Biden convinto: «Batterò Trump e sarò il presidente di tutti gli americani»

Domenica 4 Ottobre 2020
Biden convinto: «Batterò Trump e sarò il presidente di tutti gli americani»

Trump sta meglio e Biden si mostra ottimista. Questa l'ultima fotografia della sfida elettorale per la presidenza degli usa. «Tra un mese potremo chiamare Jill la nostra first lady eletta»: ostenta sicurezza su Twitter Joe Biden, a 30 giorni dalle elezioni. Il candidato democratico ha rinunciato ad attacchi e sarcasmi contro Donald Trump dopo la sua positività al Covid-19 ma approfitta dell' inatttività forzata del rivale per fare campagna di persona, soprattutto negli Stati in bilico, dove il suo vantaggio resta nel margine di errore.

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Uno dei primi sondaggi dopo il primo controverso duello tv continua comunque a premiarlo: secondo una rilevazione New York Times-Siena College, l'ex vicepresidente è avanti di 5 punti in Florida (47% a 42%) e di 7 in Pennsylvania (49% a 42%).

Il numero due di Obama insiste su indecisi e repubblicani moderati, facendo appello all'unità del Paese, in contrasto con la campagna divisiva di Trump: «Sto correndo come democratico ma sarò un presidente americano. Che abbiate votato per me o contro di me vi rappresenterò tutti», ha spiegato.
 
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«È il momento che ci vediamo reciprocamente come concittadini americani, che non vivono solo in Stati rossi o blu ma che che vivono negli Stati Uniti d'America e li amano. Questo è quello che siamo e non c'è niente che possiamo fare se non lo facciamo insieme», ha ammonito. Ma il presidente non molla neppure dal letto dell'ospedale militare, da dove continua a fare campagna e a rassicurare gli americani twittando, mostrandosi in video o in foto mentre lavora firmando documenti.

«Tornerò presto per riprendere la campagna elettorale da dove era stata interrotta, devo finire il lavoro, dobbiamo ancora fare l'America nuovamente grande», spiega in una clip rilanciando il suo slogan. Poi cinguetta per ringraziare i fan radunatisi all'esterno dell'ospedale con bandiere e cartelli inneggianti al presidente. O per corteggiare la comunità afroamericana. O, addirittura, per condividere l'endorsement di tre astronauti alla senatrice repubblicana dell'Arizona Martha McSally contro il suo sfidante dem, l'ex cosmonauta Mark Kelly. Ma sembra difficile che possa tornare presto ai comizi, la sua arma principale. In forse anche la sua partecipazione al secondo duello tv del 15 ottobre. Fioriscono intanto sui social le teorie del complotto, in modo bipartisan. A sinistra c'è chi pensa che Trump non sia davvero positivo al coronavirus, ma che sia una scusa per distrarre il pubblico dalla questione delle tasse, per evitare in confronto tv, per rimandare le elezioni o per dimostrare che, in fondo, il coronavirus era poco più di una normale influenza.

A destra c'è chi crede che a infettarlo siano stati i democratici per sabotarlo. Ma a battere tutti sono i cospirazionisti del movimento QAnon. Sono convinti che il presidente sia in missione per fermare una setta satanica mondiale legata alla pedofilia e guidata da Hillary Clinton: quel suo tweet «we will get through this TOGETHER» va letto non «supereremo tutto questo insieme», ma faremo tutto questo per acciuffarla« (To-Get-Her). Teorie che alimentano il caos e l'incertezza nel Paese.

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