Al processo Weinstein polemica per la giuria. Metà dei 12 giurati scelti per il processo contro l'ex produttore di Hollywood hanno qualcosa in comune con lui: metà sono maschi bianchi, alcuni ricchi. Solo cinque sono donne, nessuna giovane, un settimo giurato è un uomo di colore. Salvo colpi di scena, il processo contro Harvey Weinstein sta per entrare nel vivo: il 22 gennaio procura e difensori dell'ex produttore si affronteranno in aula della Superior Court di Manhattan ma già nascono polemiche sulla scelta del pool che dovrà decidere sulla sorte di Weinstein. Il processo potrebbe concludersi a marzo.
Processo Weinstein, il legale dell'ex produttore chiede la rimozione del giudice: «É di parte»
Se riconosciuto colpevole, Weinstein rischia di morire in prigione. L'ex produttore è sul banco degli imputati per violenze sessuali nei confronti di due donne nel 2006 e nel 2013.
Anche la squadra della procura è guidata da una donna: Joan Illuzi, che lavora da oltre 30 anni nell'ufficio del District Attorney, porterà fin dall'inizio esperti di delitti sessuali per confutare l'offensiva del team Weinstein che i rapporti sessuali erano stati consensuali e che le donne, dopo, non si erano comportate da vittime. Una delle due donne al centro del processo, che accusa l'ex capo di Miramax di averla stuprata nel 2013, ha mandato successivamente a Weinstein email affettuose nei mesi dopo l'evento e una dei periti, la psichiatra forense Barbara Ziv che aveva deposto anche la processo contro il comico Bill Cosby, aveva argomentato che spesso le vittime evitano di ricorrere alla polizia, mantengono contatto con l'aggressore, ricordano più particolari col passare del tempo e reagiscono emotivamente in modo diverso una dall'altra. La procura conta anche di portare a deporre quattro donne che accusano Weinstein di aggressione ma i cui casi risalgono a troppo tempo fa per essere processati a parte.