per contenere la diffusione del contagio, tra cui la possibilità di lasciare la città. Per molti, uno delle principali obiettivi sarà semplicemente mangiare una ciotola di 'reganmian', il più popolare e tipico piatto di noodle piccanti del capoluogo della provincia dell' Hubei. Con la vita da alcuni giorni orientata verso una insperata normalità, considerando le gravissime cronache di fine gennaio, molti residenti hanno ricominciato a lavorare e ad andare fuori, con molteplici precauzioni come la app che assegna lo stato di salute ai singoli e quindi possibilità di muoversi, per il guozao, il termine dialettale vecchio di secoli che indica la colazione. Lo sblocco arriva quando i nuovi casi di coronavirus sono stati ormai azzerati a Wuhan, mentre per la prima volta dal 23 gennaio, la città, l'Hubei e l'intera Cina non hanno riportato alcun decesso.


Corea del Sud: 47 nuovi casi e 6 decessi. La Corea del Sud ha segnato lunedì 47 nuovi casi di infezioni da coronavirus, confermando lo stesso numero di domenica e tenendosi sotto quota 50 per il secondo giorno di fila: il Korea Centers for Disease Control and Prevention ha messo in guardia sui focolai in chiese e ospedali, e sui contagi di ritorno. Le infezioni complessive sono 10.331, i decessi 192 (+6) e i dimessi dagli ospedali 6.694 per un tasso di guarigione del 64,79%. Sono 14 i casi importati (802 totali). Seul ha eseguito i test sul Covid-19 su quasi 480.000 persone.
 
 
 

Ultimo aggiornamento: 19:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA