Sui social negli ultimi giorni non si è parlato d'altro: i "famigerati" collant strappati di Gucci in vendita sul sito per la modica cifra di 140 euro (aggiornamento: ora sono sold out).
Gucci, ecco l'abito camicia per lui da 1.900 euro: è un «messaggio contro gli stereotipi di genere»
Gucci, Iggy Pop nella nuova campagna: vita da rockstar (insieme al pappagallo)
I collant strappati: una nuova provocazione?
Twitter, alla spasmodica ricerca di spiegazioni, ha prodotto una teoria in base alla quale Alessandro Michele, noto per le sue provocazioni e per l'andare controcorrente, abbia visto una ragazza uscire da una festa con i collant strappati e abbia deciso di riprodurli per farci riflettere sulla caducità della moda. Teoria per ora non confermata ma che dà vita ad altre domande senza risposta: compreremmo un capo solo perché è firmato? (Spoiler: sì, visto che i collant sono esauriti). Usurato è affascinante? E, dal punto di vista della sostenibilità: quando arriva il momento di buttare qualcosa?
Collant strappati, i precedenti
Gucci, peraltro, non è il primo a puntare sui collant strappati: prima Alexander Wang nel 2008 e poi Hedi Slimane per Saint Laurent nel 2015 li hanno usati per portare in passerella un modello di donna misteriosa, rockstar o groupie chissà. Per la quota nostalgia, invece, le ultra trentenni non hanno dimenticato un video di Shakira del 2002. E qualche mese fa perfino Dua Lipa, stanca di cambiarsi a causa del vestito a borchie che continuava a rovinarle i collant, ha deciso di condividere una foto così com'era: «Ho cambiato quattro paia di collant con questo vestito», ha scritto nella didascalia.