Body positivity, addio.
L'EMERGENZA
Un enorme passo indietro se si considera che le collezioni invernali del 2022 avevano segnato un record di modelle plus size: 103, come riporta il report di The Fashion Spot. Il fanalino di coda di quest'anno è Milano, dove le modelle curvy sono state il 77% in meno rispetto a Londra. Ashley Graham ha sfilato per Dolce&Gabbana, poi il deserto o quasi. Il movimento body positive è stato tutto un tripudio di buone intenzioni seguite da pochi fatti? Qualcuno ne è convinto: «Mi è sempre sembrata più che altro una trovata di marketing spiega la personal stylist Alessandra Ambrosini e le ultime tendenze ne sono, purtroppo la conferma. Lavoro tutti i giorni con le donne e ci sono ancora molte problematiche nel vestire i corpi al di sopra della taglia 38 o 40». Una "vera emergenza", la definisce, se si calcola che le ragazze più giovani sui social sono esposte a un vero bombardamento che aumenta esponenzialmente, spiega, il divario tra la percezione dell'io reale e di quello ideale.
Magre, longilinee, quasi emaciate: le top model in auge nell'ultimo decennio dimostrano che, in realtà, i canoni imperanti sono ancora gli stessi dei famigerati anni Novanta, un'era in cui bellezze filiformi del calibro di Kate Moss erano le icone da imitare per le adolescenti di tutto il mondo. Non a caso la sua degna erede Kendall Jenner è stata reclutata da Calvin Klein in una campagna firmata dai fotografi Mert Alas e Marcus Piggott che ricalca gli scatti di Patrick Demarchelier alla - magrissima - Kate nel 1992. Il fenomeno che riesuma l'estetica dell'epoca si chiama Heroin Chic, hashtag diventato pericolosamente virale negli ultimi tempi che porta con sé forme androgine, pelle pallida e lineamenti emaciati, tipici dell'abuso di droghe. Tanto che TikTok è dovuto correre ai ripari bloccando la relativa ricerca, come Instagram ha fatto con #thinspo (letteralmente "ispirazione magrezza"): una crociata persa in partenza visto che, a parte poche eccezioni, i modelli femminili del momento sono esageratamente simili a quelli in voga nei Novanta-Duemila, vedi alla voce Bella Hadid che sull'estetica Y2K ha costruito una carriera.
LE MINIGONNE
Forse qualche dubbio ci sarebbe dovuto venire già quando Miu Miu nel 2022 ha (ri)portato in passerella le ormai famose minigonne a vita talmente bassa da essere impraticabile ai più. Intanto Victoria's Secret, brand tacciato di portare avanti canoni estetici inarrivabili, ha appena annunciato che dopo cinque anni darà nuova vita alla sua mitica sfilata: per intenderci quella degli Angeli vestiti di piume dalle rigorose misure 90-60-90, per la quale le modelle più famose digiunavano e si allenavano per settimane. L'evento era stato cancellato nel 2019 dopo le accuse di scarsa inclusività che avevano pesato, tra l'altro, anche sul fatturato del marchio di lingerie. Ora tornerà in versione rivisitata, sostenendo «le voci delle donne e le loro prospettive uniche», ha spiegato un portavoce anche se, visti i tempi che corrono, qualcuno è scettico sull'argomento. Anche perché perfino le icone delle fisicità curvy sembrano al momento parecchio focalizzate sulla bilancia. Come le Kardashian, una volta famose per il fisico prosperoso.
LA NORMATIVA
E per arginare un fenomeno che può avere ripercussioni pesantissime sono in molti a chiedere regole a livello legislativo. In Francia dal 2017 le passerelle sono vietate alle modelle troppo magre che, in teoria, non potrebbero essere ingaggiate nemmeno per servizi fotografici pena multe da migliaia di euro. In Italia, invece, almeno due proposte di legge in materia sono ferme da anni. L'allerta, spiega Alessandra Ambrosini, è anche per il proliferare dei disturbi alimentari. «Quello che vediamo sulle passerelle influenza tutta la società sottolinea Senza una vera presa di coscienza andremo avanti per cicli: un passo avanti e tre indietro».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout