Infarto, più a rischio le donne con il girovita largo

Mercoledì 16 Ottobre 2019 di Antonio G. Rebuzzi
Infarto, più a rischio le donne con il girovita largo

Basta un metro per capire se il cuore è a rischio.

Basta verificare la circonferenza dell'addome in centimetri per decidere per rendersi conto se si è o no in una condizione a rischio. Il sistema cardiovascolare è minacciato, in particolare, proprio dal grasso accumulato sull'addome. Negli ultimi tempi, numerosi lavori hanno dimostrato che non è solo l'aumento del grasso corporeo ad essere un fattore di aumentato pericolo cardiovascolare, ma anche la sua distribuzione. Il grasso accumulato in alcune zone del corpo sarebbe quindi a maggior rischio di quello accumulato in altre zone. E questo anche in persone con un normale indice di massa corporea (il cosiddetto Body Mass Index o Bmi). Anzi, secondo alcuni, c'è ormai un'evidenza scientifica importante a dimostrare che la distribuzione del grasso nel corpo determina il rischio cardiovascolare e la mortalità con più forza della massa grassa stessa, in particolare in soggetti con peso normale.
 
A sostenere questa tesi è stato recentemente pubblicato sulla rivista European Heart Journal un articolo dall'équipe di ricercatori guidati da Guo-Chon Chen dell'Albert Einstein College of Medicine di New York. Gli autori hanno studiato la distribuzione del grasso in oltre 2600 donne tra i 50 e 79 anni di età, esenti da patologie cardiache, e soprattutto con un normale peso (indice di massa corporea tra 18.5 e 25). In questo campione hanno valutato la distribuzione del grasso per vedere se i depositi nel tronco o nelle gambe fossero diversamente associati al rischio cardiovascolare. Le pazienti sono state seguite per una media di oltre 17 anni.

GLI ORMONI
Durante questo periodo si è rilevato che la distribuzione del grasso prevalentemente nel tronco (e segnatamente a livello addominale) si accompagna ad un aumento di quasi il doppio del rischio cardiovascolare, mentre una percentuale di grasso prevalente alle gambe riduce questo rischio di oltre il trentacinque per cento. L'associazione di accumulo nel tronco e riduzione di grasso negli arti triplica addirittura il rischio rispetto al normale. Questo, dunque, suggerirebbe che in donne di peso normale una maggiore distribuzione del grasso prevalentemente al tronco sia dannosa, mentre una distribuzione dello stesso maggiormente alle gambe sia addirittura protettivo per il cuore ( con buona pace per i detrattori dell'interno coscia). Questo studio ovviamente ci porta alla formulazione di alcune domande 1) Queste associazioni sono specifiche delle donne over 50 o valgono per tutte le età? 2) Negli uomini, in cui l'assetto ormonale è diverso, il rischio è lo stesso? La scienza ce lo chiarirà e noi, per il momento, continuiamo a consigliare alle pazienti di evitare i chili in eccesso. L'aumento del peso corporeo, specie nei giovani, purtroppo, è ormai una vera epidemia. L'alimentazione troppo ricca in relazione ad un'attività fisica ridotta ha portato, anche nel nostro Paese, ad un notevole incremento del numero di obesi e di patologie dipendenti dall'eccesso di peso. Dal rapporto Osservasalute che fa riferimento ai dati Istat emerge che in Italia più di un terzo della popolazione adulta (35.3%) è in sovrappeso, mentre quasi una su dieci (9.8%) è obesa. Come negli anni precedenti le regioni meridionali sono in testa ( Molise 14%, Abruzzo 12.7%) e quelle del nord in coda ( Alto Adige 7.8%, Lombardia 8.7%).
*Direttore Cardiologia intensiva Policlinico Gemelli Università Cattolica Roma 

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