L'attrice Susy Laude: «Il mio stile punk e bon ton. Amo i colletti bianchi sugli abiti a fiori»

Mercoledì 25 Gennaio 2023 di Veronica Timperi
L'attrice Susy Laude: «Il mio stile punk e bon ton. Amo i colletti bianchi sugli abiti a fiori»

Attrice, regista, sceneggiatrice.

In una parola sola, poliedrica, con una passione sfrenata per il vintage e l’ordine nell’armadio. Susy Laude, 46enne nata a Trento, cresciuta a Salò e diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, è un’artista a tutto tondo. Oltre al teatro, dove ha debuttato con Giorgio Albertazzi per poi cimentarsi anche nella scrittura e nella direzione, è approdata al cinema e sul piccolo schermo. La notorietà arriva con il sequel di Tre metri sopra il cielo, Ho voglia di te, per continuare con il film Non prendere impegni stasera, la miniserie tv Maria Montessori - Una vita per i bambini e Il signore della truffa accanto a Gigi Proietti.

Degne di nota le sue interpretazioni nei film Metti la nonna in freezer, e Se mi vuoi bene, in cui è presente anche il marito collega, l’attore Dino Abbrescia. Nel 2021 esordisce con il suo primo lungometraggio intitolato Tutti per Uma.

Laude, qual è il suo rapporto con la moda?

«Ho sempre amato la moda perché ho avuto la fortuna di avere una madre che la adorava e con cui andavo a fare shopping. Lei mi ha insegnato che non doveva interessarmi il giudizio altrui e il coraggio, anche nelle scelte estetiche. A 18 anni mi mettevo un vestito di Jean Paul Gaultier per andare al centro sociale. Per me la moda rappresenta libertà di espressione e di gusto, senza sentirsi etichettati».

Quando apre il suo armadio cosa vede: ordine o caos?

«Sono maniacale. Essendo io una Vergine ascendente Bilancia adoro la precisione. Piego le magliette “alla giapponese”, obbligando anche mio marito e mio figlio, poverini».

Si è mai regalata momenti di shopping sfrenato?

«Non sono una che fa shopping sfrenato, anzi aspetto sempre che arrivi lo sconto, è quasi come giocare in Borsa. Lo faccio anche con la mia amica Michela Andreozzi che mi suggerisce siti su cui comprare».

Come definirebbe il suo stile?

«Direi un po’ punk e un po’ bon ton».

Colore preferito?

«Non ho un colore preferito, ma non vesto mai di viola, probabilmente per il mio retaggio teatrale. Adoro tutti i colori, mi piace dipingere e ho insegnato anche a mio figlio che le sfumature non hanno genere».

Ha un indumento a cui non rinuncerebbe mai?

«Ai colletti sugli abiti a fiori, tanto che mi chiamano “Mercoledì Adams italiana”. Mi piacciono anche quelli da marinaretta».

E uno che non indosserebbe per nessuna ragione al mondo?

«Non metto le gonne a tubino perché non riesco a camminarci. Non indosserei mai i top corti che mostrano l’ombelico, è una mia forma di timidezza».

Quali sono i capi e gli accessori chiave del suo guardaroba?

«Al momento adoro indossare la tuta, è calda e comoda. I miei must in fatto di accessori sono le Gazelle dell’Adidas e delle scarpe N.21, un modello un po’ grunge con paillettes».

Preferisce la sensualità dei tacchi o la comodità delle scarpe basse?

«Mi piacciono entrambi, molto. È come se fossero due lati del carattere di una persona».

E le ballerine?

«Le ho da sempre, mi hanno accompagnato tutta la vita. Oggi quelle in vernice, nera o rossa, sono imprescindibili per il mio look».

C’è qualche accessorio o capo a cui è legata?

«Una pochette nera di Moschino fatta come una Moleskine. Poi ci sono gli abiti che fissano nella mia memoria i momenti importanti della mia vita, come la gonna a fiorelloni che comprai con mia madre per la mia laurea, o il tubino nero Blumarine che ho indossato al mio primo red carpet a Venezia».

Ha mai preso in prestito un indumento dall’armadio di qualcun altro?

«Non ho mai comprato maglioni. Ho iniziato a rubare quelli di mio padre, poi ho continuato con mio marito, a cui prendo anche le t-shirt per dormire, ed oggi tocca a mio figlio».

Quanto è sostenibile il suo approccio alla moda?

«Molto. Non amo buttare, ma dare una seconda vita alle cose. E adoro i mercatini vintage, a Bologna andavo alla Montagnola. A Roma frequento spesso Porta Portese e Via Sannio. Non ho mai comprato scarpe usate: si dice che accumulino le energie della persona che le ha indossate». 

Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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