Da Chanel a Miu Miu, tutte le ultime sfilate della Paris Fashion Week

Mercoledì 4 Marzo 2020 di Anna Franco
Da Chanel a Miu Miu, tutte le ultime sfilate della Paris Fashion Week
Donne, amiche, complici. Che camminano leggere senza preconcetti, mostrano senza troppe ritrosie le gambe (ma sempre inguainate in collant), si sostengono sottobraccio camminando lievi su una passerella specchiata nella quale riflettere sorrisi e pensieri. Sono così le ragazze di Chanel disegnate dalla direttrice artistica Virginie Viard. A poco più di un anno dalla scomparsa del suo mentore Karl Lagerfeld, la signora ha deciso di staccarsi un po' da ciò che era stato. Lo sta facendo con timidezza eppure con tenacia da qualche collezione, cercando di rivolgersi a un pubblico sicuramente più giovane. Questa volta al Grand Palais nessuna scenografia spettacolare, di quelle con cui il Kaiser amava sorprendere i propri ospiti e circondare i look. «Per lo show non ho voluto nessuna cornice. Non mi piace inquadrare - racconta la stilista - Volevo dare emozioni, ma senza fronzoli e creare una sensazione di movimento».

SPECCHI E NUVOLE
Il set è composto solo da un pavimento in plexiglass specchiato contornato da nuvole di fumo e da gradinate bianche e nere. La coppia di colori che caratterizza anche gran parte dei look in passerella, declinati il più delle volte in bouclé e in pelle. Le gambe escono da spacchi profondi di gonne longuette, dagli short inguinali e aderenti indossati sotto ampie bluse o blazer o cappotti ampi e con qualche fodera a contrasto. Anche i pantaloni, a palazzo, possono essere aperti lateralmente da grandi automatici dorati per lasciar spazio alla falcata. Ai piedi sempre stivali bicolor alla moschettiera.

Sinuose le ragazze di Miu Miu e ben piantate a terra. Si ricoprono di abiti aderenti in velluto cangiante, osano i colori per inguainare la loro femminilità per poi tornare a tailleur severi, ma stretti in vita da cinture sottili e con gonne dagli spacchi vertiginosi. I volumi si rincorrono e contrappongono e le trasparenze di lunghi baby doll puntinati di pietre si vestono delle stoffe spesse di cappotti maschili e di pellicce over. Sono giovani ormai diventate donne, sensuali, sfacciate a volte, che amano giocare con le curve del proprio corpo e con la sofisticatezza.
Con la seduzione ci si diverte e non se ne deve aver paura. La fascinazione di una donna è un suo punto di forza. E la pensa allo stesso moda Giambattista Valli, che celebra Parigi e il suo vivere in questa città ormai da 20 anni. «Ho voluto portare in passerella un ritratto delle tante donne che vivono qui - racconta lo stilista nel backstage - quella più audace, la ragazzina, quella che ama la quotidianità del denim, ma tagliato couture, quella misteriosa nel suo petite robe noire, quella che è sempre con scarpe basse o ancora colei che non esce mai senza i suoi sandali gioiello tacco 12, ricoperti di pietre o perle».

PANTALONI A ZAMPA
Un affresco cesellato di fiori, quelli della porcellana di Meissen, amata anche da Maria Antonietta, che dalla tavole reali imbandite si intarsia in cappotti, gonne e giacche. Caparbie anche le protagoniste di Givenchy: dive sensuali del grande cinema. Il loro corpo è scolpito dai tessuti e accompagnato da silhouette a virgola. Una punteggiatura sospesa e che lascia il sapore del non detto, tra sartorialità languida, pantaloni a zampa e cappotti reversibili in pelle o in lana. Stella McCartney contamina silhouette confortevoli, tra capispalla avvolgenti come vestaglie, pigiama e, per la sera, strutture a gabbia con stampe art nouveau prese dalle opere dell'artista russo Erté. Da Alexander McQueen Sarah Burton si lascia ispirare dal patrimonio artistico, poetico e folcloristico del Galles, usando anche tecniche di tessitura antiche di questa regione inglese.
Strette nelle spalle, gonfie sui fianchi le silhouette disegnate da Nicholas Ghesquière per Louis Vuitton, ultima sfilata della settimana della moda francese. Giacchette smilze da biker, che disegnano il busto, si abbinano a gonne gonfie di crinoline o di vinile. Comunque ampie, sospese come le tende di un teatro, quello richiamato dal finale con una serie di giacche bolero. In mezzo, pantaloni aderenti in un gessato evidente, giacconi sportwear intarsiati e capispalla ricamati. Più anime in una sola donna.
 
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