Cina, il legame con Putin (da non perdere) e i danni subiti a causa della guerra: l'enigma di Pechino

Mosca rappresenta un alleato strategico per i piani geostrategici cinesi. A partire dalla sfida contro gli Usa per Taiwan

Mercoledì 21 Settembre 2022 di Marta Giusti
La guerra danneggia la Cina, ma Pechino non può abbandonare lo zar: ecco perchè

Mentre i leader occidentali accusano Putin di voler condurre l'ennesima esclation del conflitto in ucraina Pechino resta in silenzio. Se da un lato la Cina non ha mai condannato apertamente il suo alleato per l'invasione (si è rifiutata di applicare le sanzioni e si è astenuta alla risoluzione Onu di condanna alla guerra), dall'altro ha fatto capire a più riprese di non gradire il "caos" generato da Putin, che anzi, danneggia fortemente i suoi interessi economici. 

L'insofferenza della Cina trapela appena dalla dichiarazione "contro" i referendum indetti da Mosca per l'annessione del Donbass, in cui il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha ribadito che «la sovranità e l'integrità territoriale di tutti i Paesi va rispettata, così come la Carta e i principi dell'Onu». Ma Xi Jinping non può andare oltre: interessi geostrategici e di difesa lo legano a doppio filo al Cremlino.

Sopratutto ora, che gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere pronti a difendere Taiwan anche con l'esercito. 

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Cina, investimenti in fumo 

In questo gioco di relazioni incrociate una cosa è certa: la guerra non piace alla Cina. Nell'ultimo incontro tra Xi e Putin, al vertice di Samarcanda in Uzbekistan la potenza asiatica aveva espresso "domande e preoccupazioni" su ciò che stava accadendo in Ucraina. Nel paese dell'est europeo la Cina aveva investito milioni di dollari in infrastrutture, costruzioni navali, stabilimenti siderurgici e autostrade, investimenti che sono stati pesantemente danneggiati dal conflitto. Senza contare il fatto che l'aumento dei costi energetici e dei generi alimentari ha avuto ripercussioni sull'economia cinese, già provata da due anni di pandemia e dalle rigide politiche zero-Covid. 

Da qui i ripetuti appelli di Pechino a una risoluzione pacifica del conflitto. La posizione di Pechino sull'Ucraina è «coerente», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin dicendo di essere disposto a «collaborare con la comunità internazionale per continuare a svolgere un ruolo costruttivo nell'attenuazione della situazione.

 

 

Mosca e Pechino, l'amicizia "senza limiti" non può essere tradita 

Al di là delle dichiarazioni però, nei fatti la Cina si è rivelata una validissima alleata per consentire all'economia di Mosca di sopravvivere alle sanzioni internazionali. Sulla base dei dati doganali cinesi le importazioni dalla Russia sono aumentate di oltre il 50% da gennaio ad agosto rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Se alle olimpiadi di Pechino a gennaio, appena un mese prima dell'inizio dell'invasione Xi e Putin avevano celebrato la propria alleanza definendola un'amicizia senza limiti, a 9 mesi di distanza il patto è stato rinnovato con una stretta di mano a Samarcanda, in Uzbekistan, in cui Xi ha affermato che "la Cina è pronta a collaborare con la Russia per estendere un forte sostegno reciproco su questioni riguardanti i rispettivi interessi fondamentali" e che "la Cina lavorerà con la Russia per approfondire la cooperazione pratica nel commercio, nell'agricoltura, nella connettività e in altre aree". 

 

Il fattore USA

Nonostante la guerra in Ucraina danneggi Pechino insomma la Cina non può permettersi di prendere le distanze dalla Russia, soprattutto ora che gli Stati Uniti hanno garantito il proprio supporto militare a Taiwan in caso di un tentativo di annessione cinese. L'isola che Pechino vorrebbe riconquistare entro il 2024 è infatti un punto di collisione inevitabile tra gli interessi americani e quelli cinesi. Con continui botta e risposta tra le due potenze la situazione si mantiene in un equilibrio precario. Ma la "pace" potrebbe non durare molto: il prossimo congresso del Partito Comunista Cinese è previsto per il 16 ottobre. In quell'occasione Xi aspetta di ottenere un rinnovo dell'incairco da parte del partito e un rafforzamento del suo potere. E poi, con i ranghi serrati sul piano interno potrebbe procedere - secondo i timori di Taipei - a rivendicare l'annessione di Taiwan, anche con mezzi militari. A quel punto lo scontro con Washington sarebbe a un passo e l'alleanza con Mosca si rivelerebbe indispensabile

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