Che 2023 sarà? Dalla supremazia militare cinese al patto India-Russia: i trends della geopolitica

L'analisi pubblicata dal Council on foreign relations

Sabato 31 Dicembre 2022
Che 2023 sarà? Dalla supremazia militare cinese al patto India-Russia i trends della geopolitica

Di cosa parleremo nel 2023? Il Council on foreign relations ha realizzato un report dove analizza le tendenze della geopolitica mondiale da tenere d'occhio il prossimo anno. Tra i trends emergenti ci sono sicuramente la corsa agli armamenti nel quadrante Asia-Pacifico, il cambiamento delle relazioni tra India e Russia e il peggioramento della fuga di cervelli in Nigeria.

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Insicurezza alimentare

L'insicurezza alimentare era già un problema sentito nel 2022 e, senza un impegno internazionale forte continuerà ad esserlo nel 2023. Oltre 820 milioni di persone - più del 10% della popolazione mondiale - vanno a letto affamate ogni sera. L'attuale insicurezza alimentare è il prodotto di vari fattori, tra cui i conflitti regionali e gli shock climatici, e sicuramente la guerra della Russia in Ucraina ha esacerbato questa crisi.

I costi alimentari sono saliti ai livelli più alti da oltre dieci anni. La guerra ha interrotto le spedizioni dei cereali facendo aumentare il rischio di carestie in Paesi come lo Yemen. 

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Il dominio militare della Cina nell'Asia-Pacifico

La crescita militare della Cina nell'Asia-Pacifico negli ultimi anni ha sollevato preoccupazioni in Occidente. Ci sono timori per un'invasione della Cina a Taiwan e di azioni aggressive nel Mar Cinese Meridionale. Tuttavia - scrive il Counsil - gli alleati statunitensi nell'area (Australia, Giappone, Corea del Sud) sembrano poco preparati a contrastare le grandi sfide militari di Pechino. Negli ultimi cinque anni, le spese militari della Cina sono aumentate del 25%, un aumento leggermente superiore a quello degli Stati Uniti. Gran parte di questi investimenti sono concentrati in piattaforme militari progettate per assalti anfibi offensivi e per l'occupazione d'oltremare. I governi di Australia, Giappone, Corea del Sud e Taiwan non stanno investendo nelle stesse capacità militari della Cina, né in quelle necessarie per combattere o scoraggiare l'espansione cinese comprese le difese aeree e le navi da pattugliamento navale. Persino Taiwan, che si trova ad affrontare una delle minacce più immediate, non ha ancora speso di più per la difesa, nonostante gli Stati Uniti l'abbiano esortata a farlo. A parte i crescenti investimenti del Giappone nei sottomarini, molti eserciti non cinesi della regione hanno più o meno lo stesso aspetto di cinque anni fa. Lo scenario tratteggiato dal Council è che i partner statunitensi nell'Asia-Pacifico sono fiduciosi che, in caso di necessità, le loro relazioni con gli Stati Uniti garantiranno la loro sicurezza contro la Cina.

India e Russia, perché osservare la loro relazione

Le relazioni tra Nuova Delhi e Mosca stanno cambiando? Il Council on foreign relations ha messo insieme più aspetti (dai voti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite fino all'import militare) giungendo alla conclusione che sì, stanno cambiando in modo sottile. Alcuni esperti, scrivono, sostengono che il rimprovero pubblico del Primo Ministro indiano Narendra Modi al Presidente russo Vladimir Putin, in occasione di un vertice tenutosi a settembre, abbia significato una storica rottura dell'amicizia. Altri sostengono che i crescenti acquisti di petrolio russo da parte dell'India negli ultimi mesi indicano che i legami si stanno effettivamente rafforzando. Un'analisi di importanti linee di tendenza - scrive il Council - mostra che è in atto un cambiamento più sottile nelle relazioni. Durante la Guerra Fredda, l'India e l'Unione Sovietica hanno mantenuto forti relazioni economiche e militari, con Nuova Delhi che si riforniva di armi da Mosca. Questo solido commercio è proseguito negli anni successivi al crollo sovietico, fino alla metà degli anni 2010, quando l'India ha iniziato a diversificare lentamente le sue fonti. Entro il 2020, la maggior parte delle armi indiane proveniva da altri Paesi, tra cui Francia, Israele e Stati Uniti. Tuttavia, decenni di sostegno militare sovietico fanno sì che oggi gran parte dell'hardware militare indiano sia russo, per cui l'India deve dipendere dalla Russia per software, riparazioni e aggiornamenti. Nel frattempo, la storia dei voti dell'India all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite negli ultimi vent'anni mostra che su molte risoluzioni divisive, comprese quelle riguardanti i diritti umani e il disarmo, si è ripetutamente schierata con la Russia. Ma anche in questo caso si sta verificando un sottile cambiamento. Dal 2010, l'India ha votato occasionalmente con gli Stati Uniti e si è in gran parte astenuta da risoluzioni che mostravano forti divisioni tra Mosca e Washington. Per quanto riguarda il commercio più in generale, il boom degli acquisti indiani di petrolio russo non è indicativo di un maggiore riscaldamento dei legami bilaterali, ma piuttosto un esempio di come Nuova Delhi sia disposta a sfruttare un'opportunità finanziaria con Mosca - in questo caso, il petrolio fortemente scontato. Gli scambi commerciali complessivi dell'India con la Russia, tuttavia, rimangono insufficienti se confrontati con quelli con partner come gli Stati Uniti.

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Fuga di cervelli in Nigeria

La Nigeria, Paese dell'Africa occidentale che conta 215 milioni di abitanti con un tasso di crescita del 2,58%, è nel mezzo di un'allarmante e decennale fuga di cervelli. Negli ultimi anni, la situazione si è ulteriormente aggravata: dal 2020, il numero di visti per studenti concessi ai nigeriani dal Regno Unito (UK) è quadruplicato, raggiungendo un massimo di quasi quarantatrémila nel 2021. I due Paesi hanno legami che risalgono all'epoca coloniale e una lingua comune che rendono il Regno Unito la destinazione principale per gli studenti nigeriani. Diversi fattori in Nigeria stanno determinando questa impennata di emigrazione: l'instabilità del settore dell'istruzione, il declino della qualità della vita, le infrastrutture scadenti, la corruzione e il peggioramento del mercato del lavoro, che ha visto il tasso di disoccupazione giovanile salire a quasi il 43%. Questo fenomeno è indicativo di una tendenza più ampia che vede gli studenti nigeriani - più dei loro coetanei nel resto dell'Africa - affluire nei Paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti, alla ricerca di un'istruzione superiore e di migliori prospettive di vita in generale. Infatti, quasi la metà degli adulti nigeriani intervistati nel 2019 dal Pew Research Center ha dichiarato di avere intenzione di trasferirsi all'estero nei prossimi cinque anni. 

La crescente divisione politica negli Stati Uniti

Il Council on foreign relations scrive che l'ex presidente Donald Trump non il problema dell'accelerazione della polarizzazione politica negli Stati Uniti ma è probabilmente più un sintomo delle divisioni. L'iperpolarizzazione odierna è iniziata da decenni, con un aumento allarmante a partire dai primi anni Novanta. Il trumpismo ha intensificato la discordia interna ma ci sono degli elementi da non sottovalutare. Durante le elezioni di midterm la sconfitta di decine di candidati di alto profilo sostenuti da Trump è stata salutata come un "ritorno alla normalità". Nei quindici anni precedenti l'ingresso di Trump nella campagna presidenziale del 2016, ricorda il Council, la percentuale di americani che hanno opinioni "molto sfavorevoli" dell'altra parte è quasi raddoppiata. Se il ritorno alla normalità significa che questa traiettoria continuerà senza sosta nell'America post-Trump, non è una buona notizia, scrive il Council. 

Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 18:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA