Lo scorso sabato 16 settembre gli attivisti per l'ambiente del movimento Extinction Rebellion hanno compiuto un'azione dimostrativa scaricando colorante verde nelle acque dei canali Lauch che circondano la città di Colmar, (Francia) detta la “piccola Venezia”. L'intenzione degli ambientalisti era protestare contro lo stoccaggio di rifiuti tossici in un ex sito minerario a Wittelsheim (nellza zona dell'Alto Reno), ma ora il sindaco della cittadina li accusa di aver provocato la morte di numerosi pesci, ritrovati galleggianti senza vita nell'acqua che ha assunto per alcune ore un colore verde fluorescente. Sotto accusa è proprio lo sversamento di questo colorante: la fluorescina.
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Un colorante «innocuo»
La sostanza utilizzata dagli attivisti di Extinction Rebellion è la fluoresceina, un potente colorante organico che diventa verde a contatto con l'acqua. «È utilizzato in oftalmologia, in piscicoltura e dagli speleologi», hanno assicurato gli attivisti sulla loro pagina Facebook, parlando di sostanza innocua.
Ora, però, la sostanza è messa pesantemente sotto accusa dal sindaco di Colmar Éric Straumann, che lunedì scorso - a più di 48 ore dallo sversamento - ha dichiarato a Le Figaro: «Il prodotto dovrebbe scomparire rapidamente ma l'acqua è ancora verde», affermando anche di aver ritrovato diversi pesci morti in seguito allo sversamento della tintura, «il che è anormale perché di solito non lo vediamo», ha aggiunto facendo sapere di averne contati lui stesso «più di dieci».
La protesta e l'arresto di un attivista
Come hanno rivendicato in un post su X (ex Twitter), la protesta era rivolta contro il progetto Stocamine, che consiste nello stoccaggio di rifiuti tossici contenenti sostanze quali amianto, arsenico e mercurio. Dopo anni di polemiche e battaglie delle associazioni ambientaliste, una commissione d'inchiesta lo scorso luglio ha infine dato il via libera alla prosecuzione del progetto. Contro il quale, però, un sondaggio ha dimostrato l'ostilità della popolazione locale.
Aujourd'hui, nous avons décidé une nouvelle fois encore, de dénoncer avec une action de visibilité, l'enfouissement définitif prochain des 42 000 tonnes de déchets toxiques (amiante, arsenic, cyanure) sous la plus grande nappe phréatique d'Europe ! #destocamine #stocamine pic.twitter.com/UOKNv82eh1
— Extinction Rebellion Strasbourg (@XR_Strasbourg) September 16, 2023
Nonostante le ragioni degli ambientalisti, ora sono loro stessi ad essere accusati di inquinamento. Il sindaco di Colmar, il giorno dopo l'azione dimostrativa, ha diffuso sui social la foto di un pesce morto facendo sapere che uno degli attivisti era stato arrestato dalle Brigate Verdi, un corpo di agenti che funge da polizia municipale nei centri rurali.
«L'autore del reato è stato identificato dalle Brigate Verdi. Stiamo continuando la procedura contro questo individuo», ha dichiarato Éric Straumann sottolineando ancora «l’impatto sulla fauna acquatica di questo colorante che veniva disperso in grandi quantità». Per il momento non ha ancora deciso se sporgerà denuncia contro il collettivo ambientalista. «Vedremo come evolve la situazione e decideremo se dare seguito o meno. Il solo inquinamento visivo è enorme», afferma.
Intanto le Brigate Verdi hanno confermato l'arresto di un uomo indicato dai turisti come il responsabile materiale dello scarico del colorante nel Lauch. Trovato in possesso di lattine e con le mani visibilmente macchiate di tintura, «non ha cercato di negare i fatti» ed «è stato consegnato alla polizia nazionale dopo il suo arresto sabato pomeriggio», aggiungono le autorità.
Ma c'è chi si oppone alle accuse: in un articolo pubblicato lunedì sera, l'Ufficio francese della biodiversità ha fatto sapere di aver effettuato delle misurazioni a Lauch. «I parametri fondamentali, ossigeno disciolto, pH, temperatura, sono nella norma. Al nostro livello, non vediamo alcun legame tra la fluoresceina versata e la mortalità dei pesci», afferma Éric Krauser, capo del servizio dipartimentale dell'OFB dell'Alto Reno.
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