Obbligati a crescere, Bonetti: sbagliato chiudere le scuole

Giovedì 29 Ottobre 2020
Obbligati a crescere, Bonetti: sbagliato chiudere le scuole

La crisi scatenata dalla pandemia investe tutti, indistintamente.

Ma per uscirne bisogna puntare sulla metà rimasta finora un passo indietro, nel mondo del lavoro come nella politica e nella rivoluzione digitale: le donne. E' questo il tema del quarto webinar del ciclo “Obbligati a Crescere” dal titolo «Resilienza, Competenza, Competitività: la Crescita è al Femminile» andato in onda questa mattina in diretta sul Messaggero.it (e su tutti i siti del gruppo Caltagirone Editore).

Dopo l'introduzione del direttore del Messaggero, Massimo Martinelli, che ha sottolineato l'opportunità offerta dall'arrivo dei finanziamenti del Recovery fund per la ripartenza del Paese, ha preso la parola la ministra della Famiglia, Elena Bonetti. La ministra ha iniziato il suo intervento sottolineando come in questo momento di emergenza dovuta alla crescita dei contagi da Covid sia «sbagliato scegliere di chiudere le scuole». Bonetti ha criticato in particolare i governatori che hanno deciso di chiudere completamente le scuole. «È stato sbagliato in primis - ha spiegato - perché non abbiamo dati scientifici che la diffusione del virus passi o sia passata per le scuole. Gli istituti questa estate si sono organizzati attraverso un lavoro straordinario».

Bonetti ha poi posto l'accento sulla necessità di riconoscere le competenze femminili e sullo smart working, che non deve essere semplicemente il lavoro da casa ma una organizzazione più efficiente. Tornando all'emergenza sanitaria, la ministra ha poi sottolineato la necessità di una riorganizazione del sistema dei trasporti. «Si utilizzino tutti i soldi necessari per garantire l'apertura delle scuole», ha affermato. «Insisto per riattivare strumenti straordinari di diritto allo smart working per aiutare le famiglie. Lo smart working però non deve essere il trasporto dell'ufficio a casa, serve una progettualità per la comunità. Altrimenti, con la chiusura delle scuole si rischia di gravare troppo sulle donne, sulla componente femminile che è fondamentale per il nostro futuro», ha evidenziato la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia. «In Francia hanno optato per il lockdown - ha spiegato - ma le scuole sono rimaste aperte. Stesso discorso in Germania. Invito tutte le istituzioni a ritrovare un confronto per portare ad emergere il principale problema su cui non possiamo tacere: il tema educativo. Perdere mesi di formazione è un grosso problema per il futuro».

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Infine a una domanda sulla possibilità di un nuovo lockdown, Bonetti non ha fatto previsioni ma ha rilevato che in questo momento l'occupazione delle terapie intensive «è ancora sotto la soglia di ciriticità». Poi ha aggiunto: «L'impatto sociale e collettivo della chiusura delle scuole è altissimo e l'efficacia bassa». 

Magda Bianco, capo del dipartimento Tutela clienti ed educazione finanziaria della Banca d’Italia, si è concentrata sul gendere gap, sottolineando che negli anni passati l'istituto centrale ha stimato che se si facesse salire l'occupazione femminile, che allora era al 46%, al 60% la crescita del pil potrebbe aumentare di sette punti percentuali. «Ridurre il gap tra uomini e donne significa anche ridurre le disuguaglianze», ha detto. Secondo Bianco sarebbe poi importante che a scuola ci fossero degli elementi di educazione finanziaria che sono fondamentali per esercitare una cittadinanza attiva. «Le donne sono toccate in modo sproporzionato da questo periodo di crisi», ha poi aggiunto l'esponente di Banca d'Italia.

Federica Tremolada, managing director Southern & Eastern Europe di Spotify, si è concentrata sulla sua esperienza di manager e sulle differenze di genere, sottolineando l'importanza per le giovani donne del digitale e delle esperienze di lavoro all'estero. Tremolada ha poi affermato di lavorare in una azienda «in cui vogliamo dare voce a tutte le diversità, a partire dal gendere gap». 

Vincenzo Amendola, ministro degli Affari Europei, ha dedicato il suo intervento ai fondi europei messi a disposizione per fronteggiare la pandemia. «Anch'io sono in isolamento fiduciario da giorni», ha detto Amendola in avvio di intervento parlando dell'emergenza sanitaria. «È una situazione complicata, è il momento in cui far prevalere la coesione. Dobbiamo essere uniti e affidarci alla scienza», ha aggiunto il ministro.

Il governo, ha spiegato, «ha individuato sei linee guida e tra queste una delle priorità è l'equità di genere perché sappiamo benissimo che per alzare il livello di inclusione sociale e aumentare l'occupazione l'empowerment femminile è fondamentale». «Per la prima volta abbiamo costruito un fronte tra le istituzioni (Commissione-Bce-Consiglio-Parlamento) con risorse mai stanziate prima che non dico che saranno la panacea di tutti i mali ma costituiscono un fronte per affrontare crisi, cosa che non era mai successa prima», ha aggiunto il ministro.

Nel recovery fund sul fronte dell'empowerment al femminile, all'interno delle linee guida messe a
punto dal governo, l'Italia punta a un «cluster di azioni» per colmare il ritardo con l'Europa: tra di esse vi sono «anche azioni mirate come il sostegno a vittime di violenza», ha  affermato il ministro. «In generale per salire di 10 punti il ritardo nella media europea dobbiamo aggredire ritardi e ingiustizie», ha spiegato.

Per quanto riguarda la tabella di marcia dell'arrivo dei fondi europei per contrastare la crisi provocata dalla pandemia, il ministro ha spiegato che entro dicembre i 27 paesi dovranno inviare a Bruxelles i piani di investimento e riforme. Poi da gennaio la Commissione comincerà l'esame dei piani e «già nel secondo trimestre dopo la validazione si arriverà ai primi esborsi».

Cristina Scocchia, amministratore delegato del gruppo di cosmetici Kiko, ha ricordato come le donne amministratore delegato siano solo il 4,5% nel mondo. Ha quindi sottolineato che in Italia sia più difficile la condizione di una donna alla guida di una azienda rispetto a quanto avviene all'estero e nelle multinazionali dove ha lavorato, come l'Oreal. «Vieni vista in maniera diversa. Ai convegni - ha spiegato - ti chiamano signora mentre gli uomini sono sempre dottori. Poi magari dicono: sì fa l'amministratore delegato ma perché l'Oreal si occupa di bellezza, senza chiedersi se l'amministratore delegato non debba avere le stesse competenze in una azienda che fa tondini di ferro».

Scocchia si è definita poi una grande fan dello smart working, sia per gli uomini che per le donne. «Da fine febbraio a Kiko abbiamo incoraggiato lo smart working ma mi auguro che dopo la pandemia si torni a un bilanciamento. Non vorrei che ci trasformassimo tutti in ologrammi. L'uomo - ha proseguito - ha bisogno di relazioni e di contatti. I team crescono e danno il massimo in termini di collaborazione e creatività quando si possono incontrare». Secondo la manager quindi l'ideale dopo la fine dell'emergenza sarebbe tre quatto giorni in ufficio e uno o due a casa.

Lucia Calvosa, presidente dell’Eni, nel suo intervento ha parlato di disuguaglianze salariali di genere e della necessità di infrangere quello che viene definito il «tetto di cristallo». Calvosa ha poi sottolineato che durante il suo mandato alcune donne hanno raggiunto livelli apicali, anche in ruoli finora tipicamente maschili. La presidente dell'Eni ha quindi affermato che tra gli obiettivi da perseguire ci dovrebbe essere quello di puntare sulla formazione nelle materie stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).

Anche Laura Cavatorta, componente del cda di Inwit e Snam, infine ha ribadito l'invito alle giovani donne a scegliere materie stem ma ha anche sottolineato come le statistiche indichino che le donne siano generalmente più preparate, mentre di solito si valutano meno di quello che valgono. Un tema su cui - ha sottolineato - devono lavorare le famiglie ma anche le istituzioni scolastiche.

Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 01:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA