Armi all'Ucraina, dai droni "kamikaze" Usa ai missili norvegesi: chi ha risposto alla richiesta di Zelensky. Ma la Germania frena

Mercoledì 20 Aprile 2022 di Francesco Malfetano
Armi all'Ucraina, dai droni "kamikaze" Usa ai missili norvegesi: chi ha risposto alla richiesta di Zelensky. Ma la Germania frena

«Se avessimo accesso a tutte le armi di cui abbiamo bisogno, che i nostri partner hanno e che sono paragonabili a quelle usate dalla Federazione Russa, avremmo già posto fine a questa guerra». Così nella notte, nel suo ormai consueto videomessaggio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato a sferzare i suoi alleati "anti-Putin" sul tema degli armamenti.

Un nodo che però, in tutta evidenza, è difficile da districare. In primis per il timore di provocare un'escalation. Posizione questa, ribadita ad esempio ieri dalla Cina con il rappresentante permanente cinese alle Nazioni Unite, Zhang Jun, durante la riunione del Consiglio di sicurezza: «Continuare a inviare più armi non porterà la pace. Prolungherà e intensificherà il conflitto e aggraverà ulteriormente la catastrofe umanitaria».

Guerra in Ucraina, la diretta. Ultimatum russo a Mariupol: «Sgomberate entro le 13». Accordo per un corridoio umanitario oggi

Il dibattito

Ma le sfumature (per così dire) sono tante. E che il confronto non è destinato a districarsi lo dimostra, solo guardando alle ultime ore, che la Norvegia oggi ha annunciato l'invio in Ucraina di altri armamenti proprio mentre in Germania il dibattito in corso tra le forze politiche sulle proprie armi pesanti è culminato stamane con l'ispettore generale Markus Laubenthal, nr. 2 dell'esercito, che intervenendo alla tv pubblica tedesca ZDF ha detto: «Non avremmo più la possibilità di reagire alle contingenze e questo indebolirebbe notevolmente la nostra capacità di difesa». D'altro canto invece, Stati Uniti e Canada hanno invece confermato un ulteriore invio di armi e rifornimenti all’esercito ucraino, compresa artiglieria pesante. Il presidente americano Joe Biden, in particolare, sta per annunciare aiuti a Kiev per altri 800 milioni di dollari. 

 

Quali armi e dove si trovano

Chiaramente è impossibile ora stabilire quali siano le armi in possesso delle forze ucraine. «Non saprei dirvi dove si trovano in Ucraina e se gli ucraini li stanno usando a questo punto», ha detto ai giornalisti la scorsa settimana un alto funzionario della difesa degli Stati Uniti. «Non ci stanno dicendo ogni round di munizioni che stanno sparando e chi e quando. Potremmo non sapere mai esattamente in che misura stanno usando i Switchblades», riporta la Cnn. Anche perché, secondo l'addetto stampa del Pentagono John Kirby, il Dipartimento della Difesa americana - senza dubbio il più esposto di tutti - tende a non tracciare le armi inviate a unità particolari dell'esercito di Kiev.

Tuttavia, affidandosi alle comunicazioni dei singoli paesi, è possibile ricostruire in parte quali armi sono state inviate. Ad esempio gli Stati Uniti hanno appena consegnato in Polonia, dove poi i militari ucraini ricevono e smistano il tutto, cannoni obice da 155 mm trainati e 40.000 colpi di artiglieria. Una tipologia di armamenti meno adatta al campo aperto ma ideale per combattimenti "ravvicinati" come quelli che ci si aspetta ci saranno in Donbass. Non solo. Dagli Stati Uniti sono anche stati consegnati altri 500 missili anticarro Javelin, 300 droni Switchblade (definiti "kamikaze"), altri 10 radar AN/TPQ-36 e due radar di sorveglianza aerea AN/MPQ-64 Sentinel, utilizzati per rilevare gli aerei nemici. Infine da Washington arriveranno anche altri 11 elicotteri Mi-17 (oltre ai cinque già forniti all’inizio dell’anno). Dal canto suo invece il Regno Unito, ha specificato che nella tranche di nuovi aiuti militari in arrivo al confine polacco una fornitura dei temutissimi Stormer HVM (High Velocity Missile, missile ad alta velocità), lanciamissili prodotti dall’azienda britannica Alvis Vickers. Mezzi che, con a bordo solo 3 persone, sono capaci di lanciare simultaneamente fino ad 8 missili Starstreak, già dati in dotazione all’Ucraina e utilizzati principalmente per neutralizzare attacchi aerei nemici. La Norvegia appunto, particolarmente interessata al conflitto per motivi geografici e quindi di difesa, ieri ha annunciato l'invio di 100 missili di difesa aerea Mistral. Ma nuovi aiuti non meglio specificati potrebbero essere stati concordati ieri durante la video-conferenza convocata dal presidente Usa Joe Biden con i leader dell'alleanza a sostegno di Kiev (tra cui anche l'Italia). Per il momento però nulla è stato reso noto. 

Ultimo aggiornamento: 16:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA