La risata è terapeutica. Ridere è l’antidolorifico che spinge le persone ad alleggerirsi, smorzare i toni della negatività, ritrovarsi e riconciliarsi con se stessi. Farlo con Michela Giraud, 34enne romana, una delle più popolari stand up comedian italiane, è semplice: è un vulcano di ironia travolgente che trasmette a noi donne messaggi interessanti.
Quando apre il suo armadio cosa vede: ordine o caos?
«Caos sempiterno. Una roba da richiudere subito le ante».
È attratta dalla moda?
«Molto attratta direi. Guardo per ore le collezioni e gli shop delle maison più blasonate, rimango incantata».
Se dovesse fare un acquisto folle cosa comprerebbe?
«Ho una malsana passione per i cappotti. Come ne ho la possibilità ne faccio incetta».
Qual è il suo stile?
«Mi piace variare. Non ho uno stile tutto mio, unico. Varia a seconda delle situazioni e del mio stato d’animo. Amo le camicie di cotone larghe e gli shorts, un po’ easy. Quando voglio essere elegante mi piacciono i tailleur. Se mi sento eccentrica prediligo cose non esattamente “sobrie”, come le grandi stampe e gli strass. Nella vita di tutti i giorni sono per la comodità».
E nei suoi spettacoli?
«Sul palco divento una pantera. Ecco, se devo dire, quando sono in scena oserei volentieri con lo stile di Lady Gaga: eccentrico, originale, glamour, insomma, unico».
Lei è un modello di body positivity, ma si sente più sensuale o goffa?
«Sono decisamente entrambe. Dipende da come mi sveglio».
Ha un indumento a cui non rinuncerebbe mai?
«Mai senza una bella camicia».
E un accessorio che non indosserebbe per nessuna ragione al mondo?
«Un cappello. Sugli altri mi piacciono, mentre su di me non mi convincono».
Ha un capo porta fortuna?
«Certo, più di uno! Il bello è che quando imbrocco una serata poi praticamente vivo dentro il vestito che indossavo. Mi illudo sempre che porti bene, quando invece il successo nella situazione potrebbe essere dipeso solo dal fatto che mi sono concentrata, per una volta nella vita».
Qual è la parte del corpo che esalta vestendosi?
«Senza dubbio le gambe».
Tacchi vertiginosi o scarpe basse?
«Basse, almeno ci cammino senza inciampi».
Guardando le foto del passato, le è sempre piaciuto il suo modo di vestire?
«Mi capita spesso di osservare vecchie foto e ogni volta penso che di certo, per scegliere certi abbinamenti, dovevo aver bevuto troppo».
Ha mai preso in prestito un indumento dall’armadio di un suo compagno?
«Sempre. Sono una ladra provetta: maglioni e camicie».
Quale sarà il suo prossimo acquisto modaiolo?
«Per quest’estate ho già 70 costumi, perciò mi conterrò. Ma chiaramente shorts e camicie come se non ci fosse un domani. Sono nel mio Dna».