Milano Fashion Week, Emporio Armani in passerella: Re Giorgio "libera" la donna dalle tendenze

Venerdì 21 Febbraio 2020
Milano Fashion Week, Emporio Armani in passerella: Re Giorgio "libera" la donna dalle tendenze

È un messaggio di libertà quello mandato dalla passerella di Emporio Armani. Libertà dalla tendenze che «non sono niente, bisogna migliorare - è il pensiero di Armani - la donna che vive adesso». Con questa collezione, «ho dato - sottolinea - la massima libertà alle donne, che se hanno un pò di testa sanno come gestire questa possibilità». Alla stampa incontrata subito dopo la sfilata, Armani rivolge un invito: «dovreste piantarla di parlare di tendenze che non ci sono, anzi, non devono esserci perché una giacca gonfia non aiuta a essere snelle o sexy ma a infagottarsi, è una tendenza che non riconosco come accettabile».

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«È un momento - premette Armani - in cui posso dire ciò che penso».

Per questo invita i giornalisti a piantarla «di essere succubi di questo sistema». Perché la vera libertà - e la sfilata della linea Emporio ne è la dimostrazione - è scegliere ciò che sta bene: per esempio «chi ha gambe stupende starà bene con lo short corto», mentre «chi ha un posteriore accentuato starà meglio con un pantalone largo da uomo». E nella collezione vista oggi c'è tutto questo: lo short corto in raso e la blusa ricamata o con le ruche, il pantalone con le pinces e il top-cravatta, il completo tunica e calzone ricamato morbido e gli abitini corti nei nuovi toni del verde e dell'azzurro. Ognuno può scegliere ciò che vuole ma «evitiamo il ridicolo - è la posizione di Armani - poi diciamo che le donne vengono stuprate in un angolo, ma le donne continuano a essere stuprate dagli stilisti». Quella di Armani - sottolinea lui - «è una battuta», che nasce da una riflessione sulle imposizioni della moda che tolgono libertà alle donne, a partire da quella di vestirsi secondo la propria età, la propria conformazione, la propria mentalità.
 
 


Non a caso nella linea Emporio domina questa libertà dalle tendenze e dalle regole, con la possibilità di scegliere tra giacche lunghe e liquide, piccoli blazer dall'abbottonatura alta, pantaloni ampi e morbidi, di alternare il rigore maschile dei check e del pied de poule con la morbidezza del velluto o tocchi di pizzo, di essere perfette con la camicia bianca con lo jabot o di scoprire le gambe con lo short o gli abiti corti, di giocare con il boa di maglia o di brillare di sera tra sete e cristalli, di scegliere tra il nero e il verde brillante, ma sempre rispettando se stesse. Per quanto lo riguarda, «ho dato una libertà alle donne, che è una vera libertà». Mentre per lui non è libertà, il fatto che «la signora che cammina per strada vede un manifesto di una donna con il seno e il fondoschiena in vista, e vuole farlo anche lei: questo - riflette - è un modo per stuprare». Un pensiero va anche alla Cina e all'emergenza Coronavirus, «siamo abbastanza preoccupati e non sappiamo - dice Armani - quando potremo tirare un sospiro di sollievo. Non è facile pensare che tra uno o cinque mesi si risolva tutto e, anche se si risolve il virus, rimane comunque un seguito: i negozi vanno ricostruiti e bisogna di nuovo infondere amore e entusiasmo nella gente».

Ultimo aggiornamento: 20:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA