Vorrei un gineceo con dentro un solo maschio, io, anche se mi scuso di esserlo e pur non sentendomi femmina sono arci-femminista.
GLI ASSESSORI
Quanto è la metà di otto (assessori)? È quattro. E quante donne entrano in quello che doveva essere un gineceo? Soltanto due. E ciao ciao. Ecco insomma il Maschio Ciaone. Quello che in politica, ma anche nel resto della vita e nelle altre attività, promette chissà quale rivoluzione di genere, lancia appelli roboanti («Donne, fatevi sentire, valete più di noi!!!»). Si batte i pugni sul petto per essere stato troppo maschio per troppa parte della propria esistenza (come facevo a non capire...) ma adesso giura di volersi emendare appena si creerà la nuova task force (a proposito: nel Comitato Tecnico Scientifico che sovrintende alla lotta governativa contro il Covid tra tanti sapienti donne zero). E tutto ammiccante e provocante, questo eroe della parità e del sacrosanto riequilibrio si rivolge così alle colleghe meritevoli di essere prese sul serio: io vi salverò. Invece, è un Maschio Ciaone, tutto chiacchiere e distintivo, pronto a rifilare la fregatura. Ma ti ci porta con mano. Suggerisce - anzi afferma o meglio: io pretendo! - che nei concorsi una bella parte venga riservata alle donne. Idem nei consigli di amministrazione. Ma poi tocca ingaggiare una lotta all’ultimo sangue, per farci entrare quando va bene due donne o tre, tra spaesamenti e mal di pancia (non saranno troppe?) e lui di rado partecipa alla battaglia. S’è imboscato il falso femminista. Magari è scappato in Arabia Saudita: lì sì che si sta meglio. E ciaone!