Chi è Florian, l'agente antieroe nazionale che ha ucciso Nahel. Le scuse alla famiglia dopo la follia: «Non aveva mai sparato a nessuno»

L'avvocato che lo difende: si è reso conto di cosa è successo solo dopo aver visto il video

Sabato 1 Luglio 2023 di Francesca Pierantozzi
Chi è Florian, l'agente antieroe nazionale che ha ucciso Nahel. Le scuse alla famiglia dopo la follia: «Non aveva mai sparato a nessuno»

PARIGI Prima militare, in un reggimento di fanteria, poi la polizia, la specializzazione come motociclista, tutta una carriera con le armi e «non aveva mai sparato a nessuno», Florian M.

Il primo colpo è quello che ha ucciso Nahel martedì mattina. Secondo il suo avvocato, Laurent-Franck Lienard, legale abituato alla difesa dei poliziotti, il suo cliente «è distrutto». Da ieri è in detenzione cautelare per «omicidio volontario», con l'aggravante di essere un pubblico ufficiale. Per il suo legale si tratta di una chiara misura politica, senza pensare alla presunzione di innocenza, Florian M. sarebbe stato sacrificato sull'altare della pace nazionale.

 

Chi è Florian

L'agente avrebbe in un primo tempo evocato la legittima difesa. Davanti ai due video che lo ritraggono mentre spara a bruciapelo contro il ragazzo, ponendosi di lato, accanto al finestrino, sarebbe crollato. Come se avesse realizzato soltanto guardando quel filmato come sono andate le cose. «Ha chiesto perdono alla famiglia, più volte, non è un poliziotto che si alza con il chiodo fisso di andare ad ammazzare qualcuno» ha detto l'avocato. Sposato, padre di un bambino, prima di entrare nella polizia Florian M. ha prestato servizio nell'esercito, a Belfort. Era da un anno Nanterre, nei servizi della direzione dell'ordine pubblico e della circolazione (DOPC), la polizia stradale. Fa parte del sindacato SGP della polizia. I colleghi sono unanimi: «Un bravo agente», un poliziotto «professionale», non «una testa calda», uno che aveva collezionato encomi. Nel 2021 aveva ricevuto una medaglia di bronzo "per un'azione di coraggio" per aver fermato l'autore di un sequestro con rapina a Bernes-sur-Oise, comune della periferia nord di Parigi. Un'altra medaglia nel 2020 per azioni durante i movimenti di protesta dei Gilets Jaunes. Ha collezionato anche otto lettere di encomio e una medaglia dei servizi della sicurezza interna. «Aveva la fiducia completa della sua gerarchia» ha detto il prefetto di Parigi Laurent Nunez. Per il ministro dell'Interno Gérald Darmanin una carriera «senza macchie». «Ho vissuto una giornata terribile - ha commentato il suo avvocato in 31 anni di carriera, quasi tutti dedicati a difendere casi di uso di armi, non mi è mai successo di vedere un cliente andare direttamente in carcere dopo la sua presentazione davanti a un giudice. Immaginate lo tsunami nella testa di un poliziotto che si sveglia la mattina per far rispettare la legge, commette un atto drammatico che ritiene di aver dovuto fare e si ritrova in prigione».

Eccezione

«La detenzione provvisoria dovrebbe restare l'eccezione, ci sono altri modi per proteggere l'ordine pubblico - ha aggiunto il legale - È detestabile che per spegnere il fuoco nelle banlieue e nelle città si metta in carcere un agente». Secondo l'avvocato, Florian M. ha tentato di usare l'arma in modo non letale ma è stato spinto dall'auto che ha ripreso a muoversi, e il movimento «ha sollevato la canna modificando la traiettoria. Mai avrebbe voluto uccidere quel ragazzo». Lienard si è detto anche scioccato dalle parole del presidente Macron, che ha definito «ingiustificabile» quel gesto: «Capisco la pressione sociale, è legittimo che voglia spegnere l'incendio, ma il presidente deve rispettare la giustizia e la presunzione di innocenza».
 

Ultimo aggiornamento: 10:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA