Maria Porro, prima presidente donna del Salone del Mobile: «Design e progetto, parità tra mondi»

Mercoledì 25 Maggio 2022 di Valeria Arnaldi
Maria Porro, prima presidente donna del Salone del Mobile: «Design e progetto, parità tra mondi»

Innovazione, bellezza, sostenibilità.

E un nuovo “sguardo” al femminile.

La sessantesima edizione del Salone del Mobile, che dal 7 al 12 giugno si terrà presso Fiera Milano Rho, è la prima a pieno registro – dopo le sorprese del Supersalone – a vedere visione e firma di Maria Porro, 37 anni, direttore marketing e comunicazione di Porro Spa, presidente di Assarredo e prima donna nominata presidente del Salone del Mobile, appunto. Un cambiamento storico. «Essere la prima donna in tale ruolo implica, sicuramente, una grande responsabilità – spiega – ed è un segno del momento che sta vivendo il comparto. È in atto un cambio generazionale, tante donne hanno assunto e stanno assumendo ruoli manageriali e sono alla guida di aziende storiche. Un tempo, a portare avanti l’attività di famiglia erano i figli maschi, ora sono anche le figlie». Largo alle donne, dunque. E alle giovani. «La nuova generazione è cresciuta, di fatto, nel mondo. Siamo imprenditori e imprenditrici che si sono messi alla prova anche oltre confine e ciò determina un’importante apertura dell’orizzonte di design e arredamento». Gli effetti del passaggio di testimone si vedono. E bene. «C’è forte voglia di intensificare la comunicazione e la collaborazione, mantenendo una sana competizione, ma portando avanti il dialogo. Non so se tale approccio sia effettivamente legato all’aumento di presenze femminili, rimane il fatto che, ora, la volontà di fare squadra è decisamente superiore al passato».

L’ORIZZONTE

Dalla filosofia del design alla concretezza di lavoro e scelte. «La sensibilità delle donne è chiara nel mondo del progetto, tra forme e materiali. Se guardiamo al passato ci sono stati coniugi che, con i loro lavori, hanno segnato la storia del design. Ecco, credo che la vera forza propulsiva sia nel bilanciamento tra due mondi». Una questione di equilibrio, quindi. O, forse, sarebbe il caso di dire, parità, anche come elemento per costruire il domani del design. «Questa è l’edizione della ripartenza. Abbiamo oltre 1.500 brand espositori, il ventinove per cento è straniero, è un buonissimo segnale in un momento comunque non facile – sottolinea Maria Porro – Il Salone vuole svolgere la funzione di acceleratore di processi virtuosi. Nel programma abbiamo incluso momenti di approfondimento affidati a tre curatrici. Chiara Alessi proporrà un focus sui sessant’anni di storia del Salone. Maria Cristina Didero si concentrerà su sostenibilità e ruolo del design, anche nella dimensione sociale. E Beatrice Leanza, vera italiana nel mondo, parlerà di tecnologia e realtà virtuale all’interno delle case. Sono tre donne: non sono state scelte per genere, ma per lavoro e capacità». A loro il compito di riflettere sulla storia del Salone, dunque del design, guardando anche alle nuove frontiere del settore. Insomma, a ciò che la storia la farà. In materia di produzione, certo, ma, soprattutto, di abitare. «La casa è cambiata in modo radicale, con la pandemia – commenta Porro – Alcune funzioni si sono sovrapposte. Tavolo e sedia ai quali prima ci accomodavamo per mangiare oggi sono gli stessi che usiamo per lavorare e far studiare i nostri figli. La casa, che un tempo era uno spazio privato, adesso è diventata, in un certo senso, luogo pubblico. Si vede nella webcam nelle riunioni d’ufficio. Se prima era un rifugio, ora è strumento e teatro di socialità. E ci auguriamo lo sia sempre di più».

Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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