Lady Criptovalute: «Scommetto in una finanza più inclusiva»

Mercoledì 22 Dicembre 2021 di Maria Lombardi
Lady Criptovalute: «Scommetto in una finanza più inclusiva»

Lady Criptovalute, la signora delle monete virtuali.

Una delle poche manager al mondo in una realtà ancora così maschile: tra chi investe in Bitcoin, solo il 15% è rappresentato da donne. Jackie Bona, 38 anni, americana, figlia di immigrati, è ceo di Valora, un portafolglio digitale che consente di inviare, spendere e pagare in criptovalute alla velocità con cui si spedisce un messaggio dallo smartphone. Dopo gli studi in relazioni internazionali e storia presso la Ucla di Los Angeles, e le esperienze di lavoro con Google, Spotify, Twitter, si è convertita alle valute digitali convinta che siano un grande strumento di inclusione e rappresentino una rivoluzione della stessa portata del web. «Internet ha cambiato il mondo rendendo più facile condividere informazioni e comunicare con gli altri. La tecnologia blockchain sta innovando ulteriormente consentendo a chiunque di possedere asset digitali e inviarli in tutto il mondo in modo rapido e semplice».

Come le cripotovalute stanno cambiando l’uso della moneta?

«Gli attuali strumenti e i servizi finanziari possono essere costosi, lenti e limitati ad alcune regioni geografiche.

Questa realtà ha tagliato fuori miliardi di persone dalle opportunità economiche. Le criptovalute possono offrire occasioni a persone che attualmente non accedono ai sistemi finanziari tradizionali. Inoltre, il valore che generano va direttamente ai builders e agli utenti, anziché all’istituto centrale».

Di cosa si occupa Valora e come può facilitare in pratica la nostra quotidianità?

«Valora è un wallet crittografico mobile con clienti in 100 paesi che fornisce un facile accesso alle app finanziarie decentralizzate. Rende i pagamenti globali più accessibili ed efficienti e consente di inviarli e riceverli ovunque, in modo sicuro e in pochi secondi quasi senza spese di transizione. Il tutto dal proprio telefono cellulare. Stiamo assistendo a un numero crescente di persone in Kenya che accettano criptovalute in cambio di lavoro».

Lei sostiene che le criptovalute sono inclusive, perché?

«Quello che una volta era percepito come qualcosa solo per le élite o per i primi a sperimentare prodotti e servizi, è ora accessibile a tutti. Ci sono anche molti casi in cui le criptovalute sono state utilizzate per fornire servizi e fondi in tutto il mondo. La Grameen Foundation, ad esempio, ha utilizzato Valora per fornire aiuti in modo sicuro ed efficiente durante la pandemia. Un altro ottimo esempio è Corsali, che in questo modo paga i salari guadagnati con il microlavoro digitale nei mercati emergenti».

Quali sono i rischi legati all’alta volatilità delle monete virtuali?

«Sebbene la criptovaluta sia relativamente nuova e percepita come volatile, i rischi dipendono dal protocollo, dal token (gettone, ndr) e dal portafoglio che stai utilizzando. Il nostro è un self-custody wallet, ossia un portafoglio che consente agli utenti di avere il pieno controllo sui propri fondi. Nessuno, nemmeno il team Valora, può accedere agli account degli utenti».

Quali sono le sfide più difficili che da manager ha dovuto affrontare?

«Ho avuto una carriera gratificante con tante occasioni di arricchimento lungo la strada. Una delle prime sfide l’ho affrontata da Google, mi ero appena trasferita a New York, ero giovane. I miei interlocutori erano grandi agenzie pubblicitarie e mi sono subito resa conto che anche se non conoscevo molto il loro mondo, conoscevo il nostro prodotto, la tecnologia e il settore meglio di chiunque altro nella stanza. Quella conoscenza mi ha dato fiducia, e questa è metà della battaglia a volte. Ho anche colto ogni opportunità per fare esperienza internazionale, compreso la missione in Ghana come ambasciatore con Google.org. E poi sono stata a Hyderabad, India, con Google Adwords, ho formato il team AdWords di 6 persone a Singapore. L’esperienza e conoscenza sono la tua più grande risorsa e sta a te capire come ottenerle e applicarle».

Ci sono ancora divari di genere ed età nell’educazione finanziaria e nell’uso di strumenti tecnologicamente più avanzati. Come si possono ridurre?

«Aprire agli utenti è una delle sfide che ci appassiona. Per colmare queste lacune sono necessarie iniziative mirate di educazione e sensibilizzazione, nonché sforzi concertati per creare soluzioni intuitive e di facile utilizzo. Ci sono ancora molte barriere per accedere alle criptovalute: usabilità, connessione con un istituto finanziario tradizionale e accesso a Internet ad alta velocità. Stiamo lavorando per abbattere sistematicamente queste barriere, sbloccando l’accesso a chiunque disponga di uno smartphone di base».

L’uso delle valute digitali ha però un elevato costo ambientale, il mining (il processo alla base della blockchain) richiede grandi quantità di energia elettrica.

«Valora è costruito su Celo, che è carbon neutral. Per dirla semplicemente, l’algoritmo di consenso Proof-of-Stake (POS) della rete Celo è costruito per richiedere solo una piccola frazione dell’utilizzo di energia degli algoritmi Proof-of-Work come quelli utilizzati da Bitcoin ed Ethereum. Sappiamo che è possibile per le tecnologie blockchain e criptovalute ridurre al minimo il loro impatto ambientale». 

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 16:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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