Covid in Brasile, ospedali al collasso: record di morti e vaccini a rilento. Il Governo alle donne: «Non rimanete incinte»

Lunedì 19 Aprile 2021
Covid in Brasile: ospedali al collasso, record di morti, vaccini a rilento. E le donne invitate a rinviare le gravidanze

Ospedali al collasso e senza farmaci, pazienti intubati da svegli e legati al letto, medici non autorizzati a lavorare, sepolture anche di notte: non c'è Paese peggiore del Brasile dove vivere in epoca di Covid-19. In più di un anno di pandemiaBolsonaro non è stato in grado di creare una risposta sanitaria efficace contro il coronavirus ed è diventato il secondo più falcidiato dopo gli Stati Uniti. Ma nonostante questo, hanno riaperto attività commerciali e luoghi di culto. D'altronde «il lockdown fa ingrassare», come aveva tenuto a specificare in una poco riuscita battuta il premier qualche giorno fa. L'ultimo bollettino recita 42.980 nuovi casi e 1.657 morti: la quota poco prestigiosa di 14 milioni di contagi è ormai vicinissima (13.943.071 dal febbraio 2020) mentre si raggiungerà presto quella altrettanto disastrosa delle 400 mila vittime, raddoppiando nei soli cinque mesi del 2021 le 200.000 di tutto il 2020. E la scorsa settimana i brasiliani hanno rappresentato l'11% della popolazione mondiale contagiata dal Covid-19 e il 26.27% dei decessi globali.

Un disastro di cui non si vede la fine.

Anche per la "disobbedienza" degli abitanti: a Rio de Janeiro molti bagnanti nel weekend si sono riversati sulle spiagge di Copacabana e di altre della zona sud carioca, ignorando il divieto come da decreto del sindaco Eduardo Paes. Rio ha registrato 446 morti sabato scorso, il numero più alto dall'inizio della pandemia. Anche a San Paolo si sono visti gli effetti dell'allentamento delle restrizioni: caos nel weekend lungo la Avenida Paulista, la via principale della megalopoli, e in piazza Roosevelt, dove la polizia è dovuta intervenire sabato per disperdere alcuni assembramenti. 

Vaccini, Gran Bretagna oltre quota 42 milioni: oggi 2.206 casi (su 988.311 test) e 35 i morti. Nel mondo oltre tre milioni di vittime

La situazione Covid in Brasile: pazienti intubati svegli e legati al letto

A rendere ingestibile la situazione, peraltro già complicata nei mesi scorsi, è stata la circolazione delle varianti. Ma l'emergenza in Brasile va oltre i numeri: in un ospedale di Rio de Janeiro sono senza anestetici e sedativi e per questo i malati sono intubati da svegli e con le mani legate al letto per sopportare il dolore. A San Paolo, invece, il sindaco a causa dell'aumento dei morti ha dovuto modificare la pianificazione funeraria: in quattro cimiteri comunali su venti (il primo è stato quello di Vila Formosan, ma il numero è destinato a crescere) si lavora anche di notte per seppellire le bare a un ritmo di 600 tombe ogni giorno. 

Gli ospedali sono al collasso (in 21 delle 27 capitali federali del Brasile le terapie intensive sono al limite) e a questo si aggiunge la mancanza di operatori sanitari: quelli stranieri e quelli brasiliani con titoli acquisiti all'estero non sono autorizzati a lavorare. «Contagi e morti si moltiplicano in Brasile anche a causa della disinformazione che circola nelle comunità di tutto il paese - l'allarme di Medici Senza Frontiere -. Le mascherine, il distanziamento fisico e le limitazioni ai movimenti non sono attuate e diventano uno strumento politico. Inoltre, l'idrossiclorochina (un farmaco antimalarico) e l'ivermectina (un farmaco antiparassitario), raccomandate dai politici come panacea per il Covid-19, vengono prescritte dai medici sia come profilassi che come trattamento. A peggiorare la situazione, in un Paese che ha vaccinato 92 milioni di persone contro l'H1N1 (influenza suina) in soli tre mesi nel 2009, la campagna di vaccinazione Covid-19 procede a rilento. Finora, solo l'11% della popolazione ha ricevuto una dose di vaccino. Ciò significa che milioni di vite in Brasile, e anche oltre i suoi confini, sono a rischio a causa di oltre 90 varianti del virus attualmente in circolazione, nonché di eventuali nuove varianti che potrebbero emergere». 

La strage di bambini in Brasile e le donne in gravidanza

I più vulnerabili, insieme agli anziani, sono i bambini: in poco più di dodici mesi sono state oltre 850 le vittime del virus sotto i 9 anni. Di questi, 518 dovevano ancora compiere un anno. Numeri ufficiali, che secondo le stime ufficiose potrebbero essere più del doppio. Secondo Fatima Marinho, epidemiologa dell’Università di San Paolo e consigliere esperto della Ong internazionale Vital Strategies, il problema è di una diagnosi che arriva troppo tardi: «Abbiamo seri problemi a rintracciare i casi - il suo allarme -, non abbiamo abbastanza test per la popolazione in generale, anche meno per i bambini. I più vulnerabili sono i bambini di colore e quelli provenienti da famiglie molto povere, per le quali è più difficile ricevere aiuto».

Ma non è finita qui, perché venerdì il segretario brasiliano dell'Assistenza sanitaria di base Raphael Camara ha chiesto alle donne di «posticipare le gravidanze a un momento migliore in modo che possano averne una più tranquilla. Non possiamo dirlo a chi ha 42 o 43 anni, ovviamente, ma per una giovane donna che può, la cosa migliore è aspettare un po' di tempo».

 

Ultimo aggiornamento: 15:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA