Cop27, il patto del clima può cambiare davvero qualcosa? Domande e risposte

Le incognite post-Ucraina rendono più difficili cooperazione multilaterale e decarbonizzazione

Lunedì 7 Novembre 2022 di Chiara Troiano
Cop27, il patto del clima può cambiare davvero qualcosa? Domande e risposte

COSA È LA COP E CHE RUOLO HA?
La Conference of the parties è un vertice globale sul clima, organizzato dall’Onu, che riunisce tutti i Paesi e il leader del pianeta.

Durante la Cop si tengono riunioni, colloqui e tavole rotonde per concordare come intensificare l’azione globale al fine di risolvere la crisi climatica e ridurre le emissioni di gas serra. Il vertice assume una fondamentale importanza perché, riunendo i leader mondiali, può ratificare la firma di accordi che impegnano i Paesi a intensificare le proprie azioni per risolvere la crisi climatica.

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CHI PARTECIPA ALLA COP?
Le Cop riuniscono più di 200 parti, tra cui Paesi (con i loro leader), organizzazioni regionali e attori non statali.


COSA C’È NELL’AGENDA DELLA COP27?
L’obiettivo chiave della Conferenza di Sharm el-Sheikh, in corso fino al 18 novembre, è quello di garantire la piena attuazione dell’Accordo di Parigi. Nell’agenda è stata ufficialmente inserita la questione del finanziamento per i danni causati dal cambiamento climatico, con l’obiettivo di supportare i Paesi più poveri e maggiormente colpiti dall’emergenza.


QUALI SONO LE POSIZIONI DEI PAESI PARTECIPANTI?
 

ITALIA – L’Italia arriva alla Cop27 con la sua neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che poi farà ritorno anche il 13-14 novembre. I due, alla vigilia della partecipazione, hanno confermato il ruolo attivo del Paese nell’azione di contrasto al riscaldamento del Pianeta e l’intenzione di salvaguardare gli obiettivi climatici raggiunti alla Cop26. Con un occhio attento, però, alla crisi energetica che ha colpito duramente il Paese. Combinando, quindi, attenzione al clima con sostenibilità sociale ed economica.


EUROPA - La presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen porterà in Egitto il mandato negoziale dell’Ue, concordato dai ministri dell’Ambiente, che tra le altre cose prevede di dar vita a un programma di lavoro sulla mitigazione dei cambiamenti climatici, maggiore impegno delle parti sulla riduzione graduale dell’uso del carbone e del metano e stop ai sussidi ai combustibili fossili. Ma pesano le reazioni di alcuni Stati membri che, in risposta all’aumento dei prezzi dei combustibili fossili, stanno fornendo sussidi per il loro consumo. Germania, Paesi Bassi, Grecia, Austria e Ungheria hanno infatti annunciato piani per prolungare la vita delle proprie centrali a carbone o per riaprire quelle chiuse.


USA - Il presidente americano Joe Biden arriva alla Cop27 forte di aver fatto approvare dal Congresso l’Inflation Reduction Act, pacchetto da circa 370 miliardi di dollari sulla transizione energetica. Sulla posizione americana, uno dei Paesi maggiori produttori di anidride carbonica al mondo, pesano le tensioni con la Cina e l’imminente voto di midterm: le elezioni di metà mandato, che si terranno martedì 8 novembre, potrebbero avere ripercussioni sul margine di azione del presidente, qualora al Congresso arrivassero più rappresentanti repubblicani.

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CINA/INDIA - I grandi assenti: il cinese Xi Jinping, alla guida del Paese che oggi inquina di più al mondo, e l’indiano Narendra Modi, premier del Paese al terzo posto tra quelli più inquinati. Al termine della Cop26 di Glasgow, Pechino aveva indicato che avrebbe lavorato dal punto di vista delle tecnologie innovative con Washington, ma le tensioni su Taiwan hanno interrotto il dialogo. Dal canto suo, l’India, ad agosto 2022, ha annunciato di impegnarsi a ridurre, entro il 2030, l’intensità delle emissioni del Pil del 45% rispetto a quella del 2005. Ma a Glasgow aveva chiesto di ridurre l’ambizione sui combustibili fossili e il Paese prevede di raggiungere lo zero netto di emissioni solo nel 2070.


AFRICA – E’ il continente protagonista della Cop27, ospitandola. I Paesi parteciperanno in massa per spingere per l’adozione di un meccanismo che tenga conto delle ‘perdite e dei danni’ causati dal cambiamento climatico a cui sono fortemente esposti. Sperano in un contributo finanziario specifico da parte dei Paesi sviluppati, che sono responsabili della maggior parte delle emissioni di gas serra.


COSA È STATO DECISO ALLA COP26 DI GLASGOW NEL 2021?
Nel Patto di Glasgow si prevede un accordo per rivedere i piani di riduzione delle emissioni per cercare di mantenere raggiungibile l’obiettivo dei 1,5 °C. Contiene, inoltre, la prima inclusione in assoluto di un impegno a limitare l’uso del carbone e un impegno per un maggiore sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo.

 

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