Smart working in crisi con i figli in vacanza: una su tre stressata dalle interruzioni

Venerdì 2 Agosto 2019
Smart working in crisi con i figli in vacanza: una su tre stressata dalle interruzioni

L'ufficio in casa, una salvezza per tante mamme che così riescono a conciliare lavoro e famiglia. Ma il modello va in crisi con l'estate e le lunghe vacanze scolastiche dei figli. Uno smart worker su tre è stressato dalle continue richieste dei bambini e fatica a concentrarsi. A fotografare il rischio che corrono molti genitori (soprattutto donne) non solo in Italia ma in tutto i mondo è il Global Workspace Survey condotta da Iwg, uno dei maggiori fornitori di spazi di lavoro flessibile, che ha coinvolto 15.000 lavoratori di 80 paesi diversi. È infatti il 62% del campione a registrare un cambio nel regime lavorativo legato alla presenza dei figli in casa, alle loro richieste di attenzione, alle interruzioni che gioco forza intervengono nel corso della giornata.

Un disagio effettivo questo maggiore anche della difficoltà di accesso a stampanti, fax e fotocopiatrici, come indica il 43% degli intervistati o del rumore di campanello, lavatrice e lavapiatti, indicati da 1 lavoratore su 3. La «location» dunque, emerge ancora dall'indagine, gioca in questa nuova forma di lavoro un ruolo chiave: non a caso, anche in Italia, sono sempre più diffusi gli spazi dove esercitare un'attività flessibile che permette di conciliare, soprattutto per le donne, i tempi di lavoro con quelli della famiglia e di ridurre il tempo impiegato nel tragitto, senza rinunciare agli strumenti di lavoro.
    
Nel 2018 gli smart worker in Italia erano ormai 480mila, in crescita del 20%, inoltre più della metà delle grandi imprese e l’8% delle PMI ha iniziative concrete di smart working, grazie anche alla legge sul Lavoro Agile dello scorso anno. Secondo la ricerca 2018 dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, l’introduzione dei modelli di lavoro smart è infatti ormai diventata una scelta strategica dettata dalla volontà delle aziende di incrementare il livello di soddisfazione delle proprie risorse, con conseguenti ricadute positive sul business: rispetto alla media degli altri lavoratori, gli smart worker sono più soddisfatti dell’organizzazione del lavoro (39%, contro il 18%) e del rapporto con i colleghi (40% contro il 23%). Ma non solo, lo smart working fa crescere anche la produttività di circa il 15% e riduce del 20% l’assenteismo.

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