Nato, 14 Paesi e la Finlandia rafforzano la difesa aerea contro attacchi nucleari: l'Italia prende tempo

Entro il 2025 cambierà il sistema di protezione dei cieli europei

Venerdì 14 Ottobre 2022 di Mauro Evangelisti
Nato, 14 Paesi e la Finlandia rafforzano la difesa aerea contro attacchi nucleari: l'Italia prende tempo

Si chiama European Sky Shield Initiative, mette insieme quindici Paesi europei su iniziativa della Germania. Punta a migliorare le difese aeree della Nato soprattutto di fronte a possibili attacchi con missili con testate nucleari.

Ieri mattina i ministri della Difesa hanno firmato il patto a Bruxelles, o più correttamente una «lettera di intenti, per creare uno scudo del cielo europeo. Quali paesi erano rappresentati? Sono quattordici della Nato più la Finlandia. Oltre alla Germania, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Slovenia, Norvegia e Regno Unito. L'Estonia non era presente ma parteciperà al progetto. Si punta, entro il 2025, a rafforzare la difesa aerea utilizzando soprattutto tre sistemi: l'Iris-T Slm, sviluppato in Germania, il Patriot, americano, e l'Arrow-3, israeliano.

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Bene, ma perché nell'elenco non compare l'Italia? Fonti diplomatiche, ai margini del vertice dei ministri della Difesa a Bruxelles, hanno fatto trapelare: l'alleanza di questi primi Paesi non è altro che «un gruppo di testa» e in futuro ci si aspetta che «altre nazioni della Nato» vi partecipino, inclusa «l'Italia». Fonti della Difesa italiana però descrivono uno scenario non perfettamente sovrapponibile. Ovviamente, una decisione così importante come l'adesione allo «scudo del cielo europeo» non poteva essere presa dal governo uscente a pochi giorni dalla formazione del nuovo. Dunque, sarà l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni a valutare, in un secondo momento, se aderire. Ma viene anche fatto notare che l'Italia non arriva impreparata e che già è attiva sul fronte dell'organizzazione di un efficace sistema di difesa aerea e missilistico, anche in ambito Nato: investe da diversi anni nello sviluppo di due programmi di nuova generazione, il CAMM ER, sistema a corto e medio raggio, e il SAMPT, a medio lungo raggio. Si tratta di sistemi totalmente integrabili nella difesa missilistica Nato, che saranno operativi a partire dal 2025, realizzati con il contributo delle eccellenze di settore nazionali quali Mbda, Avio e Leonardo.

Questo non esclude anche la possibilità di collaborare al programma varato ieri a Bruxelles. Che punta soprattutto su tre sistemi: l'Iris T-Slm consente una difesa più a corto raggio, il Patriot e soprattutto l'Arrow-3, prodotto in Israele, che offre l'opzione di intercettare missili a medio e lungo raggio nello spazio, a una distanza fino a 2.400 chilometri e un'altitudine di 100 chilometri. Appare di primaria importanza in caso di attacchi nucleari. L'obiettivo è essere pronti entro il 2025. Aveva spiegato il cancelliere tedesco Olaf Scholz: «Questo sistema non sarà solo più economico ed efficiente di quanto lo sarebbe se ogni Paese costruisse il rispettivo piano di difesa aerea. Sarà un vantaggio in termini di sicurezza per tutta l'Europa. E un ottimo esempio di cosa intendiamo quando parliamo di rafforzare il pilastro europeo della Nato».

 

Ultimo aggiornamento: 16:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA