È stato ucciso perché era una spia, ma il giallo è fitto su chi fosse davvero Denis Kireyev, e soprattutto per chi lavorasse: i russi o gli ucraini? Certo è che era un banchiere, già uomo di fiducia di Andriy Klyuyev, imprenditore e braccio destro dell’ex presidente filo-russo Yanukovich, ma poi anche uno dei negoziatori ucraini nel primo round di colloqui coi russi a Gomel, in Bielorussia al confine con l’Ucraina.
La foto
Nella foto del primo tavolo negoziale, Kireyev è l’ultimo in fondo sulla destra tra gli ucraini, guarda il fotografo col volto grosso, ovale, stempiato. Il dettaglio della giacca e cravatta fa pensare, ma è solo una suggestione. Kireyev aveva le sue “relazioni pericolose” con i fratelli Klyuyev. Andrij è un oligarca con un patrimonio di 227 milioni di dollari, palazzi in quel di Vienna, fortissimo nel mercato dell’energia solare e affiliato di Activ Solar GmbH, azienda con sede in Austria che sviluppa centrali fotovoltaiche in Ucraina. È stato segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale di Ucraina nel 2012-2014. E ha continuato a operare per il ritorno a Kiev di Yanukovich, che oggi è segnalato a Minsk. Per le sue attività anti-ucraine e per reati finanziari è stato sanzionato da Svizzera, Liechtenstein, Unione Europea e Canada. Il legame con Kireyev è evidente dal curriculum del banchiere, dal 2006 al 2008 vicedirettore generale della SCM Finance, poi nell’azienda austriaca di Klyuyev e tra 2006 e 2012. Infine, dal 2010 al 2014, in quota Klyuyev, nel Consiglio di Oschadbank.
Difficile capire come Kireyev sia potuto entrare a far parte del gruppo di mediatori ucraini. Inizialmente il suo nome non era presente ed è stato inserito all’ultimo. Ma già nel secondo round era sparito, e chissà che il ritardo nell’arrivo degli ucraini non sia stato conseguenza anche dell’affaire spionistico.
Le prove
A riferire dell’uccisione, politici e testate locali. Oleksij Goncharenko, parlamentare, sul suo canale Telegram dice che il controspionaggio aveva le prove del tradimento. Decisivo l’ascolto delle telefonate, direttamente con Mosca. Dopo le conferme di agenzie ucraine e il passa parola tra i parlamentari, la notizia è stata rilanciata da “Ria Novosti” che cita il deputato ucraino Aleksandr Dubinsky: «Com’è entrato nella composizione della delegazione ucraina per i negoziati con gli occupanti – vuoi davvero scoprirlo dall’ufficio del Presidente?». E dalla Duma partono dichiarazioni sul «nazismo» degli ucraini.
La psicosi
A Kiev, più ancora che nel resto dell’Ucraina, il carattere «fratricida» della guerra comporta una vera e propria psicosi della spia. E dell’infiltrato. Questo vale anche per personaggi che impropriamente vengono definiti «sabotatori», mentre si tratta realisticamente di incursori russi addestrati per operare dietro le linee del “nemico”.
Colpo di scena
In serata, il colpo di scena che ribalta le versioni che si sono succedute per tutto il giorno, anche da parte ucraina. In un Tweet, l’esercito ucraino conferma l’uccisione, ma scrive: «Durante l’esecuzione di compiti speciali, tre spie sono state uccise, dipendenti della direzione principale del ministero degli Affari interni: Alexei Ivanovich, Chibineev Valery Viktorovich, Denis Borisovic Kireyev». E ancora: «Sono morti difendendo l’Ucraina e il loro impegno ci ha avvicinato alla vittoria». Denis Kireyev, spia o eroe? Da Mosca, nella notte, l’ultima sorpresa: «Non siamo sicuri che sia morto».