Musica, il ritorno degli Anni '90: l'estate alternativa a tutta hit

Mercoledì 27 Luglio 2022 di Mattia Marzi
Getty Images

A rivisitarli oggi appaiono come l’ultimo decennio davvero ottimista della storia recente, come sostiene anche Max Pezzali, uno che quel periodo lo conosce bene e lo ha fotografato con le sue canzoni meglio di chiunque altro tra Arbre Magique, sale giochi e radioloni sempre a palla.

Riportano a tempi più semplici, ingenui. Leggeri, soprattutto. Forse il ritorno degli Anni ‘90, dopo quello che abbiamo passato negli ultimi due anni, lo si può spiegare così. Quel decennio magico torna a bussare a distanza di trent’anni alle nostre porte, riprendendosi i suoi spazi. Anche nella musica, tra qualche omaggio e il ritorno sulle scene delle dive di quegli anni.

Che il pop contemporaneo soffrisse di una certa retromania in Italia lo avevamo capito già nel 2016, quando Nada si ritrovò in cima alle classifiche dopo che Paolo Sorrentino inserì la sua Senza un perché in un episodio della serie tv The Young Pope: forse solo ai tempi di Ma che freddo fa la 68enne interprete di Gabbro aveva avuto una visibilità maggiore.

REWIND

 L’exploit mondiale di queste settimane di Running Up That Hill di Kate Bush, però, è un fenomeno di proporzioni gigantesche. E ti spinge a domandarti: è davvero solo merito di una serie ultra popolare come Stranger Things se una canzone del 1985 è tornata in classifica e in radio, superando hit attuali come quelle di Drake, Camila Cabello, Post Malone, Justin Bieber, Dua Lipa, tra le popstar più amate dai giovanissimi? Oppure il fascino di quei suoni di trentasette anni fa e quello dell’iconica cantautrice britannica hanno fatto capire alla “Generazione Z” che i dischi degli anni a cavallo tra gli ‘80 e i ‘90 avevano dentro quella magia che la musica di oggi non ha? «Sono andati tutti fuori di testa», ha detto Kate Bush, che aveva fatto tanto per far perdere le sue tracce – si ritirò dai concerti nel ’78, tornando a esibirsi in pubblico eccezionalmente solo nel 2014 – salvo poi ritrovarsi a 63 anni i giornalisti fuori dalla porta di casa nel Berkshire, zona di campagna a sud di Londra, dove ha vissuto per tutto questo tempo praticamente da reclusa. Se nel Regno Unito si festeggia per il ritorno di Kate Bush al primo posto e i fan del pop d’alta classifica si preparano a una nuova reunion delle Spice Girls a venticinque anni dal secondo album Spiceworld (15 milioni di copie vendute nel mondo), in Italia negli ultimi giorni hanno conquistato i social i video della reunion di Paola & Chiara a dieci anni dallo scioglimento del duo, 1,5 milioni di copie vendute tra album e singoli con hit come Vamos a bailar, Festival e Amici come prima. La storia musicale delle due sorelle Paola e Chiara Iezzi, 48 anni la prima e 49 la seconda, cominciò nel ‘94, quando Claudio Cecchetto le ingaggiò come coriste degli 883: non poteva che essere Max Pezzali a officiarne la reunion, sul palco dei suoi due concerti allo stadio San Siro di Milano. Recentemente “riabilitate” – se così si può dire – da Elodie, che con il suo singolo Tribale ha fatto un omaggio esplicito alle sonorità e alle atmosfere di Festival e delle altre hit del duo, Paola & Chiara all’epoca arrivarono a conquistare anche il Guardian, che mise Non puoi dire di no tra le dieci canzoni più belle della musica pop italiana. «Al di fuori della scena dance, la più grande presenza nelle classifiche degli Anni ‘90 è stata quella del soft rock piacevolmente soporifero di Eros Ramazzotti e Laura Pausini, due superstar che hanno venduto complessivamente 100 milioni di dischi ma hanno fatto sembrare Celin Dion una Patti Smith. Se cercate qualcosa di un po’ più brillante, Paola & Chiara Iezzi fanno al caso vostro», ha scritto l’autorevole quotidiano britannico.

MADE IN USA

 Dall’altra parte dell’Atlantico, intanto, è rinata una stella che alla fine degli Anni ‘90 riuscì a vendere oltre 25 milioni di dischi a livello mondiale con hit come Not Gon’ Cry, Family Affair e No More Drama: Mary J. Blige, oggi 51enne, è rinata dopo anni difficili e si è rilanciata lo scorso febbraio accettando l’invito del suo storico produttore Dr. Dre a partecipare all’half time show del Super Bowl, la finale del campionato della National Football League, tra gli eventi mediatici più attesi e seguiti negli Usa. 101,09 milioni di spettatori hanno assistito in tv alla sua esibizione: «Non avevo neppure i soldi per pagare l’affitto», ha rivelato lei, che ha pubblicato il nuovo album Good Morning Gorgeous ed è tornata in tour. Punta invece a essere d’ispirazione per le nuove generazioni di artiste la storia della 56enne icona country Shania Twain, oltre 100 milioni di copie vendute con That Don’t Impress Me Much e You’re Still The One nel ’98, raccontata nel documentario Netflix Not Just A Girl, tra abusi subiti e crisi: «Avevo bisogno di una pausa. Ma quindici anni di lontananza dai riflettori sono stati troppi», ha detto lei. Un’altra stella che è tornata a brillare. 

Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 07:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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