Bambino di 6 anni morto per un'ameba mangia-cervello, allerta a Houston: «Non usate l'acqua del rubinetto»

Lunedì 28 Settembre 2020 di Federica Macagnone
Bambino di 6 anni morto per un'ameba mangia-cervello, allerta a Houston: «Non usate l'acqua del rubinetto»

La misteriosa morte di un bimbo di 6 anni, i sospetti, le prime analisi e infine la decisione: 120mila persone senz’acqua. È scattato l'allarme rosso paura in Texas dopo che un bambino è stato ucciso dal Naegleria fowleri, un’ameba mangia-cervello: gli abitanti di alcune zone di Houston sono stati invitati a non usare l’acqua del rubinetto, se non per lo scarico del wc, per il terrore che possano essere contaminati dal microbo letale.

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L’allarme è scattato dopo il decesso di Josiah McIntyre, un bimbo di 6 anni morto lo scorso 8 settembre dopo che il suo cervello è stato attaccato dall’ameba che gli ha provocato una rara infezione letale. Il piccolo è stato portato al Texas Children’s Hospital dove è stato ricoverato in terapia intensiva: quando i medici hanno capito che Josiah era sotto attacco del microbo era ormai troppo tardi. È morto due giorni dopo il ricovero senza che i dottori potessero far nulla per salvarlo. Per i genitori ci sono pochi dubbi: il bimbo potrebbe aver inalato l’ameba pochi giorni prima il ricovero mentre giocava in una fontana che spruzzava acqua dal pavimento.
 
Dopo la notizia della tragedia sono scattati i test sulla rete idrica: in un primo momento le analisi non avevano rilevato la presenza dell’ameba, ma test più approfonditi sono riusciti a individuarla. Da quel momento le autorità hanno inviato la popolazione a non utilizzare l’acqua del rubinetto. Il divieto assoluto è stato poi attenuato dalla possibilità di usare l’acqua ma solo dopo averla bollita, in attesa che la rete idrica non sia controllata e depurata.
 
Il Naegleria fowleri è un parassita minuscolo e può essere inalato inavvertitamente se si nuota in fiumi e laghi con acqua tiepida e calda: il microbo si insinua nella cavità nasale e risale lungo il nervo olfattivo, fino ad attaccare il cervello, dove si moltiplica nutrendosi di tessuto nervoso cerebrale.

Il microbo provoca lesioni talmente gravi che risulta letale nel 90% dei casi: nella maggioranza delle vittime provoca la meningoencefalite amebica primaria che attacca il sistema nervoso centrale. Se la malattia non viene individuata nel minor tempo possibile, può provocare il decesso nel giro di una settimana.

Ultimo aggiornamento: 19:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA