Monica Bellucci e la scena dello stupro nel film con l'ex marito: «La violenza va mostrata per scuotere le coscienze»

Domenica 1 Settembre 2019 di Gloria Satta
Monica Bellucci e la scena dello stupro nel film con l'ex marito: «La violenza va mostrata per scuotere le coscienze»

«Vincent è un attore coraggioso, sceglie sempre i film che lo mettono alla prova», dice in un soffio Monica Bellucci. Ribatte lui, l'estroverso Cassel: «Con un'altra non avrei mai girato Irréversible. Come attrice, Monica mi piace tanto». Venezia, scene da un ex matrimonio. A rimettere insieme i due attori, divorziati da sei anni (lui è al Lido con la nuova moglie Tina e la loro piccola Amazonie), ha pensato l'incorreggibile regista franco-argentino Gaspar Noé che alla Mostra, fuori concorso e a mezzanotte, ha presentato la nuova versione di Irréversible, film-scandalo del 2002. Si tratta di una storia-choc di stupro e vendetta: l'insopportabile scena di 20 minuti in cui Monica viene abusata dentro un tunnel è un cult del cinema recente. Il film originale andava a ritroso, partendo dalla fine, la nuova (in)versione è stata montata in ordine cronologico. L'attrice, 54 anni ricchi di fascino e spirito, abito zingaresco a fiori e lunghi capelli fatali, racconta le sue emozioni. Forti, come il film.

Monica Bellucci: «Ci lasciate fare le mamme e poi ve ne andate con altre donne…»
 



Che effetto le fa rivedersi in quelle sequenze che 17 anni fa misero a ferro e fuoco il Festival di Cannes?
«Oggi, con due figlie, ci penserei due volte prima di girare Irréversible. Eppure è un film femminista, sebbene diretto da un uomo: Noé mostra con coraggio che la violenza sessuale non è una faccenda di sesso o desiderio ma di dominazione e potere. Il nuovo montaggio evidenzia ancor più il contrasto tra poesia e violenza».

Non teme, in tempi di #MeToo, che il film possa scatenare polemiche e proteste?
«Le prime proiezioni hanno già diviso la platea. Qualche donna mi ha ringraziato, altre sono uscite a metà sconvolte e mi hanno chiesto perché avessi girato il film».
 


Ed era proprio necessario riproporlo?
«Sì, perché spinge ad affrontare il tema scottante della violenza contro le donne. Anche la polemica può aiutare la società ad evolversi. Film come Arancia meccanica o Festen rappresentano un pugno nello stomaco ma hanno contribuito ad aprire il dibattito».

Rispetto al 2002 cosa è cambiato, secondo lei?
«Le nuove generazioni sono più preparate ad affrontare la vita anche nei suoi risvolti più duri, ma per cancellare la violenza contro le donne l'unica strada è il dialogo, non la guerra tra i sessi».

Cosa augura alle sue figlie Deva (14 anni) e Léonie (9)?
«Come tutte le madri, sogno per loro un mondo migliore in cui si possa parlare di tutto e lo squilibrio tra i sessi venga colmato. Qualcosa si muove già: alla scuola delle bambine vedo sempre più papà. Noi donne abbiamo fatto passi da gigante nel lavoro e gli uomini si sono progressivamente inseriti nella nostra sfera più intima. È un bene».

Le fa piacere rivedere i suoi film?
«Sì, man mano che invecchio ricostruisco il puzzle della mia carriera per scoprire che ho interpretato tante donne combattive in un mondo di uomini: a parte Irréversible, in Malèna, La Passione di Cristo...».

Il tempo che passa ha cambiato il suo rapporto con il lavoro?
«L'età è un fatto anagrafico, quello che conta è la passione. E quando vedo sfilare sul red carpet Catherine Deneuve o Meryl Streep, sempre bellissime ed entusiaste, mi si apre il cuore. La vecchiaia può fare tristezza, io preferisco pensare che è una fortuna essere ancora vivi e provare emozioni forti, come mi è capitato nel mio ultimo film: I migliori anni della nostra vita di Claude Lelouch (uscirà il 19 settembre, ndr)».

Ma ha una sola scena.
«E che vuol dire? È molto intensa, mi ha dato tanto fare la figlia di Jean-Louis Trintignant. La qualità di un'interpretazione non va a minuti».

Vorrebbe togliersi lo sfizio di presentare il Festival di Sanremo?
«Non mi attira. Sono un'attrice, non una presentatrice. Ho fatto una sola eccezione a Cannes, come madrina».

Quale regista l'ha capita meglio?
«Non sono i registi a capire le attrici ma il contrario».
 

Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 07:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA