Covid Spagna, stato di allarme fino a maggio

Domenica 25 Ottobre 2020 di Elena Marisol Brandolini
Covid Spagna, stato di allarme fino a maggio

Barcellona. Da questo pomeriggio, la Spagna torna in stato di allarme: così ha decretato il governo spagnolo per tutto il Paese, facendo seguito alla richiesta della gran parte delle Comunità Autonome - Catalogna e Paesi Baschi tra le altre - che in principio sarà vigente per 15 giorni ma che, nelle intenzioni dell’Esecutivo, avrà una durata complessiva di oltre sei mesi, fino al prossimo 9 maggio, quando si spera l'epidemia sia finalmente controllata.

Perciò il governo porterà in parlamento già la prossima settimana la richiesta di proroga e Sánchez ha fatto appello a tutti i partiti perché la sostengano.

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Stato di allarme

Sarà uno stato di allarme diverso da quello precedente conclusosi lo scorso 21 giugno, perché diverse sono le condizioni di questa nuova ondata epidemica, chiarisce il presidente del governo, ma anche perché non sarebbe più gestibile una ricentralizzazione dell’emergenza: il Consiglio Interterritoriale diventa l’organo di co-governance e i/le presidenti delle Comunità Autonome sono le autorità delegate alla sua gestione. Diverso, anche perché non prevede come a marzo un confinamento domiciliare, per quanto si raccomandi alla popolazione di muoversi il meno possibile da casa; continueranno gli spostamenti per lavoro quando non possa svolgersi per via telematica, le scuole rimarranno aperte, così pure i cinema e i teatri con riduzione dell’accesso.

Coprifuoco

Viene deciso, invece, il divieto della mobilità notturna - o coprifuoco, come impropriamente viene chiamato - dalle 23 alle 6 del mattino, con possibilità per le Comunità di variare di un’ora l’inzio o la fine del confinamento notturno. E’ il caso della Catalogna, che già da stasera impedisce la mobilità delle persone dalle 22 alle 6, oltre a prevedere la chiusura degli esercizi pubblici alle 21 e confermare, per il momento almeno, la chiusura di bar e ristoranti nelle 24 ore. Questa misura non verrà applicata nelle Isole Canarie e resterà in vigore fino al 9 novembre sul territorio nazionale, poi saranno le Comunità Autonome a decidere sulla sua continuità. La Comunità valenciana ha iniziato ad applicarla già nella notte tra sabato e domenica, per evitare le scene di “botellones” che si sono ripetute in altre città del paese. Lo Stato di allarme, perciò, offre una copertura giuridica alle misure di restrizione dei diritti di mobilità che le Comunità decidano d’imporre, senza dipendere dal parere dei rispettivi tribunali. E infatti, consente la possibilità di confinamento territoriale deciso da una Comunità di tutto o parte del suo territorio. Oltre a generalizzare il divieto di riunione con più di sei persone – in vigore da tempo nella gran parte delle Autonomie - al di fuori del nucleo di convivenza.

La Spagna ha appena superato il milione di casi dignosticati con PCR; c’è chi dice che quelli effettivi siano almeno il triplo, in riferimento a quanto indicava lo studio epidemiologico effettuato alla fine della primavera con test sierologici, su un campione statistico di popolazione, da cui apparse per la prima volta evidente l’importante dimensione del fenomeno degli asintomatici. Dal momento che per comprendere l’evoluzione dell’epidemia non ha senso riferisi ai dati puntuali comunicati dal ministero della Sanità, che vengono forniti dalle Comunità con un ritardo di 3-7 giorni rispetto al momento della diagnosi, conviene riferirsi agli ultimi 14 giorni (dati del 23 ottobre), secondo cui il numero di casi diagnosticato è stato superiore alle 170.000 unità; e ancora di più considerare l’Incidenza Accumulata (su 100.000 abitanti) che risulta oggi pari a 368, quando l’obiettivo per il governo è di arrivare a una IA di 25. Nell’ultima settimana (dati del 23 ottobre) sono entrate in ospedale oltre 4.400 persone e oltre 300 malati di Covid hanno dovuto ricorrere alle Unità di Cura Intensiva, per un’occupazione media di letti nelle Uci del 22,5%. Le vittime mortali, con data di decesso negli ultimi 7 giorni, sono state 655; dall’inizio dell’epidemia, i decessi sono stati quasi 35.000. Il Consiglio Interterritoriale ha approvato una griglia di indicatori per la valutazione del rischio (IA, positività, tracciabilità di casi, occupazione di letti negli ospedali e nelle Uci) che definiscono quattro livelli di allerta (basso, medio, alto, molto alto). Secondo questo schema, nove Comunità (tra cui Madrid e Catalogna) si trovano in una situazione di rischio estremo e altre quattro (tra cui Andalusia e Paesi Bassi) in quella di rischio alto.  

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Il nuovo con le nuove misure anti-contagio entrerà in vigore domani e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ne illustra il contenuto in una conferenza stampa in facebook da Palazzo Chigi. "Gli ultimi dati epidemiologici che abbiamo analizzato non ci possono lasciare indifferenti.


 
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Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA