Covid, la pandemia affonda Joe Biden: crolla la fiducia nei sondaggi (e Trump fa il Revenge Tour)

La rilevazione di Axios-Ipsos dice che solo il 44% si fida del presidente, contro il 65% di quattro mesi fa

Martedì 12 Ottobre 2021
Covid, la pandemia affonda il presidente Joe Biden: crolla la fiducia nei sondaggi (e Trump fa il Revenge Tour)

Come ha gestito la pandemia Covid il presidente degli Stati Uniti Joe Biden? Male, a giudicare dai sondaggi americani dove emerge un crollo della fiducia riposta all'indomani delle elezioni. Il mood che gli intervistati consegnano ai sondaggisti non è ottimistico: molti americani vedono la vita post-Covid come più lontana, sicuramente non una situazione auspicabile a breve termine.

A un anno dalla sua elezione Biden deve fare i conti con questa pesante erosione di consenso collegata alla pandemia. 

Il sondaggio è di Axios-Ipsos, è stato condotto su un campione di oltre mille adulti, tra l'8 e l'11 ottobre. Questi sono i numeri impietosi: solo il 13% degli americani si aspetta un ritorno alla normalità entro sei mesi, una caduta verticale rispetto al 36% di giugno. Inoltre solo il 44% di queste persone dice di fidarsi del presidente, contro il 65% di quattro mesi fa. Ancora, secondo i dati del sondaggio la percentuale di coloro che pensano che per tornare alla situazione pre-Covid ci vorrà almeno oltre un anno da giugno è triplicata dal 9% al 30%. 

La maggior parte dei democratici dice di avere ancora un certo grado di fiducia in Biden, sulla sua capacità di imformare la popolazione con notizie accurate sul Covid ma pure questa fiducia si è affievolita. L'81% dei democratici ha attualmente una discreta quantità di fiducia in Biden, in calo rispetto all'88% di inizio giugno. Ma la quota di democratici che dicono di avere una «grande quantità» di fiducia in Biden è scesa bruscamente, dal 45% al 33%. Gli elettori indipendenti, dicono che questa fiducia è «molto scesa»: dal 17% all'11%. Solo il 2% dei repubblicani dice di fidarsi «molto» di Biden ed è un dato che è rimasto costante da giugno. «In assenza di un cattivo, i democratici si stanno rivoltando contro il presidente perché non sanno a chi altro dare la colpa», ha commentato Chris Jackson, sondaggista e vicepresidente di Ipsos. Inoltre, il 6% degli intervistati ha detto di conoscere qualcuno che possiede una scheda vaccinale falsa. Così, rileva il sondaggio Ipsos, benchè esistano chiare maggioranze che sostengono i datori di lavoro che richiedono vaccinazioni e test Covid, non c'è consenso su cosa fare quando le persone sfidano le regole per tornare in comunità. Solo il 14% degli intervistati dice che questi lavoratori dovrebbero essere licenziati, mentre il 29% dice che non dovrebbe succedere nulla. Un altro 22% dice che dovrebbero essere messi in congedo non pagato, il 21% dice che dovrebbero lavorare da casa o fuori sede, e il 14% dice che non sa cosa potrebbe succedere. Solo il 4% è favorevole a licenziare le persone.

Nel frattempo Trump fa il "Revenge tour"

E intanto l'ex presidente Donald Trump spara a zero contro Biden e prepara la ricandidatura. «Trump ha vinto», la scritta compare su t-shirt e cappellini degli americani che stanno seguendo i comizi di Trump e del suo Revenge Tour. Comizi dove viene puntualmente rilanciato il ritornello dei brogli elettorali. L'ultima manifestazione è stata a Des Moines, Iowa, lo Stato che tradizionalmente lancia le primarie per la corsa alla Casa Bianca e incorona di solito il futuro commander in chief. «I democratici ci stanno portando sul baratro ma ci riprenderemo l'America e la renderemo nuovamente grande», promette l'ex presidente Usa, rispolverando il suo slogan Make America great again.

 

Il tycoon non ha annunciato formalmente la sua seconda candidatura ma tutto lo lascia supporre: i toni del suo discorso, gli operativi in Iowa appena ingaggiati, la crescente raccolta fondi, una base elettorale ancora fedele ed entusiasta convinta che stia già correndo, i sondaggi a favore, un partito che si è riallineato dietro a lui. Per ora i democratici e i grandi network americani lo ignorano ma presto potrebbero dover rifare i conti con il tycoon. «Se riesce a tornare alla presidenza nel 2024, la democrazia è finita perché accadrà sull'onda di una menzogna, una fiction», ha ammonito l'ex consigliera per la sicurezza nazionale Fiona Hill. Accolto con ovazioni, Trump ha ribadito falsamente di aver vinto in Arizona, Georgia e Pennsylvania e che i dem hanno «rubato» le elezioni allargando il voto anticipato col pretesto della pandemia, anche se «c'è più gente che muore di Covid nel 2021 che nel 2020, nonostante ora ci sia il vaccino». In Texas, dove governa il trumpiano Greg Abbott, vige un decreto in cui si vieta a tutte le entità statali di attuare l'obbligo di vaccinazione per il Covid per tutti i lavoratori. 

Trump non ha risparmiato né il dipartimento di Giustizia né la Corte suprema, che non hanno fatto niente «per paura». Ma lui, ha precisato, non ha «mai concesso la vittoria, a differenza di Hillary Clinton». Del resto pochi giorni fa aveva osato dire che «la vera insurrezione» sono state le elezioni, non l'assalto al Capitol dei fan da lui istigati per impedire la certificazione della vittoria di Biden. Una vicenda oggetto di un'inchiesta della Camera che lo sta mettendo sempre di più nel mirino e che il tycoon sta tentando di bloccare usando il privilegio esecutivo. Nelle due ore di comizio il tycoon ha accusato il suo successore e i dem a 360 gradi: dalla capitolazione a Kabul a favore dei talebani al pericolo dei rifugiati afghani, dall'emergenza immigrazione alla frontiera col Messico all'intenzione di aumentare le tasse e approvare «la spesa più alta della storia americana» con i due piani da oltre 4.000 miliardi per le infrastrutture e il welfare.

Ma la vera novità della serata è stata la presenza al suo fianco dello stato maggiore del partito in Iowa, alla ricerca del suo endorsement per la riconferma nelle elezioni di Midterm del prossimo anno, come il potente senatore Chuck Grassley, che a 88 anni insegue il suo ottavo mandato, e il governatore Kim Reynolds. Insieme a loro c'erano anche i deputati Mariannette Miller-Meeks e Ashley Hinson, l'ex attorney general Matt Whitaker e il presidente del Gran Old party Jeff Kaufmann. Trump aveva già tenuto comizi dopo aver lasciato la Casa Bianca ma finora nessun eletto repubblicano di tale livello era apparso con lui. Segno che le critiche e i distinguo di nove mesi fa dopo l'attacco al Congresso sono acqua passata. E che Trump mantiene il controllo del partito, permettendosi anche di fustigare il leader del Senato Mitch McConnell per l'accordo con i dem sul tetto del debito e per non aver avuto «il coraggio di sfidare l'esito delle elezioni».

Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA