Biden al G7: «Cina e Russia una minaccia. Rischio ritorno alla guerra fredda»

Venerdì 19 Febbraio 2021
Biden al G7: «Cina e Russia una minaccia. Rischio ritorno alla guerra fredda»

«Siamo tornati, l'era dell'America First è finita». Quello rivolto da Joe Biden ai leader del G7 e intervenendo alla Conferenza di Monaco è quasi un urlo liberatorio.

Il presidente degli Stati Uniti, ai suoi primi appuntamenti internazionali da quando è tornato alla Casa Bianca, vuole essere sicuro che gli alleati percepiscano a pieno come le cose siano radicalmente cambiate a Washington, dopo quattro anni di isolazionismo e nazionalismo targati Donald Trump. Il messaggio di Biden è che si torna a lavorare insieme su tutti i fronti, dalla lotta alla pandemia al clima, dall'Iran a tutti i grandi dossier internazionali, con un rinnovato impegno degli Usa e sostenere la Nato e a rafforzare l'Alleanza Atlantica.

Con la diplomazia, il dialogo e il multilateralismo che anche in America tornano ad essere la stella polare. Ma il presidente americano lancia anche un chiaro monito all'Europa, la mette in guardia sui reali rischi di «una nuova Guerra Fredda» se sui rapporti con la Russia e con la Cina ognuno andrà per conto suo. Perché, ha affermato, «la democrazia è sotto attacco» nel Vecchio Continente come negli Stati Uniti, e il rischio che le autocrazie possano prevalere è reale. Anche la Casa Bianca di Biden è convinta che troppo spesso negli ultimi anni gli alleati europei abbiano strizzato l'occhio a Mosca e Pechino, dal 5G alla nuova Via della Seta, senza contare la dipendenza energetica dal gas russo. «Ma bisogna respingere in tutti i modi gli abusi economici perpetrarti dalla Cina», ha ammonito il presidente americano, ammettendo come ci si debba preparare a una competizione «molto lunga e dura» con il gigante asiatico: «Tutto il mondo deve giocare con le stesse regole», ha aggiunto, accusando Pechino di infrangere continuamente le norme comuni minando così le fondamenta del sistema economico internazionale. Niente sconti poi per la Russia di Vladimir Putin, come ai tempi di Barack Obama: «È una reale minaccia per le nostre democrazie», l'affondo di Biden, che sa bene come Mosca abbia tentato, e tenti tuttora, di sabotare le libere elezioni in America e in Europa e di interferire nel processo democratico sulle due sponde dell'Atlantico.

Non solo: «Putin - ha affermato il presidente statunitense - cerca di indebolire il progetto europeo e la Nato. Vuole minare l'unità e l'alleanza transatlantiche per intimidire più facilmente e usare la sua prepotenza contro i singoli Stati». L'annessione della Crimea e la crisi con l'Ucraina sono un esempio lampante. Intanto nelle ultime ore il nuovo corso di Washington è emerso in maniera chiara, non solo con il ritorno ufficiale degli Usa nell'accordo di Parigi sul clima, ma anche con una vera e propria svolta sull'Iran annunciata proprio alla vigilia del G7: gli Stati Uniti hanno accettato l'invito dell'Unione europea a sedersi di nuovo attorno a un tavolo con i rappresentanti di Teheran e tutti i protagonisti della storica intesa del 2015 sul nucleare.

Dunque Germania, Francia, Regno Unito, Russia e Cina. Non c'è ancora una data e non è chiaro se l'Iran accetterà a sua volta l'invito. Ma Washington in segno di buona volontà ha annunciato che non sosterrà più le nuove sanzioni verso Teheran chieste all'Onu da Trump e ha deciso di allentare le restrizioni ai movimenti dei diplomatici iraniani a New York, dove si trova il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Ma un punto deve essere chiaro, ha sottolineato Biden: «Gli Usa non potranno non rispondere alle azioni destabilizzanti dell'Iran». E Teheran dovrà garantire l'accesso degli ispettori dell'Aiea ai siti nucleari.

Le parole di Mario Draghi

La salute va intesa come bene pubblico globale, che va regolato con principi trasparenti e regole condivise. È questo il ragionamento che il premier Mario Draghi ha affrontato nel corso del G7 straordinario convocato sulle risposte alla crisi pandemica e alle strategie per la ripresa. Il presidente del Consiglio, nel suo intervento, ha richiamato l'esigenza di riservare attenzione ai cambiamenti climatici e alle biodiversità, la cui tutela è essenziale per prevenire future pandemie.

 

L'intervento di Macron

Il presidente francese Emmanuel Macron ha esortato Ue e Usa a inviare «rapidamente» 13 milioni di dosi di vaccino all'Africa per immunizzare i suoi 6,5 milioni di operatori sanitari. «Se ci riuscissimo velocemente sarebbe un successo», ha detto, intervenendo alla videoconferenza di Monaco. Macron ha sottolineato che «bisogna fare in modo che tutti i Paesi, quelli poveri e quelli in via di sviluppo, abbiano il vaccino».

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Ultimo aggiornamento: 22:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA