Israele, attentato alla fermata di un bus: un palestinese uccide un bimbo e un giovane israeliano, nuova Intifada

Venerdì 10 Febbraio 2023
Israele, attentato alla fermata di un bus: un palestinese uccide un bimbo e un giovane israeliano, nuova Intifada

Un palestinese ha intenzionalmente investito con un'auto un bambino di 8 anni e un giovane di 20, ferendo altre 5 persone alla fermata di un autobus a Gerusalemme Est.

L'attentato è avvenuto nel quartiere di Ramot, una zona abitata in maggioranza da ultraortodossi. Quasi immediatamente l'attentatore è stato identificato come Hossein Karaka, 31 anni, residente a Gerusalemme Est. I testimoni hanno raccontato che l'auto è stata lanciata a grande velocità sul gruppo di persone che aspettavano che arrivasse il bus. L'attentatore è stato poi ucciso da un agente che si trovava sul posto. Come primo atto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato l'immediata demolizione della casa dell'attentatore mentre Hamas, dal quartier generale di Gaza, ha definito l'attacco come una operazione eroica compiuta da un eroe. Sulla stessa linea anche la Jihad islamica che ha pubblicato un messaggio analogo, appellandosi ai palestinesi della Cisgiordania e di Gerusalemme a moltiplicare gli attacchi e a non avere paura. Times of Gaza, invece, ha pubblicato sul suo sito che dall'inizio dell'anno i soldati israeliani hanno ucciso 45 palestinesi, tra cui alcuni ragazzi, dall'inizio dell'anno.

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Una escalation di violenze da una parte e dall'altra tanto che le due maggiori emittenti arabe al mondo, Al Jazeera e Al Arabia, da tempo si interrogano se sia già iniziata sotto gli occhi di tutti una nuova Intifada. La cronaca quotidiana farebbe pensare proprio questo e viene collegata come un effetto collaterale della politica oltranzista del governo di Bibi Netanyahu, ormai palesemente condizionato dai partiti ultra-nazionalisti e ortodossi. Da quanto si è installato sono aumentate uccisioni, raid, incarcerazioni e demolizioni delle abitazioni dei palestinesi in Cisgiordania e nei territori occupati. 

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L'anno scorso più di 170 palestinesi erano già stati uccisi dagli israeliani nella Cisgiordania occupata, e almeno altri 49 in un assalto di tre giorni da parte di Israele nella Striscia di Gaza ad agosto. Le scene ormai ricordano la Seconda Intifada, di 20 anni fa. A questo quadro drammatico è seguito l'attentato orribile nella Sinagoga: un uomo palestinese ha ucciso due settimane fa sette ebrei israeliani. 

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Il governo israeliano ha risposto con una legge che, secondo molti palestinesi, equivarrebbe a una "punizione collettiva". La legge prevede la demolizione accelerata delle case dei familiari dei palestinesi che hanno compiuto attacchi e piani per rendere più facile per gli israeliani ottenere armi.

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