In Italia i neo-papà possono usufruire solo di quattro settimane di congedo parentale retribuito. Siamo così al 29° posto su 41 Stati presi in esame nel rapporto Unicef sulle politiche familiari più favorevoli. In tanti paesi i padri non approfittano, pur potendo, di questi giorni da poter dedicare alla famiglia. In Giappone, il solo Stato che offre almeno 6 mesi di paternità interamente retribuita per i padri, solo 1 su 20 ha chiesto un congedo retribuito nel 2017. La Corea del Sud ha il secondo periodo più lungo di congedo per i neo-papà (17,5 settimane), ma i padri sono soltanto 1/6 dei genitori che richiedono il congedo. Eppure, evidenzia il rapporto, il congedo di paternità retribuito fa bene a tutti in famiglia: aiuta i padri a creare un legame con i figli, contribuisce allo sviluppo infantile, abbassa i livelli di depressione post-partum e aumenta l’uguaglianza di genere.
Sempre secondo la ricerca, “I paesi più ricchi del mondo sostengono le famiglie?", Svezia, Norvegia, Islanda, Estonia e Portogallo sono i paesi, fra i 31 ad alto reddito analizzati, che offrono le politiche familiari più favorevoli. Svizzera, Grecia, Cipro, Regno Unito e Irlanda sono quelli con le politiche meno favorevoli. Realizzato dal Centro di ricerca Innocenti dell’Unicef presenta una classifica dei paesi Ocse CSE e dell’Unione Europea basata sulle loro politiche familiari nazionali, fra cui la durata del congedo parentale retribuito e i servizi per l’infanzia dai 0 ai 6 anni. Solo metà di questi paesi prevede almeno 6 mesi di congedo di maternità interamente retribuito. Per quanto riguarda il welfare familiare, Scandinavia è in testa. L’Estonia offre alle madri la più lunga durata di congedo interamente pagato (85 settimane), seguita da Ungheria (72 settimane) e Bulgaria (61 settimane).
Donne italiane le più lavoratrici d'Europa
Gli Stati Uniti sono il solo paese incluso nell'analisi – e uno fra i soli 8 paesi al mondo – che non ha politiche nazionali per il congedo di maternità, né per quello di paternità (non ci sono norme che ne stabiliscano l'obbligatorietà).
Per alcuni genitori che necessitano di servizi per l’infanzia quando rientrano al lavoro, l’ostacolo maggiore è di tipo economico. Analizzando i dati di 29 Stati emerge che i genitori di bambini piccoli nel Regno Unito sono quelli che citano più frequentemente i costi di frequenza come la ragione per cui non usufruiscono degli asili nido. Al contrario, in paesi come Repubblica Ceca, Danimarca e Svezia il costo rappresenta un ostacolo per l'1% dei genitori. Il rapporto offre alcuni suggerimenti su come i paesi possono migliorare le proprie politiche familiari: fornire un congedo parentale retribuito stabilito per legge a livello nazionale di almeno 6 mesi per tutti i genitori, permettere a tutti i bambini di avere accesso ad asili nido di qualità, idonei, economici e accessibili, assicurare che non ci sia un periodo non coperto dalla fine del congedo parentale all'inizio di un’assistenza all'infanzia a costo accessibile (asilo), in modo che i bambini possano proseguire il loro percorso di sviluppo senza interruzioni, assicurare che le madri possano allattare sia prima che dopo il loro rientro al lavoro.
Neo-papà, il congedo parentale fa bene alla salute delle mamme e dei figli ma pochi lo prendono
Sabato 15 Giugno 2019L’Italia è al 19° posto della classifica (dati 2016), con 25 settimane di congedo di maternità interamente retribuito, solamente il 34% dei bambini sotto i 3 anni iscritti a servizi per l’infanzia e il 93% dei bambini fra i 3 e i 6 anni iscritti a istruzione pre-scolare. «Non esiste un periodo più importante dei primissimi anni di vita per lo sviluppo cerebrale dei bambini, e quindi per il loro futuro» afferma il direttore esecutivo dell’Unicef Henrietta Fore. «Abbiamo bisogno che i governi aiutino a fornire ai genitori il sostegno di cui hanno bisogno per creare un ambiente stimolante per i loro bambini».