Covid, in Francia 20mila casi: impennata di morti, sono 262. Europa verso il lockdown

Martedì 20 Ottobre 2020
Covid, in Francia 20mila casi: impennata di morti, sono 262. Europa verso il lockdown

È il primo Paese in Europa a tornare ufficialmente in lockdown e già ci si chiede chi sarà il prossimo a seguirne l'esempio. Troppi i casi di Covid registrati nell'ultimo periodo in Irlanda, per continuare a tenere uno stile di vita privo di restrizioni.

Dalla mezzanotte di mercoledì, così, saranno chiusi i negozi non essenziali, mentre bar e ristoranti funzioneranno soltanto da asporto. Scuole e strutture per l'infanzia resteranno, al contrario, aperte. D'altronde, ha spiegato il premier Michael Martin erano «troppo evidenti i segnali di un peggioramento imminente per poterli ignorare». Detto fatto, saracinesche abbassate e strette generalizzate entreranno in vigore sull'isola tra qualche ora, accompagnate dalla consapevolezza di non dover indugiare oltre.

Covid, diretta: Irlanda primo Paese europeo a tornare in lockdown (tranne le scuole). Contagi record in Germania

SPAGNA Sulla stessa lunghezza d'onda, anche in Spagna si attendono provvedimenti nel breve periodo. Nella regione di Madrid, una delle più funestate dal virus, lo stato d'emergenza terminerà fra quattro giorni, nella giornata di sabato, ma per il momento il Governo centrale esclude un prolungamento delle misure, preferendo tornare ad applicare disposizioni uniformi in tutto lo Stato. L'esecutivo regionale, tuttavia, sembra muoversi in direzione opposta e avrebbe chiesto al primo ministro Pedro Sanchez la possibilità di istituire un coprifuoco. A spaventare sono naturalmente i numeri, basti pensare che mell'area intorno alla Capitale, i casi negli ultimi 15 giorni hanno superato i 35mila, diecimila in più rispetto alla Catalogna, altra regione fortemente bersagliata dal Covid. 

FRANCIA L'obiettivo a livello locale, sarebbe quello di seguire il modello francese, dove per Parigi ed altre otto città è stato disposto il coprifuoco. Niente spostamenti tra le 21 e le sei del mattino, mentre dodicimila poiziotti sono stati schierati dal ministero dell'interno transalpino per controllare i comportamenti dei cittadini, che riceveranno multe salate in caso di violazioni. Le sanzioni vanno dai 135 euro per la prima volta ai mille, in caso di recidiva. La disposizione durerà quattro settimane e riguarderà in particolare i distretti di Marsiglia, Lille, Grenoble, Tolosa, Lione, Rouen Aix-en-Provence e Saint Etienne. Le cifre a due giorni dal provvedimento restano allarmanti, con 13.243 nuovi casi registrati ieri, a fronte di un tasso di positività del 13,4%. I decessi sono stati 146, 33.623 dal primo marzo. 

In Francia si registrano 20.468 nuovi contagi e 162 morti per il coronavirus. I dati diffusi dal ministero della Sanità portano il totale dei decessi a 33.885 Al momento sono 12.458 le persone ricoverate in Francia per il covid-19, di cui 1.944 entrate in ospedale nelle ultime 24 ore. In rianimazione vi sono 2.177 pazienti, di cui 278 ammessi ieri.

GERMANIA Relativamente meno drammatico il quadro tedesco. In Germania, nelle ultime ore è risuonato forte l'appello della cancelliera Angela Merkel. «Serve unità, come per la prima ondata. Solo così ne usciremo», ha detto al Paese. In Berchtesgaden, land al confine con l'Austria e ricompreso nella Baviera, il raggiungimento della soglia d'allarme di 252 contagi ogni 10mila abitanti negli ultimi sette giorni ha imposto dalle 14 di oggi l'istituzione di importanti limitazioni. La popolazione uscirà di casa esclusivamente per validi motivi, mentre torneranno restrizioni su libertà di movimento e assembramenti: «È il modo più severo, ma anche l'unico per venirne fuori», ha detto il primo ministro del Land, Markus Soeder, presidente dell'Unione cristiano-sociale. Approvato anche un protocollo valido, invece, per l'intera nazione e che impone la mascherina all'interno dei luoghi pubblici, nelle città in cui si registrano 35 casi ogni 100mila abitanti per almeno 75 giorni. Dove i positivi saranno 50, riunioni in casa limitate a 10 persone e bar chiusi alle 23. 

REGNO UNITO Nel Regno Unito le ultime novità riguardano il Galles, dove sulla scia dell'Irlanda, venerdì verrà istituito un lockdown. Le restrizioni dureranno, intanto, fino al nove novembre, ma potrebbero essere prorogate nel caso in cui la pressione del virus non dovesse diminuire. Le limitazioni riguarderanno circa tre milioni di abitanti residenti nella regione e si tradurranno nel divieto di uscire di casa dopo le 18. Chiusi, in linea con quanto afferma il primo ministro Mark Drakefors, i negozi non essenziali. Le regole sono attualmente le più severe del Paese e sono state possibili grazie anche agli ampi margini di autonomia di cui godono le nazioni britanniche. Nei 15 giorni tra il 4 e il 17 ottobre, i casi erano stati 9776. 

REPUBBLICA CECA Volgendo a est lo sguardo, la Repubblica Ceca mantiene il poco edificante primato di positivi rispetto al numero della popolazione. Il tasso di contagiati, giusto per rendere l'idea è circa dieci volte quello della Germania. Per tale ragione ,è al vaglio una chiusura totale e la decisione sarà presa nel giro di due settimane. Attualmente il Paese ha dichiarato lo stato d'emergenza, tradottosi in violenti scontri di piazza. Tantissimi manifestanti, sabato, hanno chiesto le dimissioni del ministro della Salute Roman Prymula e si sono opposti a coprifuoco, lockdown e ripristino dell'obbligo di mascherine. 

AUSTRIA Nel land di Salisburgo, la città di Kuchl è stata messa in quarantena. Una sorta di zona rossa sul modello italiano. Nessuno può infatti entrare ed uscire dal territorio, chiuse tutte le attività non essenziali, compresi alberghi e ristoranti. In tutta la Regione coprifuoco alle 22, mentre nello Stato restrizioni sui funerali, a cui può partecipare un massimo di 100 persone. 

BELGIO Da lunedì chiusi bar e ristoranti, il pericolo reale è confrontarsi con uno «Tsunami», ha detto il ministro della Salute Frank Vandenbroucke. Rischio che le autorità del Belgio vogliono assolutamente scongiurare. Negli ospedali redatte liste d'attesa per i casi non urgenti, con l'obiettivo di prestare massima attenzione ai pazienti Covid. Nel quadro europeo, in rapporto alla popolazione, il Paese sta meglio soltanto se paragonato alla Repubblica Ceca. Diagnosticati in media 7.876 casi gionalieri, con un drammatico +79% rispetto alla scorsa settimana.

Ultimo aggiornamento: 20:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA